Cronaca

 Le manette dei carabinieri sono scattate ieri pomeriggio per un bracciante agricolo di Altavilla Milicia, nel Palermitano: Francesco Scaletta, un uomo di 64 anni, è accusato di violenza sessuale con l'aggravante dell'età della vittima, inferiore ai quattordici anni.

Avrebbe preso di mira un ragazzino del luogo che da quanto poi riferito ai militari della locale stazione dalla madre avrebbe vissuto una esperienza terribile.

La vittima dell'orco ascoltato in presenza di psicologi e assistenti sociali, avrebbe infatti riferito dettagliatamente le attenzioni di cui sarebbe stato fatto oggetto da parte dell'uomo, che era solito andarea trovare il ragazziono dove andava a giocare nelle ore pomeridiane.

Le violenze si sarebbero consumate in vicinanza del Belvedere altavillese luogo in genere molto frequentato.

. Il 64enne avrebbe  conquistato la  fiducia dell'adolescente, per poi approfittarne, sconvolgendone la normale vita di relazione. E sarebbe stata proprio la madre ad accorgersi che nel comportamento del figlio c'era qualcosa che non andava.

La donna è così riuscita a scavare, a convincere il figlio a parlare, a confidarsi con lei.

Fino alla denuncia presentata ai carabinieri della stazione locale e la constatazione dei racconti del piccolo da parte degli esperti. Le indagini dei militari dell'Arma, coordinati dalla Procura di Termini Imerese, hanno condotto proprio al bracciante agricolo di Altavilla, incensurato. Per lui sono scattati gli arresti domiciliari presso la propria abitazione che si trova nel paese.

Alla “Mensa della solidarietà” di Casteldaccia  e presso l’associazione “Gruppo di preghiera Maria Immacolata”, fondata dal missionario laico Pino Lo Giudice, i cui volontari da decenni si prodigano a favore dei soggetti più poveri del nostro territorio, sarà offerta il 19 marzo a 120 anziani indigenti di Palermo e provincia, una speciale “Festa di S. Giuseppe” 

Ad essere invitati ad una giornata di convivenza, letizia e buon cibo sono 75 anziani ospiti delle sedi di Brancaccio e Falsomiele del Centro di accoglienza “Padre Nostro” fondato dal Beato Pino Puglisi (guidati dalla responsabile Grazia Pernice), della Casa famiglia “Sud System” di via Molara e della Casa famiglia “La speranza” di via Tramontana, tutte strutture di Palermo; e 45 segnalati dagli assistenti sociali dei Comuni di Palermo, Bagheria, Casteldaccia e Altavilla Milicia.

Anche quest’anno la generosità di tanti benefattori è la base di una giornata meravigliosa in cui protagonisti sono soggetti soli, privi di mezzi per vivere, ai quali sarà donata la voglia di sorridere.

festeggiati potranno raggiungere la “Cittadella dell’Immacolata” di Casteldaccia a bordo di tre pullman (messi a disposizione gratuitamente dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Palermo) e dei pullmini dell’associazione.

Sono stati invitati il presidente del Centro Padre Nostro, Maurizio Artale; i sindaci di Casteldaccia, Altavilla Milicia, Bagheria e Villabate; e Pino Grasso, responsabile dell’Ufficio stampa dell’Arcidiocesi di Palermo.

La giornata di festa prevede, alle 12, la Santa Messa celebrata dal Vicario della Diocesi, mons. Raffaele Mangano, e dai gesuiti p. Vincenzo Lo Conte e p. Pasquale Calà. Seguirà il pranzo, cucinato e servito dai volontari dell’associazione, a base di antipasto, pasta al forno, lacerto al forno con piselli e carote, frutta, dolce, vino, bibite, la tradizionale “sfincia di San Giuseppe” e la distribuzione dei “pani” benedetti.

Il programma prevede poi tanto divertimento.

Eloquente il commento del missionario laico Pino Lo Giudice: “Io che da bambino ho mangiato nell’immondizia e ho indossato vesti usate gettate per strada da altri, ogni giorno impegno me e i volontari dell’associazione per offrire ai nostri anziani meno fortunati tavole ben imbandite e abiti nuovi”.

L’associazione dal martedì al venerdì imbandisce la “Mensa della solidarietà” per 30 anziani indigenti di Palermo e provincia, senza contributi pubblici, ma con generi di prima qualità donati dai benefattori. Inoltre raccoglie generi di prima necessità (abiti, derrate alimentari, detersivi, ecc.) che distribuisce a famiglie bisognose. Perno fondamentale dell’attività è la preghiera di comunità, con l’assistenza spirituale dei sacerdoti, e il sostegno ad anziani, ammalati e orfani.

Per informazioni: Francesco Paolo Argo (presidente) 338/3185768
 

Sono quattro gli episodi di microcriminalità che hanno inetressato Bagheria negli ultimi giorni: a cominciare da via S.Flavia a Bagheria dove intorno alle 11 di sabato 15 marzo, C.D. ha chiamato la volante della polizia per denunciare che da un magazzinetto di sua proprietà erano sati asportati un tagliaerba e una motosega.

Più consistente il furto realizzato, sempre a Bagheria,  da un magazzino in via Aiello, ai danni di   L.U.S. cui stato sottratto un kit completo di attrezzature da lavoro altamente professionali, di trapani e apparecchiature varie del valore di oltre 5.000 euro.

Singolare invece il furto denunciato da D.F. che ieri alle 11 ha chiamato la Polizia per fare constatare che dal proprio box nella zona di Via Jo Lo Bue, dopo che era stata forzata la serratura, erano stati rubati una CAM di colore blu completa di culla, passeggino e ovetto per il trasporto dei piccoli in auto.

 

Ha suscitato, come era giusto che fosse, l'unanime riprovazione il gesto inqualificabile di una banda di giovinastri, gran parte dei quali minorenni, da tempo noti alle forze dell'ordine, che una notte sì e l'altra pure, prendono possesso di piazza Madrice, Anime Sante o Sepolcro e delle strade adiacenti e diventano padroni del campo: non ce l'hanno con nessuno in particolare ma ce l'hanno con tutti.

Rompono specchietti retrovisori delle auto, piegano sportelli di lamiera per provare la forza, rovesciano cestini portarifiuti, sfregiano piante, bucano ruote con coltelli o punteruoli, fanno il tiro a bersaglio sui lampioni.

La zona di notte è diventata comunque infrequentabile per il rischio di fare cattivi incontri.

La notte di venerdì scorso hanno disintegrato almeno dieci corpi illuminanti, la cui rimessa in pristino costerà almeno tremila euro.

Ci sono stati diversi commenti su facebook ad un nostro articolo su questo fattaccio, altri ci sono stati inviati e anche di questi vogliamo darvi conto.

Perchè questi giovanissimi, talvolta ragazzini compiono questi gesti di violenza e danneggiamento assolutamente gratuiti, insensati ? Sono aspiranti delinquenti, è vero e si candidano a riempire le pagine delle notizie di cronaca nei prosssimi anni.

Non basta dire però che sono bestie o che sono criminali in erba, cosa solo in parte vera, e che serve solo a dare sfogo alla nostre pulsioni; nessuno tuttavia nasce persona perbene o criminalema lo diventa nel contesto in cui cresce ed apprende.

Per questo almeno una domanda noi cittadini di questa comunità abbiamo il dovere di farcela: in quali famiglie, ma anche in quale città, vivono questi ragazzi ?

Famiglie in cui i padri sono magari in galera, e le mamme sono ormai disperate e incapaci di esercitare un minimo di controllo, o perchè stanche di lavare scale non reggono il loro ruolo di mamme e di educatrici; padri ubriachi che picchiano le madri, urla e violenze in famiglia da cui questi ragazzini spesso rifuggono, o famiglie in cui si consumano piccole e grandi violenze che segneranno per la vita bambini che per noi, che spesso ragioniamo all'ingrosso, sono solo aspiranti delinquenti.

Ora noi non vogliamo trovare nessuna giustificazione a quanto accaduto l'altra sera, e siamo in prima fila a condannare questi gesti assurdi e criminali; anche perchè ci sono tante famiglie che vivono realtà di sofferenza e disagio sociale, ma in cui figli si comportano in modo irreprensibile, anzi le difficoltà li temprano per la vita.

Ma non siamo tutti uguali: c'è chi in questa realtà manifesta una fragilità e cerca di rifuggirla vendicandosi a modo suo e prendendosela con il mondo intero.

Qualche mese fa a Bagheria, e nello stesso quartiere suscitò sdegno e indignazione la vicenda del bambino di cinque anni, che, malvestito, al freddo, con un paio di scarpe in cui i suoi piedi nuotavano, uscì di casa da solo e riusci ad arrivare in un negozio di calzature in piazza Madrice ed a chiedere un paio di scarpe nuove e della sua misura.

I genitori, successivamente rintracciati, dormivano ancora quando gli agenti di polizia sono andati a cercarli a casa, ed il bambino fu sottratto alla patria podestà e affidato ad una casa famiglia: mangerà pensiamo discretamente, forse andrà a scuola, ma ci sono ferite che non si rimarginano.

Questi fatti interrogano allora il nostro io profondo: giusta la rabbia, giustissima l'indignazione, doverosa e urgente l'azione repressiva, ma cosa facciamo noi di fronte aquesti fatti che interrogano il nostro io profondo?

C'è una nostra responsabilità se non di singoli, di comunità: cosa facciamo per lenire il disagio sociale, per proporre modelli positivi nella società e nella politica ?

Non posssono bastare un manipolo di assistenti sociali e le Caritas parroccchiali, ormai unica e fragile trincea a combattere la crisi economica e sociale delle famiglie bagheresi che vivono ai margini della società.

Sarebbero millanta a questo punto le cose da dire su una città e su una politica completamente assente da questa trincea, ma ci ripromettiamo di farlo in latra occasione.

Vogliamo completare la riflessione lo specifico del fatto di ieri notte stante che abbiamo ricevuto mail private che ci informano in maniera più dettagliata su quanto accaduto: sul fatto epr esempio che, per parecchio tempo e reiteratamente, sono stati chiamati i numeri di emrgenza di polizia e carabinieri, che forse hanno considerato minori rispetto alle altre incombenze quella di giovinastri che fanno casino in piazza.

A fare smettere questi violenti in erba sono dovuti intervenuti in effetti abitanti di piazza Madrice che, anche con rischio personale, li hanno affrontati e messi in fuga, ma il danno era già fatto.

Vogliamo però dar conto si un' altra lettera da un lato commovente, dall'altro invece  spia dello stato di esasperazione che ormai ha raggiunto livelli di guardia: un bagherese che vive in Australia, un cittadino che si firma con nome e cognome, il nipote del tabacchino Jack, (figura storica delle Anime sante), che in quella piazzetta c'è vissuto e cresciuto e che offre una taglia di tremila euro, che propone già di inviare alla nostra testata, a chi consentirà individuare i responsabili del fattaccio, che poi dovranno essere chiamati però a contribuire, aggiunge Luca, a riparare con il loro lavoro il danno commesso.

Peraltro Luca, è stato toccato anche dalla drammatica vicenda del cimitero di Bagheria e chiede anche giustizia, perchè sostiene che il nonno, morto nel 2005, mancherebbe all'appello dalla tomba in cui era stato inumato.

Caro Luca, io e i bagheresi comprendiamo il suo attaccamento a Bagheria, ai tuoi familiari scomparsi e ai luoghi della sua, e della nostra, memoria: ma una taglia non serve, serve piuttosto rimuovere le cause che impediscono alla nostra Bagheria di ritrovare il passo giusto.

Conosciamo il parroco della Chiesa delle Anime Sante e la comunità che attorno alla parrocchia si stringe ed opera quotidianamente: ecco pensiamo che di concerto con la pubblica amministrazione troveranno il modo di porre riparo a questa ferita che ha sfregiato il sagrato della Chiesa, e pensiamo che anche Lei, dall'Australia dove vive, potrà dare il suo contributo.

Quanto a tuo nonno, la giustizia umana sta facendo il suo corso; è una giustizia lenta è vero, ma arriva sempre, ci possiamo contare.

 

Angelo Gargano

 

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