Cronaca

I Carabinieri hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Termini Imerese (Dott.ssa Sabina Raimondo) su richiesta della Procura della Repubblica (Procuratore Dott. Alfredo Morvillo e Sost. Procuratore Dott. Bruno Brucoli), nei confronti di FIORISTA Giovanni, classe ‘77, operaio di Casteldaccia, incensurato, gravemente indiziato di essere l’omicida di CALABRESE Salvatore.

Le attività investigative furono avviate il 15 dicembre 2011, quando la moglie di CALABRESE Salvatore, pregiudicato 52enne, ne denunciò la scomparsa ai militari della Stazione Carabinieri di Bagheria.

“U TORINESE”, come era soprannominato CALABRESE che negli anni ‘90 viveva nel capoluogo piemontese dove era stato anche tratto in arresto per estorsione, fu ritrovato cadavere il giorno successivo nei pressi di un villino di campagna, in località Valle Corvo, zona isolata e impervia.

Il corpo giaceva con il volto a terra, mortalmente ferito da tre colpi di arma da fuoco al torace e al capo.

Le indagini hanno condotto i magistrati inquirenti e i militari investigatori a scandagliare le “relazioni pericolose” della vittima: un sottobosco di truffe, rapine, furti e traffico di stupefacenti, delitto quest’ultimo per il quale il figlio Marco è ancora recluso.

In questo contesto, è stata individuata la figura di FIORISTA Giovanni, operaio edile incensurato di Casteldaccia, con il quale nelle ore immediatamente precedenti alla scomparsa il Calabrese aveva fissato un appuntamento per visionare un villino da affittare, essendo stato sfrattato dall’appartamento di Bagheria.

Le intercettazioni telefoniche e ambientali hanno fatto emergere da subito un interessamento sospetto del FIORISTA sull’andamento delle indagini e un’evidente preoccupazione per le numerose persone sentite dai Carabinieri nei giorni successivi al rinvenimento del cadavere.

Le investigazioni sinora condotte portano a considerare che FIORISTA abbia agito da solo, con un arma illegalmente detenuta, premeditando l’omicidio.

Infatti, FIORISTA attira CALABRESE nel luogo dell’eccidio con l’inganno rappresentato dall’occasione di visionare il villino dove trasferirsi con la famiglia. Con sé porta l’arma e il trasporto avviene a bordo della propria vettura.

Le indagini hanno fatto luce anche su una lunga serie di reati contro il patrimonio: danneggiamenti e furti commessi da FIORISTA in concorso con altri soggetti dell’ambiente criminale locale.

Un’attività delinquenziale condotta con sistematicità sul territorio anche con l’uso di armi da fuoco, la cui disponibilità da parte del FIORISTA è un’ulteriore pista lungo la quale proseguono le indagini.

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nella foto in alto le scena del crimine; in basso Fiorista Giovanni

 

Ufficio Stampa Provinciale dei Carabinieri

Erano circa le 11 di questa mattina, quando si è verificato un gravissimo incidente stradale all'incrocio tra via Città di Palermo e via Ignazio Lanza di Trabia: Ciro Fiorista, un uomo di 55 anni residente a Casteldaccia, a bordo della sua Chevrolet Matiz risaliva lungo la via Città di Palermo, allorchè, proprio in vicinanza dell'incrocio, ha tamponato con violenza una Fiat Punto di colore amaranto che la precedeva.

Lo sbigottimento dei presenti ha lasciato intuire la tragedia che si stava consumando, perchè la Matiz subito dopo l'urto ha continuato la propria corsa andando letteralmente a sfondare il portone di un magazzino che si trova all'angolo di via Ignazio Lanza di Trabia; e stata così frenata, in maniera improvvisa e traumatica, la corsa dell'auto.

altL'uomo, probabilmente colpito da un malore appena prima del tamponamento, stando alle testimonianze di qualcuno dei presenti sarebbe morto sul colpo.

Sul luogo sono immediatamente intervenuti gli agenti del corpo di Polizia municipale, i carabinieri, ed i Vigili del Fuoco, che erano stati chiamati per estrarre il corpo dall'auto.

Mentre scriviamo si attende l'arrivo del magistrato di turno che dovrà autorizzare la rimozione del corpo; si cercherà soprattutto di capire se già al momento del tamponamento l'uomo fosse morto, o se al momento dell'urto fosse solo incosciente, e sia stato il forte impatto all'interno del magazzino a provocarne il decesso.

Sul posto, in attesa dell'arrivo del magistrato, stanno lavorando, per raccogliere elementi utili per capire la dinamica della tragedia, gli uomini della Polizia Municipale, coordinati dal tenente Salvo Bartolone.

L'ambulanza del 118 è stata chiamata per dare soccorso ai familiari della vittima, subito avvisati e accorsi, e che erano comprensibilmente scioccati.

Sono stati i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Bagheria nella giornata di ieri a trarre in arresto in esecuzione di un Ordine di Custodia Cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palermo MUSSO Caterina, pregiudicata palermitana classe 1950 con l’accusa di favoreggiamento della prostituzione.

Per il medesimo reato, è stata notificata la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia Giudiziaria V.M. , casalinga bagherese.

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Il provvedimento scaturisce dalle indagini svolte dall’Arma di Bagheria e coordinate dalla Procura di Palermo (Sost. Proc. Siro De Flammineis) su un giro di prostituzione messo in piedi dalle due donne, che ricevevano i clienti presso l’abitazione della Musso, sita in una zona periferica ed appartata dell’abitato di Bagheria, nei pressi della stazione ferroviaria.

In particolare, le investigazioni, consistite in intercettazioni telefoniche e servizi di osservazione e pedinamento hanno permesso di accertare che la MUSSO metteva a disposizione la propria casa anche ad altre donne che si prostituivano, pretendendo per se una percentuale fissa, pari a 20 euro sulle somme versate dai clienti per ogni singola prestazione.

L’arrestata è stata tradotta presso la casa circondariale “Pagliarelli” di Palermo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

 

Fonte  Ufficio Provinciale Stampa dei Carabinieri - nella foto: Musso Caterina

Le colleghe di stanza e di ufficio che non riuscivanmo a trattenere le lacrime, la forte commozione del sindaco Vincenzo Lo Meo e dell'ex sindaco Biagio Sciortino, nei brevi interventi che pronunciano alla conclusione della cerimonia, le parole di conforto religioso del celebrante, così profonde e pertinenti, che pure non aveva conosciuto Patrizia.

Patrizia è in Germania, a Ulm, dove soleva recarsi dopo le cure che stava facendo a Milano per il male che l'aveva colpita, e dove la vita l'ha lasciata, a soli 48 anni.

Nelle stesse ore in cui nelle cittadina tedesca i familiari più stretti di Patrizia davano l'addio alle sue spoglie mortali, a Bagheria in una analoga cerimonia, pur senza la presenza del feretro, l'addio a Patrizia è stato altrettanto coinvolgente.

In Chiesa ci sono soprattutto i colleghi, assieme ai familiari di Patrizia rimasti a Bagheria; ci sono Lo Meo e Sciortino, in prima fila anche la presidente del consiglio, Caterina Vigilia; c'era anche il vicepresidente Antonio Scaduto, la segretaria generale Mimma Ficano,  tanti gli asessori e i consiglieri, ma c'erano soprattutto loro, i colleghi di lavoro, che nei venti anni di attività presso il Comune avevano imparato a voler bene e ad apprezzare, questa ragazza, dolce e discreta, grande lavoratrice, preparata e gentile con tutti.

Non si poteva non voler bene a Patrizia, ci dice qualcuno, perchè era innanzitutto una bella persona. Amava la musica, ci ricorda l'architetto Rosario Scaduto che assieme ad un gruppo di amici della ragazza, ce ne ricorda le doti e le passioni.

L'amore per la musica l'aveva presa dal padre Vincenzo, che per decenni sin dai primi anni '70, fu un punto fisso di riferimento, per quelle occasioni in si voleva regalare un disco.

Non si riescono a dare pace soprattutto le colleghe di stanza e di ufficio di Patrizia, quelle che la incontravano ogni giorno, e che ogni giorno, vedevano la sua lena nel lavoro, la sua serenità, la sua capacità di risolvere dietro le porte del potere anche situazioni difficili che si venivano a creare.

Tutti i sindaci a partire da Giovanni Valentino nel 1996 l'avevano trovato e confermata in quell'ufficio estremaente delicato che è la segreteria di un sindaco: dove contano sì la professionalità e la discrezione, ma dove le armi vincenti, come Patrizia aveva saputo dimostrare, erano state la dolcezza e l'affabilità.

 

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