Cronaca

 

Un diportista è stato trovato morto in mare al largo di Palermo. È una delle tre persone uscite stamane in barca dal porticciolo della Bandita che risultavano dispersi.

.Dopo l'allarme dei parenti, Capitaneria e vigili del fuoco, con l'ausilio di un elicottero della Gdf, avevano iniziato le ricerche. 

L'uomo, Davide Arena, galleggiava su un salvagente privo di vita

La motovedetta con a bordo il cadavere del naufrago è giunta al porto di Palermo.

I due dispersi sono Salvatore Zarcone e Massimo Perricone.

Tutti intorno ai 30 anni. I tre erano colleghi di lavoro al Centro revisione auto Zarcone.

Intanto, continuano le ricerche con motovedette ed elicotteri della guardia costiera, guardia di finanza, vigili del fuoco,
carabinieri e polizia che, seguendo la direzione del vento e delle correnti, stanno perlustrando lo specchio d'acqua tra il porto di Palermo e la località di Aspra. 

I soccorritori hanno individuato alcuni oggetti che farebbero parte dell'equipaggiamento della piccola barca usata dai tre amici, tra i 30 e i 35 anni.

Evidnetemente la tragedia si è consumata in pochi istanti, perchè nessuna chiamata è partita dai cellulari di nessuno dei tre: stamane c'era vento di scirocco che arrivavaa 11 nodi,ed in molti pescatori dilettanti avevano preferito rinuncire.

L'ipotesi più plausibile è quella di un improvviso capovolgimento della barca messasi magari al traverso delle onde.

L'imbarcazione in vetroresina, equipaggiata con un motore di 5 cavalli, era salpata intorno alle 6, poi era stata vista rientrare e quindi riprendere il mare, ma da allora nesuna notizia

Nelle operazione di ricerca dei due dispersi che stanno proseguendo anche durante la notte sono impegnate 8 motovedette: 5 della Guardia costiera e 3 della Guardia di finanza, della polizia e dei carabinieri, oltre a un aereo della Capitaneria di porto proveniente da Catania. 

 

Lui sostiene di essere una vittima: Vito Peirnto di 55 anni, originario di Torretta, da anni viveva da solo  a Bagheria, senza fissa dimora e perennemente disoccupato, ricevendo talvolta qualche aiuto dalla Caritas o dai servizi sociali del comune. Un tredicenne lo accusa di aver subito molestie e violenze sessuali nella casa di Bagheria dove l'uomo aveva avuto l'ultimo domicilio fisso, ricevendo in cambio qualche soldo e qualche regalo.

E non solo; perchè Perinto  lo avrebbe anche  minacciato dicendogli che se  avesse rivelato qualcosa ai familiari avrebbe recato danno alla sorella

Ma l'uomo nell'interrogatorio cui lo ha sottoposto il GIP Nicola Aiello ribalta le accuse;:a suo dire sarebbe stato il ragazzino che lo cercava continuamente per ricevere piccole regalìe in cambio di concessione di confidenze sessuali.

La versione del Perinto però non regge, perchè pare che avesse tentato di adescare anche un altro ragazzino il cui padre lo aveva però ripetutamente picchiato per costringerlo a lasciare in pace il proprio figlio.

Di fatto l'uomo che faceva il posteggiatore abusivo nella  centralissima via Mattarella, negli ultimi mesi viveva come braccato: non appena trovava un minimo di alloggio di fortuna, nel quartiere scattava l'allarme e con le buone o con le cattive veniva costretto a cambiare aria.

Il Perinto che a Bagheria era solito stazionare nella zona dei Pilastri, qualche anno fa aveva lanciato attraverso una televisione privata un appello al comune per potere avere un tetto.

 

I Carabinieri della Stazione di Palermo Resuttana Colli, nella serata del 21 marzo 2013, hanno tratto in arresto SIGNORINO Vito (51 anni) e SIGNORINO Giovanni Battista (21 anni), palermitani, padre e figlio, per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

L’attività di polizia giudiziaria ha interessato il centro estetico “Blue Moon”, gestito dai due soggetti in via Ugo La Malfa n.62, ove, in un appartamento al 5° piano, i militari hanno riscontrato come non ci si limitasse solamente ad innocenti “massaggi”, ma vi fosse una vera e propria casa di prostituzione. 

Infatti, a seguito di un articolato servizio di osservazione, i Carabinieri notavano un continuo via vai di persone e, contestualmente riuscivano ad identificare e raccogliere le testimonianze di diversi avventori del centro massaggi.

In particolare, i “clienti” riferivano come gli appuntamenti fossero presi telefonicamente, chiamando numeri riportati su annunci pubblicati in diversi siti pornografici.

Appurato ciò, i militari, visto l’ennesimo cliente entrare nel palazzo, decidevano di fare irruzione, cogliendo il cliente in intimità con una delle “massaggiatrici” ed identificando, così altre 6 donne presenti nei vari locali, tra cui 2 segretarie.

Negli uffici in Caserma, sia i gestori che le donne continuavano a negare qualsiasi coinvolgimento nell’attività di prostituzione, dichiarando di lavorare per i SIGNORINO dal dicembre 2012 e di svolgere un lavoro “onesto”.

Il tariffario utilizzato per le prestazioni si aggirava tra i 50 ed i 100 € a seconda della prestazione richiesta dal cliente.

Nel corso delle perquisizioni venivano, inoltre, rinvenuti e sequestrati 3 telefoni cellulari, utilizzati per gli appuntamenti, e la somma di euro 280.00, presunto provento illecito attività di prostituzione.

Gli arrestati, a seguito delle formalità di rito, sono stati associati presso la locale casa circondariale “Ucciardone”, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Sono in corso ulteriori indagini dei Carabinieri della Compagnia Palermo-San Lorenzo al fine di accertare, se oltre agli odierni arrestati, siano coinvolte altre persone.

Ufficio Stampa Provinciale dei Carabinieri
 

Quell'incrocio maledetto realizzato ai tempi del sindaco Pietro Sanfilippo sin dall'inizio suscitò perplessità e polemiche: la via Falcone sembra, sia per volumi di traffico che per larghezza, dovere avere una "naturale precedenza" sulla via che porta alle rovine di Solunto.

Ma talvolta le norme fanno a pugni con il buonsenso: la strada che porta a Solunto è una strada provinciale , la 56, mentre la via Falcone è una semplice strada comunale.

C'è quindi una "prevalenza" che porta a dare l'obbligo di precedenza ai veicoli che salgono o scendono da Solunto.

Quasi nessuno rispetta questo stop all'incrocio; quasi tutti rallentano, una veloce occhiata, quindi ripartenza  e via.

Da tempo si pensa di realizzare una rotatoria in quel posto proprio per evitare i frequenti incidenti, ma come si sa la burocrazia rallenta tutto, e stavolta è arrivato prima un destino tragico che ha troncato la vita di  una ragazza di Aspra, dove abitava in via Perez con i genitori, Tamara Rotolo, che avrebbe compiuto 30 anni il prossimo 29 luglio.

E' spirata per le ferite riportate nell'incidente alle 22.30 di ieri sera al Buccheri La Ferla, dove i sanitari di turno hanno fatto di tutto per salvarla.

L'ora dell'incidente di ieri sera all'imbrunire, può avere ingannato la ragazza alla guida della potente moto Kawasaki 750 impedendole di vedere la Golf, una donna alla guida, che, presumibilmente, scendeva da Solunto.

Sul luogo dell'incidente non c'erano segni di frenata nè dell'auto nè della moto.

Sin da subito ai primi soccorritori le condizioni della giovane asprense erano apparse gravissime, mentre meno gravi erano le condizioni dell'altra ragazza cojnvolta G.S., bagherese di 22 anni

Sul luogo dell'incidente i Carabinieri hanno ritrovato un casco, ma non era chiaro se fosse indosso a qualcuna delle due ragazze. 

Tamara Rotolo foto tratta dal web

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