Cronaca

I Carabinieri del Nucleo Operativo della Piazza Verdi hanno proseguito senza sosta le indagini sul conto di CORRADINO Gandolfo, trantaduenne pregiudicato, arrestato ieri con l’accusa di detenzione abusiva di armi, ricettazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Il CORRADINO, rampollo di famiglia per bene ed erede di numerosi immobili su tutta Palermo, a quanto pare avrebbe preferito dedicarsi, alla coltivazione della Cannabis in un insospettabile appartamento del centro storico cittadino.

Ad indirizzare i Carabinieri sono stati proprio i dépliant trovati all’interno della cassaforte durante le fasi dell’arresto, vere e proprie guide che svelavano tutti i segreti sulla coltivazione di cannabis.

Così ,perquisendo le varie proprietà del CORRADINO, sempre in via Mariano Stabile, sono state trovate e sequestrate circa 161 piante di Marijuana, disposte su più file ordinate e ben illuminate da un impianto alogeno di ultimissima generazione, collegato direttamente alla rete pubblica.

Gli arbusti erano stati selezionati e seguiti in maniera scientifica con l’ausilio di concimi chimici e impianti d’aereazione, per poter produrre “erba” con principio attivo particolarmente elevato.

L’ipotesi investigativa è quella che le piantine fossero coltivate per essere smerciate direttamente nelle piazze di spaccio della “Palermo Bene”.

CORRADINO deferito in stato di libertà per coltivazione di sostanze stupefacenti e furto aggravato è ora in attesa che l’Autorità Giudiziaria si esprima anche in merito alla coltivazione ed al furto di energia elettrica.

Fonte Ufficio Stampa dei Carabinieri
 

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Nel pomeriggio di ieri a Bagheria , i Carabinieri della locale Stazione, a conclusione di un servizio mirato alla repressione del fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti, hanno tratto in arresto VISCUSO Giovanni, nato a Palermo, classe 1976, residente a Bagheria.

A seguito di perquisizione domiciliare i Carabinieri rinvenivano 50 grammi di hashish, suddivisa in 30 involucri, un bilancino di precisione nonché materiale per il taglio e confezionamento dello stupefacente, il tutto sottoposto a sequestro.

L’arrestato è stato associato presso la casa Circondariale “Ucciardone” di Palermo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

nella foto a destra Viscuso Giovanni

 Nel pomeriggio invece è stato tratto in arresto I.A., nato a Palermo classe 1993, residente a Bagheria disoccupato, ritenuto responsabile del reato di detenzione illecita ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

A seguito di perquisizione personale, i Carabinieri hanno rinvenuto gr. 40 circa di sostanza stupefacente del tipo “hashish” e la somma contante di € 35, il tutto posto sotto sequestro.

L’Autorità Giudiziaria disponeva la traduzione dell’arrestato presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari in attesa di giudizio.

Fonte Ufficio Stampa dei Carabinieri

Non passa giorno che la cronaca di Bagheria e del territorio non registri episodi legati a piccoli furti e rapine spesso occasionali e realizzati senza l'impiego di armi, talora, per fortuna più raramente, con l'impiego di pistole e con tecniche da rapinatori consumati.

Gli ultimi episodi, entrambi ieri  ed in pieno giorno intorno alle 10.30 del mattino, uno consumatosi a Ficarazzi , l'altro a Bagheria: a Ficarazzi è stata forse la distrazione del proprietario di una villetta in contrada Gorga che aveva lascito l'auto con le chiavi inserite all'interno dello spazio antistante l'abitazione che si è visto scomparire letteralmente sotto gli occhi la propria auto una Lancia Y .

A Bagheria invece, galeotta è stata una scala a pioli che l'occasionale ladro si è trovato fra le mani e che gli ha suggerito l'dea di tentare di entrare in un appartamento al primo piano in via Varvaro, una traversa di via C.A.Dalla Chiesa.

Tentativo sventato dal tempestivo intervento dei vicini proprio mentre cercava di forzare le imposte..

Certo l'impossibilità di trovare un lavoro anche modesto e le esigenze insopprimibili di sopravvivenza spingono taluni a delinquere, ma non sempre e non solo questi episodi sono sintomi di disagio sociale ma talora segnalano  anche una abitudine a delinquere che si consolida nel tempo e diventa in qualche modo "una scelta di vita". 

Su entrambi gli episodi indaga la Polizia.

All’alba i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri hanno dato esecuzione a due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal G.I.P. del Tribunale di Termini Imerese a carico dei pregiudicati: SALEMI Paolo, 35 anni, residente a Misilmeri, e del palermitano FAUCI Santo 39 anni, entrambi ritenuti responsabili di estorsione mediante la tecnica del “cavallo di ritorno”.

Le indagini condotte dai militari hanno permesso di documentare come un imprenditore locale, vittima di furto di mezzi d’opera, fosse stato contattato dai due estorsori che, previo pagamento di una ingente somma di denaro, avrebbero assicurato la restituzione di quanto ingiustamente sottratto.

L’attività dei Carabinieri aveva inizio lo scorso 6 novembre, dopo che un imprenditore edile palermitano aveva denunciato, presso la Stazione Carabinieri di Palermo Centro, il furto del proprio autocarro regolarmente parcheggiato in via Catania.

Gli uomini dell’Arma, tenendo sempre la vittima all’oscuro delle indagini in corso, attivavano un complesso apparato investigativo: da un lato attraverso un’attività tecnica e dall’altro tramite una pressante attività info-investigativa riuscivano ad avere certezza che qualcuno aveva contattato la vittima promettendogli la restituzione del mezzo previo pagamento di una somma in denaro.

Gli operanti ricostruivano così la successione dei fatti: dal contatto all’accordo e quindi la restituzione del furgone rubato previo pagamento della somma in contanti di 2.500 euro.

La svolta definitiva alle indagini giungeva la sera dello scorso 8 novembre, quando i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Misilmeri organizzavano un servizio di osservazione, controllo e pedinamento, filmando, tra mille difficoltà, gli estorsori e la vittima durante le fasi finali della trattativa, avvenuta davanti ad un noto bar del quartiere “Bonagia” del capoluogo.

Ottenuta la somma di denaro, i due avevano indicato alla vittima dove andare a recuperare il mezzo, consigliandogli caldamente di contattare i Carabinieri per denunciare il rinvenimento “casuale” del proprio autocarro.

I due estorsori sono attualmente detenuti presso la casa circondariale “Cavallacci” di Termini Imerese a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Sono in corso ulteriori attività di indagine dei Carabinieri, al fine di accertare se i due siano autori di analoghi episodi e non si escludono ulteriori sviluppi.

Fonte Ufficio Stampa dei Carabinieri

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