Cronaca

È in corso da stamattina nella provincia di Palermo una vasta operazione antidroga, denominata “Horus”, da parte dei Carabinieri della Compagnia di Palermo San Lorenzo, che stanno eseguendo diverse decine di ordinanze di custodia cautelare, emesse dal GIP del Tribunale di Palermo su richiesta della locale Procura della Repubblica. Traffico e detenzione illeciti di sostanza stupefacente ai fini di spaccio sono i reati contestati.

Filmati dai carabinieri ben 2.322 episodi di spaccio in soli 75 giorni di osservazione in una via del quartiere Zisa” di Palermo.  

Un piccolo esercito di vedette e spacciatori, un giro d’affari di duemila euro al giorno, ed hashish e marijuana a fiumi, centinaia di clienti  a caccia della dose giornaliera per lo spinello, ma anche di cocaina ed eroina.

È uno spaccato inquietante quello che emerge dall’ultima inchiesta condotta dai carabinieri alla Zisa e culminata, stanotte, con 33 arresti per produzione, traffico e detenzione di droga finalizzata allo spaccio. Coinvolto anche un minorenne, la cui posizione è adesso al vaglio della procura dei minori.

Per due mesi e mezzo i militari della compagnia San Lorenzo hanno monitorato i movimenti nel quartiere, hanno piazzato cimici e telecamere, filmato l’arrivo dei clienti, il passaggio di droga e di denaro. In qualche caso, nel corso delle indagini (coordinate dai pubblici ministeri Sergio Barbiera e Siro De Flammineis e dal procuratore aggiunto Teresa Principato) i militari hanno proceduto all’arresto in flagranza di alcuni degli indagati.

Alla fine il giudice per le indagini preliminari, Nicola Aiello, ha accolto quasi tutte le richieste ma non ha dato l’associazione per delinquere, privilegiando l’ipotesi di singoli episodi di spaccio.

 A dirigere lo spaccio – ci sarebbe stata una regia e un vero e proprio «cabina di regia», composta da Rosario Bertolino, 44 anni, Giuseppe Bagnasco, di 31, Giuseppe Corradengo, 21 anni, Gaspare Giardina, 28 anni, Giovanni e Vincenzo Bagnasco, di 24 e 30 anni. Questi sei, sempre secondo i magistrati che hanno coordinato le indagini, avrebbero finanziato, promosso, diretto e organizzato l’associazione, recuperando le forniture di droga, reclutando gli spacciatori al dettaglio e custodendo le scorte di hashish e marijuana in nascondigli di cui avevano disponibilità.

Altri nove indagati – Riccardo Gargano, di 19 anni, Vincenzo Gargano, di 20, Matteo Sammarco, di 19 anni, Luca Giardina, di 32, Giuseppe Imera, di 31, Gaetano De Lisi, 35 anni, Gaetano Corradengo, di 31, Antonino Gargano, di 35 e Domenico Bagnasco, di 32 — avrebbero invece partecipato all’associazione provvedendo al trasporto materiale della droga di volta in volta dai depositi alle vie di spaccio, all’occultamento nei singoli nascondigli e alla raccolta del denaro provento delle cessioni.

Tra tutti, comunque, emergono le figure di due disoccupati, Vincenzo Bagnasco e Gaspare Giardina, che avrebbero coinvolto nei traffici numerosi parenti e familiari,

 Spulciando le carte dell’ordinanza firmata dal gip risulta infatti che sono numerosi gli indagati imparentati tra loro, così come sono numerose le famiglie e gli abitanti del quartiere che vivono dei proventi legati allo spaccio di droga.

Ognuno, dunque, aveva un ruolo. Dal grossista al venditore al dettaglio, passando per il cassiere, la vedetta, il magazziniere... Tuttavia, dopo avere analizzato le fonti di prova il gip Nicola Aiello ha rigettato la contestazione del reato associativo, accogliendo però quasi tutte le altre richieste della procura.

Restano comunque i singoli fatti, che sono decine e che sarà difficile contestare, anche perché immortalati dalle telecamere piazzate dai carabinieri.

Durante le indagini che hanno portato all’operazione Horus, gli investigatori hanno anche  identificato e segnalato alla Prefettura 29 clienti, arrestato in flagranza 13 persone (denunciandone altre tre), sequestrato due chili di droga e mille euro in contanti. V.M.
 

La Guardia di Finanza di Palerm,o in seguito di indagini svolte dal Nucleo di Polizia Tributaria e mirate al’individuazione dei canali di rifornimento della merce contraffatta dei numerosi venditori abusivi presenti in città, ha scoperto una fabbrica clandestina nel quartiere Ballarò.

Si tratta del primo caso di laboratorio clandestino scoperto a Palermo dopo diversi anni.

La piccola azienda, nascosta all’interno di un appartamento di 3 locali per circa 60 metri quadrati e risultata completamente abusiva e priva di qualsiasi autorizzazione, era perfettamente attrezzata per svolgere l’intero ciclo di lavorazione di scarpe e accessori di abbigliamento: dall’assemblaggio del materiale grezzo, alle rifiniture fino all’apposizione di marchi e loghi di note firme.

Centinaia di etichette metalliche ed in tessuto di note marche quali Gucci, Prada, Liu Jo, Chanel e Louis Vuitton pronte per essere applicate su capi di abbigliamento, calzature e articoli da viaggio; ma anche accessori e scarpe con marchio Nike e Lacoste completamente contraffatti e già assemblati, pronti per essere immessi sul mercato del falso palermitano. 

A seguito della perquisizione le Fiamme Gialle hanno rinvenuto e sottoposto a sequestro 2.100 accessori metallici e termoadesivi con famose griffe, numerosi tubetti di colla e decine di scarpe e borse accantonate in diversi angoli dell’appartamento, già confezionate e contenute dentro alcune buste, pronte per essere immesse in commercio.

Il laboratorio clandestino è risultato gestito da un senegalese di 23 anni, che, denunciato alla Procura della Repubblica per i reati di fabbricazione e commercializzazione di materiale contraffatto e per ricettazione, rischia pene che vanno dai due agli otto anni.


 

I Finanzieri del Nucleo Mobile della Compagnia di Termini Imerese, in provincia di Palermo, unitamente ad Ispettori della S.I.A.E. del capoluogo siciliano, hanno effettuato un controllo presso la sede di una radio sita nel circondario termitano al fine di verificare il rispetto degli obblighi imposti dalla normativa che disciplina il sistema radiotelevisivo pubblico e privato e le disposizioni sulla protezione del diritto d’autore.

Alla richiesta di esibire tutta la documentazione afferente le autorizzazioni previste dalla legge, il titolare è stato in grado di consegnare solo il decreto di concessione all’esercizio della radio diffusione a carattere commerciale in ambito locale rilasciato dal Ministero delle telecomunicazioni, ma non anche la prescritta licenza SIAE in corso di validità per la diffusione di opere musicali rientranti nel repertorio gestito dalla stessa società.

Dagli ulteriori accertamenti eseguiti è altresì emerso che la radio non ha provveduto al pagamento dei diritti SIAE e di quelli connessi all’esercizio dei diritti d’autore nel corso delle trasmissioni radio, con conseguente responsabilità del titolare, per diffusione abusiva di opere tutelate dal diritto d’autore, denunciato all’ Autorità Giudiziaria.

I militari della Guardia di Finanza hanno quindi posto sotto sequestro 3 computer contenenti 9175 files musicali, relativi ad una play list in uso all’emittente radiofonica, illecitamente riprodotti e utilizzati per le trasmissioni.

Verranno contestate anche le sanzioni pecuniarie amministrative previste dalla legge sulla tutela del diritto d’autore, che vanno da un minimo di 103 ad un massimo di 1.302 euro per ogni file musicale illecitamente duplicato o riprodotto. 

I Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Palermo, che hanno tratto in arresto tre persone per il reato di furto aggravato in concorso. E’ accaduto nel tardo pomeriggio di venerdì 17, quando le pattuglie del Nucleo Radiomobile, su segnalazione della Centrale Operativa, riuscivano a bloccare tre presunti ladri, identificati in VELLA Luca, nato a Palermo classe 89, residente a Bagheria; FARACI Vincenzo, nato a Palermo classe 1985, ivi residente e GAMBINO Rosa, nata a Palermo classe 1994, residente a Bagheria, poiché sorpresi, unitamente ad altri due complici datisi alla fuga, mentre erano intenti ad asportare rame e materiale in alluminio, risultato per un peso complessivo di chilogrammi 67, da un immobile di via Ingham.

L’intera refurtiva recuperata nel corso delle operazioni, è stata restituita al legittimo proprietario, mentre gli arnesi da scasso, sono stati posti sotto sequestro.

In Caserma, dopo le formalità di rito, sono stati dichiarati in arresto perché colti in flagranza del reato di furto aggravato in concorso. La competente Autorità Giudiziaria, disponeva di essere giudicati con il rito della direttissima, conclusasi nella giornata di ieri, con la convalida degli arresti e la misura cautelare dell’obbligo di firma per tutti e tre gli indagati, pertanto rimessi in libertà. 

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VELLA LUCA                                            GAMBINO ROSA                                   FARACI VINCENZO

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