Pubblichiamo la terza e ultima puntata della ricerca sul cinema curata da M.Aiello e B.Napoli. Le vicende narrate si intrecciano strettamente con quelle attuali di Francesco Alliata e della sua famiglia.
L'O.F.S. fu un completo fallimento; con il terzo film prodotto, "Il principe ribelle", anch'esso di genere e in costume, anch'esso, come gli altri due, diretto da Pino Mercanti nel 1947, e che corri-spose al terzo insuccesso, l'O.F.S. chiuse i battenti definitivamente.
Ma, l'anno prima, a Palermo, con sede in via Bandiera 11 e un ufficio a Roma, nasce la Panaria Film. Infatti, dopo il congedo e il ritorno nell'isola, Francesco Alliata non aveva rivisto soltanto Pino Mercanti ma, rientrato nel suo ambiente, aveva ricominciato a frequentare amici come lui aristocratici, appassionati di mare e vogliosi d'andar per mare.
Questi amici erano soprattutto tre: "Quintino di Napoli era suo cugino, fumava la pipa e veniva da una famiglia di cacciatori. Non ci sono altri dati rilevanti, tranne il fatto che diventò un bravissimo incisore e pittore, ma questo successe più tardi, a Parigi.
Il secondo era un gigante di quasi due metri, Pietro Moncada, in seguito principe di Paternò, il primo di sette tra fratelli e sorelle. Aveva partecipato al corso di ufficiale di cavalleria a Pinerolo, e abitava con la famiglia a villa Trabia, circondata da sette ettari di parco in via Libertà, al centro di Palermo.
Il terzo era anche lui un frequentatore della villa: Renzo Avanzo, detto Renzino, sposato con la sorella di Luchino Visconti, cugino di Roberto Rossellini e figlio di una baronessa eccentrica, audace pilota di auto e amica di Nuvolari.
Cito queste parentele perché in quegli anni contavano più di oggi e gli aristocratici siciliani erano tutti legati tra loro, con un vivo senso di casta e di privilegio. Il gruppo non si sarebbe formato fuori di uno stesso ambiente". ( Stefano Malatesta, op. cit., p. )
Ai quattro presto si sarebbe aggiunto, come fotografo di scena, Fosco Maraini; egli, sposato a Topazia Alliata, poteva considerarsi "di famiglia" e venire perciò accettato dal gruppo.
Provvedendosi d'un vecchio motoveliero, il S. Giuseppe, e attrezzandosi per le riprese subacquee di custodie sempre migliori per la macchina da presa, dapprima vennero prodotti numerosi documentari che ebbero per tema soprattutto ( ma non solo ) il mare.
Di questi, tranne sei ( Cacciatori sottomarini, Bianche Eolie, Le isole di cenere, Tonnara, Tra Scilla e Cariddi, L'opera dei pupi ), tutti gli altri sono andati perduti.
I documentari venivano montati a Roma: "Cacciatori sottomarini", il primo ad essere realizzato, venne montato in una sala vicina a quella in cui, contemporaneamente, Roberto Rossellini montava il suo Paisà e per il quale Renzo Avanzo, suo cugino, aveva interpretato un episodio ( il quarto ).
Renzo, il fratello di Roberto, ne scrisse la musica e la sorella Marcella ne scrisse invece il commento.
Questa collaborazione con i Rossellini continuò per altri documentari finchè quelli della Panaria decisero di produrre un film che Roberto Rossellini avrebbe dovuto dirigere e Anna Magnani che, col regista aveva un burrascoso rapporto sentimentale, interpretare.
Il film, che si chiamò "Vulcano", venne invece diretto dall'americano William Dieterle. Il regista italiano diresse invece "Stromboli, terra di Dio".
Era scoppiata la cosidetta "guerra dei vulcani". Tutto aveva avuto inizio da un fatto in apparenza poco importante; l'8 maggio del 1948, dopo circa sei mesi dalla sua spedizione, Roberto Rossellini riceve una lettera a lui inviata da Ingrid Bergman.
Si sa come andassero le cose dopo quel breve scritto galeotto: Rossellini lasciò Anna Magnani, presto avrebbe sposato l'attrice svedese, non rinunciò a un film nelle isole.
Mentre Fosco Maraini, "macchina fotografica e treppiede in spalla, girava le Eolie per i sopralluoghi" ( G. Cafiero, op.cit., p.111 ), gli altri ragazzi della Panaria Film si riunirono a Bagheria, a villa Valguarnera.
Avevano da studiare un piano per conoscere che razza di film Roberto Rossellini girava, se era lo stesso film che loro gli avevano proposto, lo stesso che loro intendevano fare e di cui, tante volte, avevano parlato.
Durante quel primo incontro decisero di contattare Mario Tarchetti, al tempo della guerra sergente del nucleo di cine- operatori comandato da Francesco Alliata e ora tra gli aiutanti di Rossellini.
Fu Quintino Di Napoli a recarsi alle isole, parlò con l'ex sergente, non cavò un ragno dal buco. Quello che aveva in testa Rossellini, Mario Tarchetti non lo conosceva né, dato il modo di lavorare del regista, poteva in qualche modo conoscerlo.
Si sa infatti che "le riprese spesso improvvisate di giorno in giorno... era l'ambiente che stimolava la creatività di Rossellini...il film non poteva che essere il frutto di una esperienza assolutamente imprevedibile, non poteva che nascere e svilupparsi attraverso i fatti quotidiani, gli accadimenti imprevisti. In questo senso Rossellini, ancor più che nei film precedenti, procedeva in assoluta libertà...". ( Gianni Rondolino, Rossellini, UTET, 1989, p. 164 )
La strada intrapresa dai ragazzi della Panaria, quella cioè di cercare una sceneggiatura , non portava perciò da nessuna parte; essi ebbero dunque un secondo incontro, ancora a Bagheria, ancora a villa Valguarnera. "Pietro Moncada si presenta con un ragazzotto di Santa Flavia... al soldo della Panaria, il giovanotto parte alla volta di Stromboli, e sull'isola riesce a infiltrarsi tra i "rosselliniani", addirittura facendosi assumere come aiutante di Tarchetti.
Per caso gli capita di notare che questi, la notte, metteva dei fogli scritti sotto il cuscino come per tenerli al riparo da occhi indiscreti. Non appena Tarchetti, che dormiva nella stessa stanza, si fu addormentato, la spia della Panaria lo lega al letto e arraffa le carte. L'azione di commando, tuttavia, gli va male. Allarmati dal trambusto, altri uomini di Rossellini sopraggiungono, lo sopraffanno e, dopo averlo caricato di botte lo cacciano dall'isola". ( G. Cafiero, op. cit., p. 112 )
Dopo il fattaccio ognuno terminerà il proprio film: Vulcano viene presentato a Roma il 2 febbraio 1950 e Stromboli esce l'8 di ottobre.
Dopo tante vicissitudini il primo incasserà 248 milioni di lire e il secondo 313, appena qualcosa in più; nello stesso anno il mitico Catene di Raffaello Matarazzo arriverà a 735 milioni.
Oltre Agguato sul mare, cui abbiamo già accennato, e Vulcano, altri cinque film ( A fil di spada, Il segreto delle tre punte, La carrozza d'oro, Vacanze d'amore, Sesto continente ), alcuni dei quali con più di un motivo d'interesse, verranno prodotti dalla Panaria Film fino alla sua chiusura per ragioni economiche.
Quando la stagione della Panaria finisce, l'avventuroso principe, ancora oggi presente e attivo sulla scena culturale, percorrerà altre strade. Ma questa è un'altra storia.
25.02.2011 Biagio Napoli-Mimmo Aiello