Cronaca

Il fatto è accaduto nel pomeriggio di oggi, domenica 7 giugno, nella zona delle giostre in piano Stenditore, mentre in paese si stava svolgendo la processione del Corpus Domini. 

C'è stata una animata discussione tra due componenti di uno stesso nucleo familiare che è degenerata, al punto che uno dei due ha colpito con una coltellata alla spalla l'antagonista.

La rissa inizialmente nata tra due cognati avrebbe successivamente coinvolto altri componenti della famiglia.

Tra i primi a intervenire in soccorso del ferito sono stati gli agenti di Polizia municipale di servizio nella zona, che hanno immediatamente soccorso il ferito che perdeva molto sangue; ma, contrariamente a quanto avevamo scritto, e cioè che la ferita non rivestisse particolare gravità, pare invece che la punta del coltello abbia raggiunto il polmone.

Sono stati subito chiamati gli operatori del 118, quindi la volante della Polizia ed i Carabinieri di Santa Flavia agli ordini del maresciallo Fragano, comandante della stazione dei CC, che hanno subito avviato le indagini e le ricerche per individuare l'aggressore, resosi irreperibile, ed accertare i motivi che lo hanno spinto a questo gesto.

In questo momento vengono interrogati i familiari dei protagonisti della rissa e i numerosi testimoni che a quell'ora si trovavano in quella zona.

Gentile Direttore, faccio seguito alla conversazione avvenuta ieri per le vie brevi e, come d’accordo, in relazione agli articoli pubblicati ieri sul vostro quotidiano on-line “Elenco dei beni sequestrati a Francesco Raspanti….” - “Bagheria: i CC sequestrano beni per un valore di otto milioni di euro a Francesco Raspanti….”, Vi segnalo alcune precisazioni della Sig.ra Pedone Anna Rita, moglie di Raspanti Francesco, al fine di meglio delineare la vicenda relativa al sequestro effettuato senza enfatizzazioni che vanno oltre il diritto di cronaca:

1) Raspanti Francesco è soggetto che non ha mai subito condanne passate in giudicato in ordine a reati di allarme sociale ovvero relativamente a reati di criminalita’ organizzata e, allo stato, trovasi agli arresti domiciliari in quanto imputato nell’ambito di un unico procedimento penale che ancora non si è concluso, con la conseguenza che, fino a quando non intervenga un’affermazione di responsabilita’ penale con sentenza irrevocabile, vige in suo favore il principio della presunzione di innocenza.

2) Il valore di otto milioni di euro attribuito al compendio di beni sottoposti a sequestro è assolutamente privo di alcun fondamento con la conseguenza che la notizia di cronaca divulgata, sul punto, non risponde alla realta’ dei fatti ed infatti:

a) Raspanti Francesco aveva subito di gia’ un sequestro di beni (decreto misure di prevenzione del 12-11-14) nell’ambito del quale erano stati sottoposti a sequestro gli immobili elencati nell’ulteriore sequestro oggetto del vostro articolo;

b) l’unico cespite oggetto di nuovo sequestro è costituito dal complesso di beni aziendali della “Centroedile s.r.l.” che il Raspanti aveva venduto, con regolare atto notarile, a terzo soggetto nel maggio del 2010 ma per un importo documentato di trecentomila euro, certamente ben lontano dagli otto milioni di euro cui si accenna nell’articolo;

c) la partecipazione al 45% del capitale sociale della “Societa’ Dilettantistica Bagheria Calcio s.r.l.”, societa’ senza alcun scopo di lucro, ha un valore di circa € 1.125,00 ove si consideri che tutto il capitale sociale ammonta ad € 2.500,00, conseguentemente si contesta l’articolo nella parte in cui si fa riferimento al fatto che “L’odierno provvedimento ha interessato anche una cospicua quota di partecipazione ad una societa’ calcistica locale” .

3) Il fratello di Raspanti Francesco, Raspanti Giancarlo, è soggetto assolutamente incensurato e privo di alcuna pendenza giudiziaria ed è stato socio del fratello per una quota minoritaria del 20% soltanto per tre anni, con la conseguenza che tranne che per tale periodo non è mai stato cointeressato alle attivita’ imprenditoriali del fratello Francesco.

Tanto vi dovevo nell’interesse dei miei clienti.

Cordiali saluti.
                                                                                      Avv. Calogero Vella

Gentile avvocato, pubblichiamo per completezza di informazione la sua precisazione al nostro articolo, aggiungendo però a margine tre  brevi considerazioni:

- il nostro articolo riprende  in buona sostanza, ed in certi passaggi in maniera assolutamente fedele all'originale, un comunicato dell'ufficio Stampa Provinciale dei Carabinieri, laddove le  affermazioni riportate, (compresa quella sul valore di otto milioni di euro di valore dei beni posti sotto sequestro), discendono da indagini espletate dal Nucleo Provinciale dell'Arma e vengono condivise e sottoscritte dalla Magistratura. Peraltro le stesse affermazioni, pressocchè negli stessi termini,  sono state riportate ieri su quasi tutti i siti on line regionali di informazioni, sui notiziari televisivi ed oggi sulla carta stampata. Quindi nessuna enfatizzazione, e niente che non sia già scritto nei comunicati ufficiali dei CC.; quanto affermiamo è peraltro facilmente verificabile.

- Non ho alcun motivo nè  elemento per pensare che quanto Lei affermi non sia vero; però non ho alcun titolo per potere esprimere, ed in questa sede, un'opinione nel merito; posso solo limitarmi a registrare le cose che Lei, avvocato difensore di un imputato, riporta.

- Infine l'esperienza di precedenti, similari provvedimenti e dei  processi che ne sono seguiti, accaduti nel passato, recente e meno recente, anche a Bagheria, mi portano a pensare che la Magistratura giudicante sarà in grado di accertare la verità dei fatti e di esprimere un giudizio sereno e fondato.

Angelo Gargano, direttore responsabile di bagherianews.com


 

In un secondo comunicato dei carabinieri vengono precisati alcuni dei rapporti intrattenuti da Francesco Raspanti destinatario di un provvedimento di sequestro di beni e vengono  altresì elencati i beni sequestrati.

Questo il testo integrale del comunicato:

RASPANTI Francesco, nato a Palermo il 05.08.1968 (in atto sottoposto al regime degli arresti domiciliari, tratto in arresto nell’operazione denominata “RESET”), nipote dello storico capo mafia bagherese Gino MINEO, nonché figlio di RASPANTI Antonino, già sorvegliato speciale di P.S., più volte condannato per associazione per delinquere, contrabbando, porto abusivo e detenzione armi e furto.

La complessa attività investigativa, svolta attraverso minuziosi accertamenti patrimoniali sui beni ritenuti nella disponibilità dell’imprenditore, ha consentito di individuare un ingente patrimonio illecitamente accumulato in diversi anni.

In particolare, tra i cespiti sottratti alla sua disponibilità si evidenziano una società, fittiziamente intestata ad un prestanome, sita nel comune di Bagheria (Pa) ed operante nel settore della vendita di materiale edile, una cospicua quota di partecipazione ad una società calcistica, ville, appartamenti ed appezzamenti di terreno siti nei comuni di Lercara Friddi (PA), Trabia (PA) e Santa Flavia (PA), nonché ben 28 rapporti bancari.

Le indagini patrimoniali sono conseguenziali all’operazione denominata “Reset” che, nel giugno del 2014, aveva consentito di trarre in arresto, tra gli altri, RASPANTI Francesco, perché ritenuto responsabile di plurimi tentativi di estorsione, aggravati dalle modalità mafiose al fine di agevolare l’associazione mafiosa Cosa nostra, ai danni di un imprenditore operante nel settore della ristorazione ( vicenda Cozzo dei Ciauli - Mimmo Toia n.d.r.).

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Il provvedimento del Tribunale ha interessato i seguenti beni:

intero capitale sociale e relativo complesso beni aziendali della “Centroedile s.r.l.” con sede in Bagheria (Pa), operante nel settore della vendita di materiale edile;
quota pari al 45% del capitale sociale della “Societa’ Dilettantistica Bagheria Calcio s.r.l.” con sede in Bagheria (Pa);
nr. 02 ville site in Trabia (Pa);
nr. 02 appartamenti siti in Santa Flavia (Pa);
nr. 03 appezzamenti di terreno siti in Lercara Friddi (Pa) e Trabia (Pa);
nr. 28 rapporti bancari.

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A Francesco Raspanti, 46 anni, arrestato  circa un anno fa nel corso dell'Operazioen Reset, erano stati successivamente concessi gli arresti domiciliari. Un’attività svolta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Palermo ha portato al sequestro di beni, per un valore complessivo di circa 8 milioni di euro, in esecuzione di un provvedimento emesso dal Tribunale di Palermo – Sezione Misure di prevenzione su richiesta della locale Procura della Repubblica.

Il sequestro, finalizzato alla confisca, è stato eseguito nei confronti di:

- RASPANTI Francesco, nato a Palermo il 05.08.1968 (in atto sottoposto al regime degli arresti domiciliari, tratto in arresto nell’operazione denominata “RESET”)

La complessa attività investigativa, svolta attraverso minuziosi accertamenti patrimoniali sui beni sospettati di essere nella effettiva disponibilità del predetto ha consentito di individuare un ingente patrimonio illecitamente accumulato in diversi anni di malaffare.

Nel corso dell’operazione antimafia Francesco Raspanti era stato arrestato con l’accusa di estorsione aggravata.

Secondo l’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Dino Petralia sarebbe emerso che Francesco Raspanti insieme al fratello imponevano alle aziende aggiudicatarie degli appalti pubblici a Palermo (lavori del passante ferroviario) e Bagheria (lavori per la realizzazione di una Chiesa e di un parcheggio pubblico), di rifornirsi di materiale edile nelle loro aziende.

L’odierno provvedimento di sequestro ha interessato anche una cospicua quota di partecipazione ad una società calcistica locale.

Già nel novembre scorso nei confronti del Raspanti era intervenuto un sequestro di beni per un valore di 17 milioni di euro, in particolare erano stati posti sotto sequestro:

"Impresa Individuale Raspanti Francesco", con sede legale a Trabia, Contrada Sant'Onofrio e sede secondaria a Bagheria, Contrada Marino;
"Centro edile scavi spa", in fallimento, con sede legale a Bagheria, Contrada
Marino;
"Impresa Individuale Pedone Anna Rita", con sede legale in Bagheria, corso
Butera;
Il 95% del capitale della società "Nuovo gelato In Srl", con sede legale a Bagheria, Via Libertà;
"R.E.BU.C." S.r.l. Unipersonale, con sede legale in Bagheria, contrada Ramacca.

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