Cronaca

E’ giunta al porto di Palermo, scortata da mezzi navali e aerei della Guardia di Finanza, la motonave turca “Meryem”, bloccata nel pomeriggio di ieri in acque internazionali a ovest di Trapani e carica di sostanze stupefacenti.

Le operazioni di abbordaggio in mare sono state condotte, dopo un’attenta attività di osservazione a distanza svolte anche da mezzi aerei, dagli uomini del Comando Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Pratica di Mare, che hanno impiegato in tale operazione due pattugliatori e un guardacoste, nonchè un aereo ATR 42.

Una volta messa in sicurezza, l’imbarcazione è stata condotta nel porto del capoluogo di Regione, dove sono intervenuti i militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo per le perquisizioni ed il sequestro dello stupefacente.

L’attività ha permesso di rinvenire nella stiva circa 400 colli, ciascuno del peso di circa 30 chilogrammi, di hashish.

I 10 membri dell’equipaggio sono stati arrestati.

L'operazione è stata possibile grazie alla collaborazione internazionale tra II Reparto del Comando Generale Guardia di Finanza, Direzione centrale per i servizi antidroga, Ce.Clad. e Ocrtis francesi con il supporto di Europol, Guardia Civil Spagnola, Maoc di Lisbona, Autorità marocchine, turche ed Agenzia Antidroga Egiziana (ANGA).
 

In un articolo di Salvo Palazzolo sulla Repubblica-Palermo di oggi si riportano alcune delle dichiarazioni del collaborante bagherese Antonino Zarcone sugli affari della discarica di Bellolampo su cui cosa nostra aveva interessi.

A Nino Zarcone, per un periodo co-capomandamento con Salvatore Lauricella e Gino Di Salvo,  il mandamento mafioso di Bagheria aveva affidato in qualche modo il compito di curare i rapporti con le famiglie palermitane, una sorta di sottosegretario agli affari esteri insomma. 

Il pentito riferisce al p.m. Caterina Malagoli di un pranzo di 'lavoro' svoltosi in un ristorante di piazza Leoni in cui si sarebbe discusso dei lavori di sbancamento che stavano per partire a Bellolampo:" C'erano persone influenti a tavola - riferisce Zarcone - Tommaso Di Giovanni, macellaio, capomandamento di Porta Nuova, Tonino Messicati Vitale, boss di Villabate, Nicolò Milano di Palermo centro e Salvatore Sansone dell'Uditore".

Si parlò appunto di sbancamenti per la realizzazione della nuova vasca  e di "Un imprenditore di viale Michelangelo - precisa Zarcone - che aveva chiesto aiuto per inserire i suoi mezzi nei lavori di Bellolampo, per il movimento terra".

altLe dichiarazioni di Zarcone, depositate agli atti della indagine dei giorni scorsi sulla mafia di Pagliarelli sono diventate lo spunto per l'accertamento di eventuali infiltrazioni di interessi di mafia all'interno della discarica di Bellolampo.

Peraltro gli accertamenti della Finanza sulla gestione del periodo Galioto-Colimberti, precisa Palazzolo nell'articolo, avevano portato ad approfondire il ruolo di tale Francesco Buscemi, funzionario in pensione, che era stato a suo tempo segretario di Vito Ciancimino, nominato dalla dirigenza dell'Amia consulente con lo scopo di "effettuare una ricognizione sul patrimonio Amia, discarica compresa dunque, per tutelarlo e valorizzarlo".

Nessuna relazione è stata comunque prodotta dal Buscemi, ed il sospetto degli inquirenti  è che dovesse rivestire il ruolo di 'anello di congiunzione tra cosa nostra ed il mondo politico amministrativo siciliano'.

 

T.A., proprietario di una autovettura Mercedes, è rimasto senza parole quando ha notato nella mattinata di domenica 31 maggio che i lucchetti di sicurezza del garage di via Sant'Angelo in cui custodiva la propria vettura erano stati forzati e la Mercedes aveva preso il volo. Ha presentato denuncia alla Polizia.

Pure alla Polizia si è rivolto B.V. titolare di un'attività di vendita ortofrutta in corso Butera il quale, nella mattinata di domenica 31 maggio agli operatori di una volante della Polizia che si trovava di passaggio, ha fatto constatare che la vetrina del negozio era stata infranta con un grosso sasso.

 Due furti di rame si sono altresì verificati tra Bagheria e Santa Flavia: in Via Maggiacomo Zalapì a Porticello, il proprietario di una abitazione, P.R., ha denunciato l'asportazione di una copertura in rame di circa 50 mq, mentre a Palazzo Butera a Bagheria sono state rubate tre caditoie sempre in rame, per una quindicina di metri di lunghezza.

Quella appena trascorsa è stata una settimana particolarmente impegnativa per gli uomini guidati dal Tenente di Vascello Nicola Silvestri; la Guardia Costiera flavese in due diverse operazioni, ha posto sotto sequestro circa 7000 kg di tonno rosso.

Nella notte di venerdi il sequestro piu' rilevante, due unita' da pesca, iscritte a Porticello, sono state intercettate con a bordo 28 esemplari di tonno, per un peso complessivo superiore alle 5 tonnellate. Il prodotto ittico è  stato visitato dal servizio veterinario Asp 6 di Bagheria, prontamente reperibile, e successivamente venduto all'asta.

Il tonno rosso, è una specie proibita per le unità  da pesca che non hanno la cosiddetta "quota tonno", assegnata dalla Comunita' Europea, in base alle quantità  di tonno pescate e dichiarate dalle unità  da pesca, negli anni precedenti all'entrata in vigore della normativa; nessuno dei pescherecci controllati era in possesso della quota tonno prevista.

Ai capibarca delle unità  da pesca, oltre che un verbale di 4000 euro, sono stati decurtati i punti dalla licenza di pesca.
 

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