Cronaca

Sarà questo il tema dell'incontro che si terrà a Bagheria in aula consiliare venerdì prossimo 29 novembre alle ore 17, organizzato dal coordinamento territoriale dei Circoli del Pd. Ospite della manifestazione Vincenzo Liarda che da tempo è impegnato nella battaglia per il riuso sociale del feudo "Verbumcaudo" a Polizzi  Generosa, bene confiscato al boss mafioso Michele Greco.

Sarà un modo per manifestare la vicinanza della nostra comunità a Liarda, oggetto di recenti intimidazioni mafiose e focalizzare l'attenzione sui tanti beni confiscati alla mafia, non ancora utilizzati e su quelle imprese, passate allo Stato, che oggi vivono un grave momento di incertezza per il loro futuro. 

È il caso dell'ex aziende di Michele Aiello, Clinica Santa Teresa e quelle edili, che impiegano sul territorio qualche centinaio di lavoratori. Sullo sfondo, la legge di iniziativa popolare sul riuso sociale delle aziende sequestrate e confiscate alle mafie, per sfruttarne a pieno le potenzialità occupazionali e di sviluppo per i territori, per ampliare l'attuale copertura degli ammortizzatori sociali, favorire l'emersione alla legalità dell'azienda nel momento della gestione da parte dell'autorità giudiziaria, sostenere il percorso di riconversione delle aziende per rilanciarle nella fase di confisca.

Dal 1992 ad oggi i beni sequestrati assommano a un valore stimato di oltre 14 miliardi e 475 milioni di euro, di cui 7 miliardi oggetto di confisca definitiva, inoltre, sono state oltre 9 mila le ordinanze di custodia cautelare emesse, 922 le misure di prevenzione e 5223 le imprese monitorate.

IL CIRCOLO PD DI BAGHERIA
 

Dopo diverse notti di appostamenti e pedinamenti, la scorsa notte, gli uomini della Guardia Costiera di Porticello, hanno sorpreso un uomo intento a rubare carburante da un motopesca ormeggiato in porto.

Il ladro avvalendosi dell’ausilio di un’altra piccola imbarcazione, anch’essa rubata per lo scopo, dopo essersi affiancato al motopesca, trasbordava il gasolio trafugato versandolo in un grosso contenitore.
L’uomo alla vista dei militari della guardia costiera flavese, fuggiva gettandosi in mare e sottraendosi all’arresto si dileguava tra le numerose imbarcazioni presenti in porto.

Lo stesso identificato come F.F. di 40 anni è stato deferito all’A.G.
 

Comunicato dell'Ufficio circondariale marittimo di Porticello

La droga partiva dal Perù, attraversava porti e aeroporti grazie a insospettabili corrieri e a sistemi di trasporto capaci di eludere anche i controlli più sofisticati, e alla fine sbarcava in Sicilia. Destinazione "Palermo bene". E col bene placito dei boss. Dopo una lunga indagine - correlata di arresti in flagranza e di sequestri - la polizia di Palermo ha smantellato una rete di spaccio capace di piazzare qualsiasi tipo di sostanza nel mercato cittadino e di importare anche grossi quantitativi di cocaina da Sud America. 

Sono 15 le persone individuate finora e alle quali, da questa notte, gli agenti della sezione Antidroga della Squadra mobile - conl’ausilio di unità cinofile e di un elicottero - stanno notificando un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari su richiesta della direzione distrettuale antimafia di Palermo.

Le accuse, per tutti, vanno dall'importazione in Italia al traffico e alla detenzione di sostanze stupefacenti. L'organizzazione, è stato accertato dagli investigatori, era capace di soddisfare qualsiasi richiesta e in particolare cocaina, eroina e hashish.

Sofisticate anche le tecniche di trasporto dello stupefacente, grazie anche alle competenze tecniche di un chimico: attraverso il cosiddetto procedimento di "inversione" indumenti e prodotti tessili in genere venivano impregnati di sostanza stupefacente per facilitarne il trasporto; all'arrivo la cocaina veniva recuperata dagli abiti.

Alla regia, secondo l'accusa, c'era l'avvocato palermitano Memi Salvo, ritenuto vicino ai boss di Brancaccio Giuseppe e Filippo Graviano e già condannato a 4 anni e otto mesi per mafia e per avere aiutato la sorella dei due ergastolani (accusati tra l'altro delle stragi del '92 e del '93) a trasferire capitali mafiosi all'estero. Nel 2008, dopo avere presentato pubbliche scuse, Salvo riuscì ad iscriversi nuovamente all'ordine degli avvocati (quello di Locri) e riprese la professione.

L'operazione, denominata “Monòpoli”, ha consentito di ricostruire una fitta rete di spacciatori e corrieri composta sia da volti noti ma anche da insospettabili. Tra i destinatari del provvedimento, ci sono infatti pregiudicati per droga, recidivi con precedenti specifici e una serie di insospettabili corrieri scelti spesso proprio per la loro fedina penale immacolata. Che per l'organizzazione rappresentava una sorta di garanzia in più nel caso di controlli mirati.

L’indagine, che gli uomini diretti dal vice questore aggiunto Stefano Sorrentino hanno condotto con il coordinamento del procuratore aggiunto Teresa Principato, oltre a disarticolare l’intero organigramma, ha portato al sequestro di ingenti quantitativi di droga e ha evidenziato ancora una volta come sia forte, soprattutto negli ultimi anni, l'interessamento di Cosa nostra, delle famiglie di Palermo e Villabate.

gds.it


 

Ci è giunta notizia che intorno all'una di questa notte gli uomini dell'Ufficio circondariale marittimo di Porticello, avrebbero fermato e identificato un uomo che durante la notte stava cercando di rubare carburante da un motopesca attraccato sul molo del porto.

Pare che da diverse notti gli uomini del Circomare di Porticello abbiano fatto degli appostamenti per cogliere l'uomo con le mani nel sacco.

Questa notte i loro sacrifici sono stati premiati.

Da diverso tempo infatti all'interno del bacino portuale si sono susseguiti dei furti di carburante e di attrezzature dai motopesca: addirittura nei mesi di luglio e settembre di quest'anno due barche erano state rubate e dopo essere state portate al largo e depredate di tutto, erano state abbandonate alla deriva.

Le denunce dei pescatori e delle loro associazioni erano culminate in un lettera appello per sollecitare gli organi preposti ad intervenire: Procura dell Repubblica, Prefettura, Autorità di polizia e Carabinieri, Ufficio circondariale marittimo, VV.UU. ecc...

Peraltro il sistema di video sorveglianza dell'area portuale, non avendo il software di registrazione, doveva essere monitorato, per così dire,  in diretta.

Stando ad una prima ricostruzione un uomo che stava armeggiando intorno al serbatoio di un peschereccio, successivamente identificato in F.F. di 40 anni, non appena vistosi scoperto, si è buttato in acqua da dove è stato recuperato dagli operatori agli ordini del comandante dell'Ufficio circondariale marittimo Nicola Silvestri.

 

 

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