Cronaca

Una piccola azienda artigianale dove venivano fabbricati e lavorati orologi ed accessori di pregio riportanti i loghi di note firme abilmente contraffatti, è stata scoperta dai militari del Gruppo Pronto Impiego della Guardia di Finanza di Palermo in una stabile della centrale Via Roma, nei pressi del quale alcune segnalazioni pervenute al numero di pubblica utilità 117 del Comando Provinciale di Palermo avevano segnalato alcuni movimenti sospetti, non meglio specificati.

Dopo avere tenuto sotto osservazione per alcuni giorni lo stabile, i “baschi verdi” sono entrati per una mirata ispezione, concentrando la loro attenzione nell’atrio, dove una scala celava l’ingresso ad un vano non facilmente visibile, all’interno del quale un soggetto, poi identificato in un palermitano di 53 anni, era intento alla lavorazione di alcuni orologi ed aveva organizzato un vero e proprio laboratorio artigianale.

Riscontrata l’assenza di ogni autorizzazione, i militari hanno approfondito l’ispezione, scoprendo la giacenza di numerosi oggetti di lusso, quali orologi ROLEX©, CARTIER© e TAG HEUER©, e penne MONT BLANC© tutti con i loghi contraffatti, oltre alla presenza di diversi strumenti utilizzati per la fabbricazione illecita del materiale, quali pinze e cacciaviti.

Tutti i prodotti illeciti, per circa 50 pezzi, sono stati sottoposti a sequestro mentre il responsabile è stato denunciato “a piede libero” all’Autorità Giudiziaria per contraffazione e ricettazione.

GdF Palermo

Stavolta il facile obiettivo dei ladri, che, come pensano ormai tutti, sono la longa manus di qualcuno che ha in testa un disegno ben preciso, anche se non è sinora chiaro quale possa essere, sono stati gli uffici comunali di piazza Indipendenza che ospitano l'assessorato ai Lavori pubblici, ma soprattutto il S.I.T.R., sistema informativo territoriale regionale.

Quest'ultimo è lo snodo fondamentale di quanto afferisce alle attività di progettazione e di realizzazione di opere pubbliche dell'amministrazione.

Ieri sera intorno alle ore 23 è scattato l'ennesimo furto di computer nelle sedi comunali: i ladri sono comodamente saliti da un corpo basso che si trova nel retro, ma a ridosso degli uffici e che ospita una centralina telefonica di Tele tu; dopodichè  dal tetto e attraverso la finestra di un bagno non protetta da grate, sono penetrati negli uffici, cominciando a razziare memorie centrali dei computer e altri pezzi.

Hanno anche scassato una macchinetta automatica che distribuisce caffè e emerendine rubando la cassa.

Di computer ne avevano accumulati ben sei pronti per essere trafugati, e li avevano sistemati proprio sul tetto dell'edificio che ospita la centralina telefonica, quando qualcosa, per i ladri, è andato storto.

Forse avvisati da qualche abitante della zona è arrivata  la volante della Polizia che ha sorpreso due giovanissimi di corporatura minuta che già stavano probabilmente per trasferire i computer su un mezzo: è iniziato immediatamente l'inseguimento, ma uno dei poliziotti, B.R., proprio di fronte alla pizzeria 'L'aratro' a causa dell'asfalto reso viscido dalla pioggia, è caduto andando a sbattere con violenza sul bordo del marciapiede e procurandosi ferite che ne hanno reso necessario il ricovero presso l'Ospedale Civico di Palermo dove è stato operato per una frattura al setto nasale, lesioni al capo e ad una spalla.

Sono arrivate altre auto in soccorso e sono stati recuperati tutti i computer, ben sei  ed il materiale, tra cui due schermi, pronto per essere trafugato: parte del materiale si trovava ancora sul tetto della centralina telefonica, stoccato e pronto per il trasbordo, anche se va detto che la polizia non ha rinvenuto nelle immediate vicinanze auto sospette, per cui si fa anche l'ipotesi che i due attendessero un complice.

altStamane, mentre naturalmente continuano le indagini per identificare i malviventi, le apparecchiature saranno restituite al comune.

Il sindaco Vincenzo Lo Meo recatosi immediatamente in piazza Indipendenza, continua a manifestare senza mezzi termini la sua opinione: ' Si tratta di furti mirati che hanno l'obiettivo di mettere in ginocchio l'amministrazione  per impedirle di amministrare'.

In effetti questi furti di computer, l'ultimo dei quali la scorsa settimana presso gli uffici di ragioneria, recano sempre più r l'impronta di chi voglia mettere le mani, non solo sui computer, ma su quanto in essi custodito.

Ricordiamo che da un anno a questa parte ben sei sono stati gli obiettivi dei ladri: gli uffici dell'urbanistica, della solidarietà sociale, delle imposte, degli uffici legali, di ragioneria ed ieri sera Lavori pubblici.

Il prossimo obiettivo? qualcuno stamane mormorava a bassa voce che il prossimo colpo potrebbe essere a  palazzo Butera. 

 

nella foto di copertina: l'edificio che ospita gli uffici comunali in piazza Indipendenza

nella foto interna: la via utilizzata dai ladri per penetrare nell'edificio

 

E’ stato il consumo “anomalo” di carburante ad attirare l’attenzione degli organi comunali preposti al controllo. Ed in effetti, oltre al già consistente esborso che le casse comunali devono affrontare per il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani, particolarmente oneroso anche per le trasferte alla discarica di contrada Volpe a Catania che giornalmente gli autocompattatori devono fare, ci si sono messi due autisti del COINRES, impiegati presso la sede di Bagheria, a complicare la situazione.

I Carabinieri del Nucleo Operativo di Bagheria venerdì 24 gennaio hanno seguito gli autocompattatori del COINRES di Bagheria, per verificare cosa succedeva. Accodandosi ai mezzi nella trasferta per Catania; dopo che gli autocompattatori avevano portato i rifiuti in discarica, i Carabinieri hanno notato una “strana” sosta: due mezzi infatti, intorno alle 07:00 del mattino, si sono fermati in un luogo insolito, una sorta di piazzola di sosta, mentre gli autisti scomparivano alla vista dei militari.

Avvicinatisi per verificare cosa stesse accadendo, i Carabinieri hanno constatato con sorpresa che i due autisti, M. B. nato a Bagheria, classe 1978, ivi residente e R. A. nato a Palermo, classe 1967, residente a Bagheria, muniti di tubi e bidoni in plastica stavano cercando di asportare il gasolio dai due autocompattatori.

A quel punto i due sono stati dichiarati in stato di arresto e condotti, con l’ausilio dei colleghi dell’Arma di Catania, nella Caserma di Fontanarossa, nelle cui camere di sicurezza sono stati trattenuti in attesa del processo per direttissima che si è svolto nella mattinata del sabato 25 gennaio.

All’esito dell’udienza gli arresti sono stati convalidati, il M. B. ed il R. A. hanno scelto di patteggiare una condanna a 4 mesi.

Il giudice ha disposto altresì nei loro confronti l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. 

Da informazioni in nostro possesso l'ingegnere G. M. sta per essere ufficialmente licenziato dal comune di Bagheria: il provvedimento è stato già assunto dalla competente commissione di disciplina dei dirigenti , organismo formato dalla dr.ssa Laura Picciurro, dalla dr.ssa Vincenza Guttuso e dal dottore Costantino Di Salvo che ne è il presidente. 

La commissione riunitasi il 17 gennaio scorso, in base ad un articolo del contratto della dirigenza, che prevede il licenziamento dei funzionari anche in attesa di una sentenza, ha deciso che nella vicenda balzata agli onori della cronaca qualche mese fa, esistono i presupposti per il licenziamento dell'ingegnere G. M.

La relazione sul provvedimento è stata trasmessa al sindaco con una 'personale riservata': spetterà ora alla Giunta comunale prendere semplicemente atto del provvedimento e renderlo esecutivo. 

Ricordiamo che l'ing. G. M. venne fermato con tremila euro in tasca il 9 ottobre dello scorso anno in un bar di Casteldaccia subito dopo avere incontrato la responsabile di una cooperativa sociale di Ficarazzi, con l'accusa di concussione.

Le banconote, segnate preventivamente dai Carabinieri, sarebbero state il frutto di una tangente versata dalla cooperativa per accelerare l'emissione di un mandato di pagamento.

Nel loro comunicato i Carabinieri parlarono di fermo in flagranza di reato: subito dopo il fermo ci fu una sosta presso la caserma dei Carabinieri di Bagheria, per i primi riscontri investigativi, dopodichè Mercadante venne condotto agli arresti presso la propria abitazione, ottenendo nei giorni successivi la completa libertà.

Da qualche giorno girava voce che l'ingegnere G.M. intendesse spontaneamente dimettersi.

 

Altri articoli...