I "nuovi bagheresi" propongono un nuovo modello di sviluppo

I "nuovi bagheresi" propongono un nuovo modello di sviluppo

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Riceviamo e pubblichiamo: Bagheria è nata con la costruzione delle ville ed è cresciuta, mantenendosi, con la fertilità del suo suolo. La concorrenza internazionale fece tramontare l'agricoltura, trasferendo

l'attenzione sul settore edilizio.

Negli ultimi decenni anche esso ha perso di vitalità, complici la limitatezza del territorio e un'eccessiva speculazione, che, se quando il bisogno preme la ragione cede, ha esaurito in breve tempo la possibilità di incrementare il patrimonio artistico, con l'esito negativo della sua diminuzione.

Adesso il periodo di crisi che il terziario sta attraversando, porta a riflettere sulle modalità per fuoriuscire da un'improvvisata politica economica, che ha spesso puntato a soddisfare le richieste pressanti del momento e a tralasciare i problemi strutturali.

La nostra associazione, dalla natura poliedrica (perché nulla può e deve essere trascurato), riconosce che essendo venuti meno gli storici mezzi di sostentamento collettivi di Bagheria, quali l'esportazione dei limoni e l'edilizia, e considerato che la città non può consumare più di quanto possiede, pena il tracollo, trova necessario individuare un punto

preciso sul quale innestare la ripresa degli esercenti, l'aumento occupazionale e il miglioramento della vivibilità.

Questo punto è il Turismo.

Quando all'inizio della nostra attività, ci presentavamo con questo obiettivo, subivamo le rimostranze dei nostri interlocutori, i quali, come se avessero scoperto l'inganno in un gioco di prestigio, ci tenevano a dire che la maggior parte delle ville sono private, quindi il progetto era completamente invalido e noi, invece, poco seri.

Eppure, visto che i venditori di fumo hanno di solito buoni argomenti ma nessuna sostanza, possiamo controbattere in modo solido e con semplicità.

Al turista servono due cose che la nostra comunità deve offrire : informazioni per potersi orientare e luoghi da visitare. Il primo è di facile soluzione, poichè basta uscire dallʼottica dell'abitante del luogo ed entrare in quella di colui che visita per la prima volta la città, per far nascere spontanee le domande fondamentali e le conseguenti risposte adeguate.

La seconda questione è quella ostica ma risolvibile. Qui la partita si disputa su ciò che si ha e su ciò che si può avere, perchè più si ha e più si può offrire.

L'espediente da utilizzare è quello dell'accordo, vantaggioso per entrambe le parti, con i proprietari delle ville più suggestive, evitando le due vie tuttora impossibili da parte del Comune, cioè l'acquisto o l'esproprio.

Sarebbe ora di alzare il velo che si è steso sopra Bagheria per nasconderla dagli occhi estranei, perfino nei momenti di maggiore visibilità internazionale. L'opportunità risiede

nella nostra posizione geografica, che ci colloca tra due mete turistiche note, Palermo e Cefalù, intercettando il flusso turistico tramite una valida offerta con delle tappe garantite e sicure.

Certamente le recenti aperture al pubblico di Villa Valguarnera, quale sede di prestigiosi eventi culturali, costituiscono un segnale importante sulla strada di una reale valorizzazione del patrimonio architettonico e paesaggistico bagherese: un plauso in tal senso va pertanto rivolto alla famiglia Alliata ed all'amministrazione comunale.

E' altresì auspicabile che quelli appena citati non restino episodi isolati, ma fungano da apripista per una futura fruizione pubblica delle altre splendide ville barocche, le quali sino ad oggi, persino dagli stessi bagheresi, sono state ammirate solo in cartolina.

Questo breve schema all'apparenza lineare non vuole con arguzia evitare i nodi più complessi, che si riscontrano all'atto pratico della realizzazione, piuttosto sottolineare come in poche righe possa essere racchiuso un progetto con dei costi infimi ma con dei risvolti positivi altamente probabili.

La materia è dunque disponibile, la volontà anche.

Giorgio Palermo

Ufficio Stampa Nuovi Bagheresi   La foto di copertina è di Angelo Restivo