Cronaca

E' accaduto questo pomeriggio intorno alle 17  a Bagheria sulla S.S. 113, a poche decine di metri dall'ingresso di villa Cavarretta: una Lancia Ypsilon alla cui guida si trovava D.L.M. di poco più di 20 anni, che viaggiava in direzione di Bagheria, è sbandata andando a finire sulla corsia opposta e finendo la propria corsa contro un palo della pubblica .illuminazione.

Per fortuna il conducente è rimasto praticamente illeso, solo l'auto è rimasta seriamente danneggiata nella parte anteriore, perchè l'urto è stato abbastanza violento; i motivi del salto di corsia dovranno essere accertati, se il giovane cioè si trovasse in posizione di sorpasso, o se più semplicemente abbia perso il controllo dell'auto andando a finire sul lato opposto.

Sono intervenuti i Carabinieri che stanno effettuando i rilievi di rito ed i Vigili del fuoco  che dovranno provvedere e rimuovere il palo della pubblica illuminazione che può rappresentare pericolo o intralcio per il traffico, e rimettere in sicurezza la carreggiata.

Due gli episodi di cronaca legati all'azione di piccola criminalità nel territorio di Bagheria: anche se i report parlano di un contenimento della frequenza di questo tipo di fenomeni delittuosi, gli scippi e le rapine in particolare, i furti in abitazione o presso attività commerciali e gli incendi di autovetture non sembrano diminuire di numero.

A Bagheria in via Peppino Impastato, nella notte tra sabato e domenica intorno alle 3.30, è andata a fuoco una Opel Agila intestata a L.C.;  l'auto di fatto è andata distrutta ed il proprietario non sa darsene alcuna spiegazione; i Vigili del fuoco intervenuti per spegnere le fiamme non hanno ritrovato in loco elementi che facciano propendere per il dolo, e non escludono che possa essersi trattato di un guasto alla centralina elettrica.

Ma è un più di un sospetto quello degli investigatori, e cioè  che nelle ultime settimane, bande di giovinastri sembrano aver preso gusto a dare fuoco alle auto.

A Santa Flavia è stata la volante della Polizia nel normale giro di perlustrazione a notare intorno alle 5 di stamattina che le porte di una profumeria in corso Filangeri, erano aperte.

Avvisato il titolare, B.A.,da una prima ricognizione risultavano mancanti flaconi di profumi, shampoo e cosmetici di diversa natura. Da un inventario più approfondito si potrà valutare l'entità del danno.

In entrambi i casi procede la Polizia.

 

Continuano i controlli a tappeto dei Carabinieri della Compagnia di Bagheria, finalizzati alla repressione dei reati connessi agli stupefacenti. Nell’ultimo di questi servizi, i Carabinieri della Stazione di Bagheria, con il prezioso ausilio dell’unità cinofila antidroga “Chevol”, del Nucleo Cinofili di Palermo, hanno scoperto, in via Campofranco a Santa Flavia, un supermarket della droga in cui si rifornivano clienti di Bagheria, Santa Flavia e Casteldaccia, ed hanno tratto in arresto LIPARI Claudio classe 1990.

altI Carabinieri, appostati a distanza in abiti civili, assieme al cane antidroga, sono entrati in azione dopo aver visto alcuni assuntori che si recavano presso l’abitazione – poi segnalati alla Prefettura poiché trovati in possesso di 3 dosi di hashish di 1 grammo circa ciascuna – accertando dunque l’effettiva presenza dell’attività di spaccio: il successivo blitz ha fatto sì che venisse sorpreso all’interno della casa lo spacciatore, che non ha opposto alcuna resistenza, e circa 400 grammi di hashish, divisi in quattro panetti che, a loro volta, erano stati raggruppati in un totale di 250 dosi. 

Il ritrovamento di materiale che era stato utilizzato per il confezionamento, così come della somma di 20 euro pagati dall’ultimo acquirente fermato, ha permesso di documentare in maniera piena ed inconfutabile la meticolosa organizzazione dell’attività illecita. Sulla base di tale materiale, tutto sequestrato, il LIPARI è stato arrestato e, dopo essere stato sottoposto alle operazioni di foto-segnalamento, su disposizione del Dott. SCHININÀ, Sostituto PM presso la Procura di Termini Imerese, ha passato la notte nelle camere di sicurezza della Compagnia di Bagheria, venendo tradotto nel pomeriggio di ieri presso il Tribunale termitano dove a seguito di convalida è stato sottoposto alla misura dell’obbligo di presentazione alla P.G. in attesa di processo.

Claudio Lipari

Era stata una Via Crucis durata diciotto mesi quella di Rosaria Scorsone, la signora bagherese che il 7 luglio del 2008 aveva partorito presso il Buccheri La Ferla, dopo due maschi ed una femmina, Zaira, la quarta figlia della coppia bagherese, lei casalinga, il marito Pietro Giglio, muratore; vero che si era trattato del quarto cesareo  effettuato in emergenza per la rottura dell'utero, però l'esito dell'intervento, secondo la direzione dell'Ospedale Buccheri La Ferla, dove la donna era stata ricoverata, era stato 'positivo'.

Nelle  settimane  e nei mesi seguiti al parto, la donna continuava però a manifestare lancinanti dolori all'addome, ma al Buccheri dove era tornata per essere visitata, un gastroenterologo l'aveva rassicurata; ma la situazione continuava a peggiorare al punto che Rosaria si era convinta di avere un tumore.

Non era così: ed è all'Ospedale Civico dove la donna si reca per l'ennesimo controllo che da una visita e da esami più approfonditi viene fuori la verità: durante il cesareo un operatore aveva dimenticato nell'addome della paziente un tubo di drenaggio di 43 cm; era questa la vera causa dei suoi disturbi.

All'Ospedale Civico, a diciotto mesi dal parto, il 7 gennaio del 2010, Rosaria era stata sottoposta quindi sottoposta ad un nuovo intervento chirurgico per la rimozione del corpo estraneo dalla zona pelvica.

Al tempo la vicenda della coppia bagherese aveva suscitato parecchio scalpore e la loro storia era andata a finire su giornali e siti online.

 La coppia si era allora rivolta all'avvocato Gaspare Affatigato, ed era scattata  la denuncia presso la Procura per malasanità, denuncia che diede origine a due inchieste, una interna dell'ospedale ed una della magistratura.

Qualche giorno fa la V Sezione penale del Tribunale di Palermo ha riconosciuto a distanza di cinque anni le ragioni della difesa, esposte in sede di giudizio dall'avv. Affatigato, ed  ha condannato il Dott. Di Cara Leopoldo, all'epoca in servizio presso il Buccheri La Ferla di Palermo, per il reato di lesioni colpose dovute ad evidente negligenza ed imperizia medica, ad una pena di 3 mesi.

Il Tribunale, infatti, ha accertato che era stato il Dott. Di Cara ad avere colpevolmente lasciato parte del tubo di drenaggio all'interno dell'addome della paziente, la quale ha sopportato inconsapevolmente la presenza del corpo estraneo per circa 18 mesi.

Il Tribunale ha altresì disposto il diritto al risarcimento del danno in favore della sig.ra Scorsone Rosaria, da quantificarsi in separata sede.

Soddisfazione per l'esito della sentenza è stata manifestata sia dal  difensore che dalla famiglia della donna.

 
 

 

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