Giuseppe Speciale, nella introduzione del 1984 alla ristampa anastatica di Bagheria-Solunto guida illustrata, edita dalla Casa di Cultura nel 1911, scrivendo “dell’allarmante intensificazione delle attività criminose della mafia” a Bagheria durante gli ultimi decenni dell’Ottocento, riporta “nel 1888 la uccisione del Sindaco Scordato avvenuta durante una fiaccolata organizzata da una congregazione religiosa” ( 1 ). In meno di due righe sono presenti tre imperdonabili inesattezze riguardanti l’organizzazione della fiaccolata, la data in cui il fatto si sarebbe verificato, l’esito dell’attentato al sindaco. Di religioso, in quella fiaccolata, non c’era nulla essendo stata organizzata in onore degli scolari di un istituto palermitano, il Gianfreda, ( 2 ) venuti a Bagheria per una scampagnata; era il 15 aprile del 1883 ( non l’88 ) e, quella sera, due fucilate sparate contro il sindaco, lasciandolo illeso, colpirono invece a morte tre giovani contadini che sfilavano trovandosi a lui vicini con le fiaccole in mano. Vale la pena di riportate parte dell’articolo che, dopo due giorni, comparve sul Giornale di Sicilia.
Dal Giornale di Sicilia del 17 aprile 1883
Una gita di piacere in Bagheria
Ieri gli alunni dell’istituto-convitto diretto dall’egregio cav. Gianfreda, recavansi in Bagheria per una gita di piacere. Col treno delle 8 a.m. lasciavano la nostra città il Gianfreda, tutti gli alunni, i professori ed istitutori del Convitto, diversi rispettabili cittadini e i rappresentanti della stampa cortesemente invitati. Una mezz’ora dopo erano in Bagheria ove vennero ricevuti da una società operaia colla bandiera della Giunta Municipale, dal Sindaco cav. Antonino Scordato, dal delegato di P.S., dal comandante il distaccamento dei bersaglieri e da non pochi autorevoli cittadini.
Alle 8,40 preceduti dalla società operaia e dalla banda cittadina, gli alunni sfilarono in due colonne per lo stradale di Bagheria seguiti dalle autorità del paese e fra gli applausi di quella buona popolazione. Giunti nel largo della Certosa fermatosi il corteo, il cav. Gianfreda pronunziava sentite parole di ringraziamento per le festevoli accoglienze ricevute e pregava l’egregio sindaco di farsi interprete della sua riconoscenza presso la cittadinanza di Bagheria. Dopo breve sosta il corteo riprendeva la marcia nel medesimo ordine e pervenuto a S. Flavia aveva luogo una colazione nella villa del Dottore Lo Re.
Fatto l’asciolvere si andava a visitare le maestose rovine di Solunto ed indi si ritornava in Bagheria. Alla Certosa verso le 4 ½ era imbandito un pranzo di più di cento coperti, pranzo che fu governato dalla più schietta allegria, né vi mancarono i soliti brindisi di occasione. Verso le 8, terminato il pranzo, gli alunni nello stesso ordine percorsero la via Certosa, il corso Butera, la via Stradonello, il Piano Palagonia e accompagnati da più di cinquecento fiaccole si diressero verso la stazione facendo ritorno a Palermo verso le 11 p.m. Non possiamo chiudere questo breve cenno senza rivolgere una parola di encomio all’egregio cav. Gianfreda che dando prova di una instancabile operosità, ha reso il suo istituto uno dei primi della nostra città.
L’attentato contro il sindaco di Bagheria
Uno spiacevole fatto avveniva ieri in Bagheria. Circa le 8 ¼ della sera, il sindaco di quel paese, cav. Antonino Scordato, insieme alla Giunta Municipale ed alle autorità, accompagnava alla stazione gli alunni dell’istituto Gianfreda. Erano pervenuti nei pressi…quando…
A parte l’imprecisione che riferisce al 16 aprile, e non al 15, quanto era avvenuto, forse quel cronista era tra i rappresentanti della stampa “cortesemente invitati” dal Gianfreda se ritiene di dover parlare in due diversi articoli della scampagnata e dell’eccidio e se definisce “uno spiacevole fatto” quella che può ben definirsi una tragedia puntualizzando il buon fine cui era andata la gita. Aveva come scopo quello di salvaguardare il nome della scuola? Erano dunque passate le otto di quella sera quando il corteo, percorso lo Stradonello (odierno corso Umberto I ) era giunto in via Trabia ( odierna piazzetta Messina-Butifar ) e contro di esso venivano sparati due colpi d’arma da fuoco. Fricano Vincenzo, di Francesco, di anni 14 e Bartolone Giuseppe, di Giuseppe, di anni 18, colpiti alla testa, “rimasero istantaneamente cadaveri” ( 3 ) mentre Caltagirone Andrea, di Pasquale, di anni 25, colpito invece all’addome avrebbe cessato di vivere, secondo il comandante della sezione del corpo delle guardie di P.S. a cavallo, dopo 18 ore, ( 4 ) dopo 24 ore secondo il tenente colonnello comandante la divisione di Palermo dei Reali Carabinieri ( 5 ) e secondo il questore. ( 6 )
Il cronista che, tre anni dopo, seguì il processo per l’attentato al cav. Antonino Scordato alle Assise di Palermo, doveva essere lo stesso che scrisse quell’articolo dopo due giorni dal fatto. Anche ora, infatti, nel raccontare quella vicenda, oltre a rifare lo stesso errore di data, insiste sul felice ritorno a Palermo dei collegiali.
Dal Giornale di Sicilia del 29 aprile 1886
Una festa finita male
I lettori ricorderanno la sera del 16 aprile 1883…La giornata passò lietamente come un soffio e giunta la sera tutti si preparavano a tornare in Palermo…Era proprio una festa-i popolani salutavano i collegiali cogli evviva e i collegiali rispondevano agitando i fazzoletti alla luce dei bengala-quando ad un tratto l’allegria e l’espansiva cordialità di tutti furono interrotte da due fucilate….tre vittime innocenti cadevano assassinate al suolo…tutti giovani baldi che spensieratamente si divertivano ignari che una mano crudele li avrebbe tolti a un tratto dal mondo. Quel che successe in quel momento è facile immaginarlo; dall’allegria più vivace si passò alla confusione e al dolore più acerbo. Ma ben presto per l’energia di alcuni la calma fu ristabilita, i tre infelici vennero lasciati lì e la fiaccolata proseguì fino alla stazione ove i collegiali si posero sul treno e arrivarono felicemente a Palermo.
CONTINUA....
Biagio Napoli
NOTE
1-Bagheria-Solunto Guida Illustrata, Casa di Cultura, 1911, ristampa anastatica, 1984, introduzione di Giuseppe Speciale.
2-Si trattava di “Un Istituto Letterario diretto dal cavaliere Mariano Gianfreda, in via Giacalone, 3, ( e quindi in piazza Valverde, 34 ) dove circa ottanta allievi erano educati nell’asilo infantile e nelle classi elementari, e che successivamente assunse il nome di “Istituto Convitto “ e, nel 1887, si trasformò nell’”Istituto Crocco”, diretto dal professore G. Crocco Paterna” ( Sarino Armando Costa, La scuola e la grande scala, Sellerio Editore Palermo, 1990, p. 687.
3-ASP, Gabinetto Prefettura, busta 100, fascicolo 116, 1887, lettera del comandante delle Guardie di P.S. a cavallo al Prefetto del 16 aprile 1883.
4-Ivi, lettera del comandante delle Guardie di P.S. a cavallo al Prefetto del 18 aprile 1883.
5-Ivi, lettera del comandante dei Reali Carabinieri al Prefetto del 21 aprile 1883.
6-Ivi, lettera del Questore al Prefetto del 29 aprile 1883.
Settembre 2014 Biagio Napoli