Cronaca


Un’altra giovane vita spezzata. Erano circa le cinque quando Alessia Prestigiacomo, 22enne palermitana, ha perso la vita in un drammatico incidente mentre era alla guida del suo motociclo Peugeot in via Piano dell'Ucciardone, nei pressi di via Enrico Albanese.

Da definire la dinamica dell'incidente. Sul posto il medico legale e la polizia municipale che sta cercando di ricostruire la dinamica dell'incidente, forse causato da una sbandata che avrebbe fatto perdere il controllo del mezzo alla ragazza, per cui pare che non ci sarebbero altri mezzi coinvolti nell'incidente.

Alessia è stata soccorsa dal personale del 118 chiamato da alcuni passanti e trasportata all’ospedale di Villa Sofia dove è morta.

 

da palermocronaca.it


 

I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo, coordinati dalla D.D.A. di Palermo (Procuratore Aggiunto dott. Leonardo AGUECI, Sost. Proc. dott.ssa Caterina MALAGOLI e dott.ssa Francesca MAZZOCCO), hanno dato esecuzione a 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Tribunale di Palermo (Dott. Riccardo RICCIARDI), nei confronti di altrettanti soggetti riconducibili ai Mandamenti mafiosi di Porta Nuova, Brancaccio e Mazzara del Vallo, nonché ad un soggetto riconducibile alla Criminalità Organizzata Napoletana, in quanto ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso e traffico di stupefacenti.

I provvedimenti scaturiscono dalle risultanze investigative che, nel corso del mese di luglio, hanno portato all’emissione di 26 fermi del P.M. nell’ambito dell’operazione denominata Alexander che ha portato all’azzeramento del Mandamento Mafioso di Porta Nuova.

In particolare, nel provvedimento viene contestato il reato di associazione mafiosa a CIRESI Antonino, personaggio di grossa caratura criminale, braccio destro del reggente del Mandamento Alessandro D’AMBROGIO, nonché reggente della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio.

CIRESI, più noto come Zio Nino, affilato da vecchia data al Mandamento Mafioso di Porta Nuova, già detenuto per altra causa, oltre a partecipare ai principali incontri con esponenti mafiosi di altri mandamenti, unitamente a SERANELLA Antonino si occupava della riscossione dei proventi delle estorsioni e del mantenimento delle famiglie degli affiliati .

Affiliato di riferimento per l’intero mandamento, vista la sua età e la lunga militanza in Cosa Nostra, CIRESI Antonino si impegnava in prima persona per dirimere le controversie che potevano sorgere tra gli affiliati al mandamento e tra questi ultimi e gli affiliati ad altri mandamenti Zio Nino: “... non ci sono problemi fra di noi / Zio Nino: “... giusto è Gianni? dico tra la gente come noi altri” / Giovanni: “... si accavallano le voci ... tra tutti quelli come noi altri problemi non ce n’è giusto?”.

Altrettanto chiara risultava la titolarità di CIRESI dell’azienda di macellazione e distribuzione di carni denominata Ovinsicula, sequestrata nell’ambito dell’ operazione Alexander, titolarità che lo stesso esercitava anche dal carcere con l’aiuto del figlio (Zio Nino: “... : “... poi un’altra cosa, gli dici a –omissis- e a tutti... nei conti e nei discorsi voglio assistere io me l’ha detto mio padre, tutta la fiducia ce l’hai sempre tu –omissis- però mio padre vuole che io le cose li devo sapere ... omissis ... mio padre dichiarazioni non ne ha fatto, perciò lui quando viene chiamato ma quali soci... veniva a leggersi il giornale, ogni tanto vendeva qualche vitello...”).

Altro personaggio destinatario del provvedimento restrittivo, con l’accusa di traffico di stupefacenti, è FERRO Vincenzo detto Renzo. Questi, affilato al Mandamento Mafioso di Brancaccio e più precisamente alla famiglia di Corso dei Mille, aveva costanti rapporti con D’AMBROGIO Alessandro con il quale condivideva la gestione (importazione e successiva distribuzione) degli stupefacenti su gran parte del territorio cittadino ed in alcune province dell’isola. I suoi contatti con esponenti della criminalità organizzata partenopea facevano sì che D’AMBROGIO si fidasse ciecamente di lui tanto da affidargli settimanalmente ingenti somme di denaro da investire nel mercato degli stupefacenti.

Il FERRO, oltre ad avere costanti e privilegiati rapporti con D’AMBROGIO Alessandro, per i dettagli degli affari si relazionava a vario titolo con altri componenti dell’organizzazione, tra cui SERANELLA Antonino. FERRO, ben inserito nel contesto del narcotraffico, aveva ottime referenze su Napoli e provincia dove, settimanalmente, dopo aver raccolto i soldi dei vari mandamenti che partecipavano all’associazione, si recava per approvvigionare lo stupefacente necessario a soddisfare il fabbisogno settimanale. Dalle indagini emergeva chiaramente che nell’attività illecita, oltre ai mandamenti di Porta Nuova e Brancaccio, erano coinvolti anche i mandamenti di Pagliarelli e Uditore (Renzo: “... gli dice a questi del ... Pagliarelli ... inc. ... gli dici che per 50 grammi ... inc. ... gli dici non lo cercate più a questo” / Renzo: “... Alessandro! e gli dici pure che a me non me ne devono domandare più. soprattutto questi del Pagliarelli e questi dell’Uditore .

 

Altro personaggio sicuramente importante nella gestione del traffico degli stupefacenti era DARDO Gaspare, noto come lo Zio Asparino. Destinatario del provvedimento con l’accusa di traffico di sostanze stupefacenti, giocava un ruolo importante nell’acquisto di grossi quantitativi di stupefacente e riusciva a mettere in contatto il gruppo dei Palermitani (riconducibile a D’AMBROGIO e rappresentato da SERANELLA Biagio, CHIAPPARA Marco, TAGLIAVIA Pietro, SCIMONE Franco e ALESSI Giovanni) con quello dei Mazaresi (rappresentati da ASARO Salvatore e SISIA Umberto). Dall’alleanza tra i due gruppi nasceva l’esigenza di creare un canale diretto per l’approvvigionamento di Cocaina e Hashish, affrancandosi quindi dal classico canale Napoletano (per abbattere i costi di intermediazione e aumentare i ricavi).

Infine il provvedimento restrittivo ha colpito anche NAPOLITANO Ciro, campano di origine che, oltre ad aver messo in contatto SERANELLA Biagio con i fornitori Napoletani, faceva giungere a Palermo svariati chilogrammi di cocaina. Infatti, nel mese di dicembre 2012 veniva fermato un corriere, legato al Napolitano e proveniente da Napoli, con 3 kg. di sostanza stupefacente . Lo stesso NAPOLITANO, nel mese di febbraio 2013, veniva fermato al porto di Palermo di ritorno a Napoli con un 1,5 kg. di cocaina, residuo di una partita giunta precedentemente in città e non ritenuta di ottima qualità .

 

ELENCO ARRESTATI :

1. CIRESI Antonino, nato a Monreale (PA) il 23.05.1943;

2. DARDO Gaspare, nato a Marsala il 30.08.1956;

3. FERRO Vincenzo, nato a Palermo il 24.03.1976;

4. NAPOLITANO Ciro, nato a Napoli il 12.01.1984.

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Dardo Gaspare                                                                  Ferro Vincenzo

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Napolitano Ciro                                                        Ciresi Antonino

 

 

Nel pomeriggio di ieri a , in Bagheria (PA), i Carabinieri della locale Stazione, nel corso di un servizio finalizzato al contrasto dei furti di energia elettrica condotto unitamente a personale dell’Enel, traevano in arresto per furto aggravato:

- MARGARESE Nicolo’, classe 1976”, residente in Bagheria;

- GIGLIO Maria Loredana, classe 1982”, residente in Bagheria.

In particolare, nel corso del controllo veniva riscontrato che i predetti, al fine di abbattere i consumi di energia elettrica, avevano fatto realizzare da un concittadino elettricista, deferito in stato di libertà - un allaccio diretto alla rete Enel, per mezzo del quale venivano alimentati i rispettivi appartamenti, siti al secondo e primo piano di una palazzina nel centro di Bagheria.

Il danno arrecato, dai primi accertamenti, parrebbe aggirarsi sugli 8.000,00, e non risulta coperto da assicurazione.

Gli arrestati, su disposizione dell’A.G., hanno passato la scorsa notte presso le proprie abitazioni, in regime di arresti domiciliari, e nella mattinata odierna sono stati tradotti presso il Tribunale di Termine Imerese (PA) per il processo con rito direttissimo, conclusosi con la convalida dell’arresto e la fissazione dell’udienza al prossimo 20 novembre.

Beni immobili per circa 1,8 milioni di euro sono stati confiscati dalla Guardia di finanza di Palermo in esecuzione di tre distinti provvedimenti emessi dagli uffici misure di Prevenzione dei Tribunali di Palermo e Trapani sulla base dei risultati di accertamenti economico-patrimoniali. Tra le persone colpite dalla misura di prevenzione figure anche un parente del boss latitante Matteo Messina Denaro. 

 

Il primo provvedimento, che riguarda beni immobili per oltre 1,2 milioni di euro, è stato eseguito nei confronti di Giovanni Cusimano, 72 anni, di Palermo destinatario nel 2008 di un' ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa ed estorsione. Viene indicato dagli investigatori come appartenente alla famiglia mafiosa di «Tommaso Natale», legato da rapporti di parentela con il boss Salvatore Lo Piccolo, per conto del quale avrebbe gestito e riscosso il pizzo ai danni di numerose attività commerciali, in alcuni casi anche imponendo l'assunzione di soggetti vicini alla cosca.

Il secondo provvedimento che riguarda, tra l'altro, una impresa edile e due ditte di lavorazione del marmo per un valore di circa 370mila euro, è stato eseguito nei confronti di Cosimo Moceri, 55 anni, di Campobello di Mazara (Trapani) arrestato nel luglio 2010 per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di cocaina aggravata dall'aver costituito un gruppo criminale dotato di collegamenti tra l'Italia ed il Sudamerica, di società import-export di copertura nei principali porti europei.

La terza confisca - di conti correnti, depositi, investimenti in titoli e polizze assicurative per circa 220.000 euro - è stata disposta dal Tribunale di Trapani nei confronti di Salvatore Messina Denaro, 60 anni, di Castelvetrano arrestato nel marzo del 2010 per associazione mafiosa ed intestazione fittizia di beni perchè ritenuto reggente del mandamento mafioso di Castelvetrano in quanto parente stretto del latitante Matteo Messina Denaro.

da gds.it
 

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