Cronaca

E' stata confermata dalla III sezione della Corte di appello la condanna a cinque anni a Salvatore Calì, in atto ai domiciliari che alla vigilia di Natale del 2014 aveva accoltellato per dissidi familiari  il genero ferendolo gravemente.

Lo riporta Riccardo Arena sul Giornale di Sicilia di oggi.

In primo grado era stato il GUP del Tribunale di Termini Imerese, Angela Lo Piparo a pronunciare la sentenza di 1° grado a conclusione del rito abbreviato, che aveva anche disposto una provvisionale di 10.000 euro

La vigilia di Natale di due anni fa l'alterco tra Calì e il genero Andrea D.ebbe luogo alle sette di sera in piazza Madrice a Bagheria: oggetto del contendere una bambina che i due ex conviventi si 'conetendevano' per poter trascorrere insieme la serata del Natale.

Durante la discussione il Calì perse il controllo ed assesstò con un coltello a serramanico una serie di colpi all'ex convivente della figlia lasciandolo sanguinante per terra.

Alcuni presenti se chiamarono il 118, i cui operatori soccorsero tempestivamente che il giovane aveva riportato serie ferite e che comportarono dopo il ricovero una prognosi con riserva sulla vita; per fortuna le cose andarono diversamento ed Andrea successivamente si ristabili.

Il Calì subito dopo il fatto andò a costituirsi dai Carabinieri.

Dopo la sentenza di appello di oggi che verrà appellata in Cassazione rimangono da definire gli aspetti legati alla causa civile circa il risarcimento cge Calì sarà costretto a pagare.

 

Stamattina a Bagheria all'apertura degli uffici comunali si sono presentati un sottoufficiale dei Carabinieri con sei collaboratori ed hanno chiesto di potere incontrare due dipendenti comunali F.M., dell'Ufficio personale, ed F.B., dell'Ufficio segreteria, che sono state accompagnate in caserma per essere interrogate.

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