Cronaca

Nelle giornate “a cavallo” del “ponte” del 25 aprile, 370 militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Palermo hanno portato a termine una vasta operazione di controllo economico del territorio, con il prioritario obiettivo di tutelare gli operatori regolari e rispettosi delle norme dalla concorrenza sleale esercitata dagli abusivi e da coloro che non rispettano gli obblighi fiscali.

Per quanto riguarda i controlli sul rilascio di scontrini e ricevute, l’operazione è stata estesa a tutte le categorie economiche obbligate, ivi compresi i commercianti ambulanti; tutti i soggetti sottoposti a controllo sono stati preventivamente selezionati nei giorni precedenti l’operazione, in base ad attività di osservazione del territorio ed analisi delle banche dati da parte delle Fiamme Gialle.

Complessivamente, sono stati controllati 369 soggetti, scoprendone 229 irregolari con 273 irregolarità di varia natura (dalla mancata emissione del documento, alla mancata presenza del misuratore fiscale, alla mancata revisione di quest’ultimo), pari al 62% dei casi; distinguendo fra commercianti ambulanti e altri operatori (ristoranti, bar, esercizi di vendita di generi alimentari e di consumo, artigiani, ecc.), la percentuale di irregolarità è risultata, per i primi, pari al 97% e, per i secondi, pari al 48%.

Nella provincia l’operazione ha riguardato i centri di Bagheria, Termini Imerese, Partinico, Cefalù, Corleone, Lercara Friddi, Petralia Soprana, Carini, Villabate, Santa Flavia, Cerda, Terrasini e altre località.

In queste zone sono stati nel complesso controllati 184 soggetti, riscontrando mancate emissioni di scontrini/ricevute o casi di mancata installazione del misuratore fiscale, in 75 casi, pari al 41%.

A Palermo e in provincia, inoltre, altri 41 esercizi sono stati sottoposti a controlli mirati alla verifica del rispetto delle norme sull’assunzione di manodopera.
31 sono stati i datori di lavoro verbalizzati di cui 1 denunciato all’Autorità giudiziaria per impiego di minore, pari al 76 % di quelli verificati, per avere nel complesso impiegato 78 lavoratori in nero e altri 33 irregolari, soprattutto per l’impiego in orari superiori a quelli oggetto di contratto o l’erogazione di compensi “fuori busta”.

Fra i casi più particolari emersi nel corso del piano, quelli di un distributore all’ingrosso di elettrodomestici, sito in un centro commerciale della città, con 16 dipendenti risultati irregolari, un centro estetico totalmente abusivo scoperto in pieno centro cittadino, un call center gestito da un palermitano per conto di grosse società di telefonia con 19 lavoratori completamente in nero, una gelateria/pasticceria di Palermo che il giorno successivo all’intervento dei finanzieri ha quasi triplicato l’incasso registrato il giorno precedente (da 3.300 a 9.000 euro) e un panificio del capoluogo che rispetto alla stessa giornata del 2011, dopo il controllo delle Fiamme Gialle, è passato da 45 scontrini emessi a 231, quintuplicando la registrazione d’incassi.

Il piano è stato accompagnato da una contestuale, diffusa azione di contrasto alla vendita di prodotti contraffatti e pericolosi.

Complessivamente sono stati effettuati 32 interventi nel settore, sequestrati circa 15.000 ”pezzi” falsi di vario genere (fra cui, principalmente, abbigliamento e accessori, dvd-cd, materiale elettrico non conforme ai dettami previsti dalla CE) e denunciate 23 persone.

Per tutte le violazioni riscontrate in materia di rilascio di scontrini e ricevute e impiego irregolare di lavoratori, sono state contestate sanzioni in totale pari a circa 1.500.000 euro.

 

Fonte  Ufficio Stampa della Guardia di Finanza

 

E' stato un uomo di 37 anni a segnalare ai Carabinieri di Ficarazzi quelle ossa sulla spiaggia della Crocicchia a Ficarazzi.

Tempo fa un ritrovamento analogo aveva consentito di accertare che non si trattava di resti umani; il problema è che si continua a cercare il corpo mai ritrovato di un mafioso di Villabate Andrea Cottone scomparso nel 2002 per lupara bianca.

E' stato il pentito Stefano Lo Verso, che aveva avuto un ruolo nella scomparsa del Cottone, ad indicare  agli inquirenti nella sua confessione il luogo dove era stato probabilmente nascosto il corpo.

Tant'è che i Carabinieri della Compagnia di Bagheria avevano fatto poco più di un anno fa una serie di "sondaggi" nella zona vicina alla Crocicchia, dove si trovavano un tempo una pizzeria e un minigolf, senza arrivare però ad alcun risultato.

Adessso malgrado le ossa siano in cattivo stato di conservazione, causata si può presumere dall'opera incessante del mare, il p.m. incarivato del caso Geri Ferrara, ha dato disposizione di verificare la possibilità che si tratti di frammenti di ossa umane.

C'è molto scetticismo a proposito di questo ritrovamento, ma il fatto che in quell'area si pensa sia stato seppellito il corpo di Andrea Cottone, spinge gli inquirenti a seguire tutte le possibili piste.

Nella stessa zona oltre un anno fa era avvenuto un regolamento di conti che aveva portato all'uccisione  di un uomo.

 

dai giornali

 

L'incendio si è verificato durante la notte scorsa in via Dante davanti agli uffici della Serit di Bagheria.

Nessun allarme però  è immediatamente scattato e l'incendio si è, probabilmente per carenza di materiale infiammabile, autoestinto.

Solo nella mattinata di oggi mercoledì 25 aprile, la volante della Polizia in un normale giro di perlustrazione ha notato l'ingressodella Società di riscossione delle imposte annerito.

Nessun intervento quindi dei Vigili del Fuoco.

La Scientifica sta ancora nella tarda mattinata effettuando i rilievi, anche se non sembrano esserci dubbi sulla natura dolosa del gesto; sono ancora visibili a terra vistose macchie nerastre dovute al materiale infiammabile utilizzato per dare vita all'incendio che ha lasciato segni vistosi sulla saracinesca di accesso al locale dove viene ricevuto il pubblico.

L'episodio fa il paio con una serie di atti intimidatori, verificatisi nei mesi scorsi a livello nazionale, nei confronti del Direttore generale di Equitalia cui sono stati recapitati nell'ultimo periodo misssive con inquietanti e minacciosi segnali.

Sarebbe un errore liquidare il fatto, che per fortuna non ha arrecato danni agli abitanti del condominio, come un atto di teppismo.

Non è pertanto solo un problema di ordine pubblico, ma è sintomo di un disagio sociale sempre crescente sul quale è opportuno che si concentri l'attenzione delle forze politiche anche locali che hanno il compito di amministrare questa città.

 

Un bagherese e un complice, in un box adibito a deposito di attrezzi agricoli nel centro cittadino, avevano ideato un ingegnoso sistema per truffare Sky, Mediaset ed altri canali a pagamento: muniti di pc, Sky card o Mediaset premium, decoder e altro "decrittavano" il segnale delle pay per view di un abbonamento regolare in modo da renderlo visibile "in chiaro"  e poi tramite internet veloce lo passavano a loro utenti che a costi bassi, con "abbonamenti" di appena 15-20 euro potevano accedere a servizi molto più costosi  offerti da Sky o Mediaset.

E' stata la Guardia di Finanza di Bagheria con  l'operazione "Card Sharing", coordinata dalla Procura di Palermo, che è riuscita a smascherare i due truffatori; con una indagine abbastanza complessa  attraverso gli indirizzi IP, trovati nel box dell'ideatore della truffa, si  è riusciti a risalire anche  a quanti usufruivano illecitanente dei servizi pay tv.

Sono 57 le persone coinvolte nell'operazione: presso cinquanta abitazioni di utenti connessi al sistema sono state effettuate perquisizioni da parte della GdF, con il supporto del Gruppo di Polizia Tributaria, nel corso delle quali sono state rinvenuti particolari modelli di decoders (dream box) direttamente collegati alle reti Internet, da cui prelevavano il relativo segnale trasmesso dagli organizzatori della frode.

Uno dei soci aveva l'incarico di selezionare persone cui venivano intestati gli abbonamenti regolari, pagati con carte prepagate intestate a persone ignare, da cui veniva prelevato il segnale: solo alcuni di costoro erano al corrente dell'uso illecito che veniva fatto della card loro intestata.

Tutti i soggetti, sia i 55 utenti che l'organizzatore del sistema e il suo complice, sono stati denunciati all'Autorità giudiziaria per il reato di "promozione e utilizzo per fini fraudolenti di apparati idonei alla decodificazione di trasmissioni audiovisive ad accesso condizionato", reato punibile con una reclusione sino a tre anni.

Per il procacciatore d'affari è scattata anche la denuncia per "circonvenzione d'incapace " per avere falsamente intestato ad un soggetto diversamente abile sia l'abbonamento che una "posta pay".

Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati 31 decoder tipo "dream box", 2 modem, 2 pc, 1 server, 103 smart card riprogrammabili, 26 smart card Sky, 5 card Mediaset premium, e 1 programmatore per Smart card

 

 

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