Cronaca

Il manager Antonio Candela ha firmato la sospensione per i dipendenti coinvolti nell'inchiesta della Procura sui presunti favori nei controlli sanitari. L'elenco si apre con il dirigente Paolo Giambruno . Adesso rischiano tutti il licenziamento.

 Il terremoto all'Asp di Palermo arriva nel cuore della notte. Dentro gli uffici di via Giacomo Cusmano, il manager Antonio Candela decide l'azzeramento dell'intero Ufficio veterinario, già travolto delle inchieste giudiziarie. Candela firma le lettere di sospensione per sedici dipendenti fra dirigenti e tecnici. A cominciare dal capo, Paolo Giambruno. Da oggi sono tutti costretti a stare a casa. Il provvedimento, infatti, li sospende dal servizio e non solo dalla carica. I dirigenti riceveranno solo un assegno alimentare. Intaccato lo stipendio dei tecnici.

Oltre a Paolo Giambruno nell'elenco ci sono anche Carlo Milletarì (dirigente dell'unità di Igiene urbana e lotta al randagismo), Nicasio Lodato (responsabile delle unità di Cefalù e Termini Imerese), Rosario Filippo Pistoia (responsabile dell'unità Coordinamento e servizi ispettivi), Pippo Giardina, Patrizia Lucia, Carmelo Murania, Giacomo Lo Monaco, Paolo Ingrassia, Carlo Josè Dispenza, Nicolò Di Bartolo (veterinario), Angelo Foresta (tecnico della prevenzione), Pietro Fazio (tecnico), Rosario Aliotta (tecnico), Vittorio Macaluso (tecnico), Lorenzo Quartararo (tecnico).

I loro nomi fanno parte dell'elenco dei 29 indagati dalla Procura della Repubblica. Secondo i pm, i dipendenti pubblici avrebbero chiuso più di un occhio quando c'era da controllare allevamenti e imprese amiche. Si è partiti dalla denuncia di un medico e si è arrivati ad una mega inchiesta sfociata, nei giorni scorsi, nel sequestro patrimoniale ai danni di Giambruno.

Il provvedimento era stato deciso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale, su proposta del procuratore aggiunto Dino Petralia e dei sostituti Calogero Ferrara e Claudia Bevilacqua. Giambruno risponde di"interposizione fittizia di beni aggravato dall'avere agevolato esponenti di Cosa nostra".

Sulla base delle indagini dei poliziotti della Digos, Giambruno "da una parte è indagato per i reati di concussione, tentata e consumata, abuso d’ufficio, falso e truffa aggravata, commessi nell’esercizio delle sue funzioni; dall’altra evidenzierebbe cointeressenze a livello imprenditoriale, intrattenute dallo stesso funzionario pubblico con il noto esponente mafioso Salvatore Cataldo".

Cataldo è un boss di Carini condannato nel 2012 per associazione mafiosa e attualmente detenuto. Nel corso delle indagini sarebbe emerso l'impegno di Giambruno per evitare che sui beni del mafioso si abbattesse la scure del sequestro. Le connivenze fra i due sarebbero state accertata tra il 2005 e il 2013.

Ala luce di tutto ciò, della “pericolosità sociale” che i giudici riconoscono a Giambruno e del contesto investigativo in cui si parla anche di interessi mafiosi, ecco la durissima presa di posizione di Candela che decide di mandare tutti a casa. Contestualmente alla sospensione dal servizio è stato avviato il procedimento disciplinare. Corrono il rischio di essere tutti licenziati.

Le sorti del servizio veterinario sarebbero stati affidate al dirigente Antonio Lo Grasso, l'unico a non essere stato toccato dalle indagini. Indagini avviate nel 2010 grazie alla denuncia di un medico veterinario del servizio sanitario pubblico che puntò il dito contro presunte illegalità commesse nella gestione del Dipartimento dell’Azienda sanitaria provinciale.

E i telefonini di molte persone finirono sotto intercettazione. La sospensione dal servizio precede di alcune ore il nuovo sequestro di beni che colpisce Giambruno. Stamani la Digos ha messo i sigilli a un'altra società che commercializzava ed esportava imbarcazioni e tre yacht riconducibili al dirigente per un valore complessivo di 700 mila euro.

I provvedimenti assunti dall’Asp 6 di Palermo sono un atto doveroso nei confronti dei professionisti dell’Azienda sanitaria palermitana oggetto di inchiesta giudiziaria per gravi fatti lesivi dell'immagine della pubblica amministrazione e in particolare del servizio sanitario”.

Così l’assessore regionale per la Salute Lucia Borsellino sui provvedimenti del manager dell’Asp di Palermo. “Si tratta di provvedimenti assunti sulla base di atti ufficiali da me richiesti e che hanno consentito l'adozione dei procedimenti conseguenziali da parte della Azienda. Bene ha agito il manager sulla base degli elementi in atto noti perché per pochi non si macchi la credibilità del sistema".

nella foto di copertina Paolo Giambruno

 

La Polizia di Palermo ha mandato  in fumo quello che sarebbe stato l'ennesimo colpo al centro commerciale Forum e  ha evitato che  due giovani, giunti sul posto con una pistola, portassero a termine una rapina

.Ad individuarli gli uomini dell'Investigativa della squadra mobile che, insospettiti dal loro atteggiamento hanno proceduto con una perquisizione.

I due, un 25enne ed un 32enne, sono così stati trovati in possesso di una pistola Beretta calibro 7,65 con tanto di matricola abrasa e munita di caricatore.

I poliziotti hanno ispezionato anche il mezzo con cui i giovani erano arrivati al Forum di via Pecoraino, che è risultato uno scooter rubato.

Il 25enne, che aveva addosso la pistola, è stato arrestato per porto in luogo pubblico di arma da fuoco clandestina e rinchiuso al Pagliarelli, ma è anche stato denunciato a piede libero per ricettazione e di detenzione abusiva di armi.

Nel corso del servizio sgli agenti hanno eseguito controlli anche su altre persone sospette rintracciate nella zona: un cinquantenne è stato denunciato per porto abusivo di oggetti atti ad offendere in quanto trovato in possesso di circa 70 chiodi a quatto punte.

Il 1° maggio 2015, nel corso di un servizio straordinario per il controllo del territorio organizzato in occasione della manifestazione musicale “Open Trip Fest” i Carabinieri della Compagnia di Misilmeri, in collaborazione col Nucleo Cinofili di Palermo, hanno arrestato quattro persone per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e denunciato una per guida in stato di ebbrezza.

Lo stesso giorno dalle ore 12.00 alle ore 01.00 del giorno successivo, in Bolognetta (PA) si teneva la manifestazione Musicale “Open Trip Fest”, un concerto durato 12 ore cui hanno partecipato oltre millecinquecento persone. Nell’ottica di consentire il regolare svolgimento della manifestazione ed evitare possibili incidenti causati dall’abuso di alcool o sostanze stupefacenti la Compagnia Carabinieri di Misilmeri, con il supporto del Nucleo Cinofili di Palermo, ha organizzato un i servizio di controllo, impostato su due diversi dispositivi, uno che si occupava della sicurezza e del regolare svolgimento della manifestazione, l’altro finalizzato alla prevenzione di incidenti stradali.

I controlli effettuati hanno permesso di trarre in arresto quattro persone per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, O. C. 27enne, C. G. E. 23enne e T. R. 23enne, ed S.C., tutti di Casteldaccia (PA) trovati in possesso di grammi 100 di hashish, 22 dosi di MDMA per un peso complessivo di 4 grammi e 9 spinelli e S. C. 25enne di Palermo trovato in possesso di 7 dosi di cocaina per un peso di 3,5grammi e di denunciare altresì un giovane per guida in stato di ebbrezza.

Sono state inoltre segnalate cinque persone per uso non terapeutico di sostanze stupefacenti.

I quattro arrestati sono stati sottoposti al rito direttissimo nel corso del quale sono stati convalidati gli arresti. Per tre di loro O. C., C. G. e., S. C. è stata disposta la misura cautelare dell’Obbligo di presentazione alla P.G. mentre T. R. è stato rimesso in libertà in assenza di prescrizioni.

 

La Polizia ha arrestato Benito Marino, 29 anni, che, con tre complici, avrebbe rapinato la tabaccheria Maggiore di Bagheria, lo scorso 13 gennaio. Il giovane, armato di coltello, entrò all’interno di una rivendita di tabacchi, insieme ad altri tre complici, incurante della presenza di alcuni clienti.

I quattro, coperti con un passamontagna ed armati di pistola, allontanarono i clienti dall’area circostante il bancone e uno dei quattro, generando un autentico clima di terrore, con un balzo felino, si mise a cavalcioni nella vetrata di sicurezza, posta tra il bancone e l’area clienti, lasciando intendere al titolare il proposito di scavalcarla se non fosse stato consentito l’accesso ai complici.

L’esercente, terrorizzato, di fronte ai modi minacciosi dei rapinatori, ha consentito l’accesso oltre il bancone a due dei malviventi, cercando in tal modo di rasserenare gli animi ed evitare più gravi conseguenze, anche per l’incolumità dei presenti. Il terzo malvivente, balzato giù dalla vetrata, ha raggiunto i complici inpossessandosi del denaro contante contenuto nelle casse, pari a 2.000 euro, schede telefoniche per un importo di 1300 euro e Gratta e vinci per un valore di circa 150 euro.

I quattro malviventi sono poi fuggiti a bordo di un’autovettura, ma un passante comprendendo cosa fosse appena accaduto all’interno della tabaccheria, ha annotato la targa dell’autovettura. Le indagini della Polizia di Stato sono giunte ad una svolta pochi giorni dopo con l'arresto il 22 gennaio di Benito Marino insieme ad altri tre complici per un’analoga rapina commessa, stavolta, in via Emilia, a Palermo.

A seguito dell’arresto, gli investigatori del Commissariato di “San Lorenzo” hanno svolto una meticolosa attività di indagine volta ad accertare eventuali rapine commesse dagli stessi rapinatori accertando che la rapina compiuta alla tabaccheria “Maggiore” di Bagheria fosse stata messa in atto dei quattro. Determinanti, in quest’ultimo caso, sono state le immagini registrate dal sistema di video sorveglianza della tabaccheria che hanno ritratto perfettamente il 29 enne, immediatamente riconosciuto dai poliziotti, nonostante fosse parzialmente coperto. 

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