La regista bagherese Francesca La Mantia vince il "Premio Archimede 2019"

La regista bagherese Francesca La Mantia vince il "Premio Archimede 2019"

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La regista e scrittrice bagherese Francesca La Mantia in questo periodo impegnata nella produzione di un film sulla tragedia di Linate.

Francesca La Mantia, regista, scrittrice e docente bagherese, è stata l’unica donna ad aver vinto il Premio Archimede quest’anno. 

La sua presenza in città in occasione del Premio ci ha permesso di incontrarla. Francesca è orgogliosa di aver vinto questo premio, il suo unico cruccio è quello di essere l'unica donna tra le designate.
Se provate a chiederle cosa fa in questo momento vi stupisce il suo essere un vulcano di idee in continua eruzione. “I lavori realizzati quest'anno a Milano sono stati "tosti” - riferisce Francesca». Ho cominciato a girare le scene per la realizzazione di un film sulla tragedia di Linate, una docufiction.

Parlaci di questo progetto: “Un po’ di tempo fa sono stata contattata dall’associazione “Michele Fontana” e dal “Comitato 8 ottobre per non dimenticare” per realizzare un film in occasione del ventennale della tragedia. Prima di decidere se affidarmi un compito così delicato, hanno voluto conoscermi. I primi incontri con l’unico superstite e con le famiglie sono stati informali. Ci siamo conosciuti, abbiamo parlato, ho cercato di entrare piano piano nelle loro vite e nel loro dolore.

Perché hanno scelto te?:

Mi è stato detto tra i promotori che la scelta di darmi questo delicato incarico nasceva dal fatto che mi giudicavano "una persona sensibile, empatica”, ma anche abbastanza testarda e determinata per non mollare e per raccontare fino in fondo qualcosa che dopo 20 anni ormai si tende a dimenticare . Non è stato per nulla semplice ascoltare le loro storie, leggere i loro pensieri, incontrare giudici e studiare perizie tecniche e carte processuali. Ma penso che 118 vittime, (la maggior parte delle persone decedute erano tutte in giovanissima età) causate dal più grande incidente di aviazione civile italiana e il secondo in Europa, debbano essere ricordate non come numeri ma con le loro storie e i loro volti. Ma soprattutto perché nessuno ha fatto il carcere? Perché il secondo appello ha ribaltato il primo? Che fine ha fatto chi allora era lì? Inchiesta e memoria dunque, ma anche un inno alla vita che è più forte e alla quale ci si aggrappa.

Come si chiama il film?:

Omissione. L’Omissione di dovere da parte di chi doveva pensare a tutelare i passeggeri e non l’ha fatto, come a Genova, Viareggio e molti altri casi in Italia.

Come è successo, e quali sono le cause che hanno causato questa tragedia?:
Le cause sono state molteplici e quindi la responsabilità è endemica. Dal radar di terra che non c’era, alla segnaletica di pista non rifatta né aggiornata, ai ritardi, alle stop bar che erano state spente, alla prassi comune che permetteva ad aerei privati di essere in pista, al Cesnna che non era autorizzato a volare con quella nebbia, all’Hangar che non doveva essere lì, all’errore umano del controllore di volo. Insomma l’8ottobre del 2001, l’Italia non era un Paese civile. Da quell’incidente tutte le piste degli aeroporti d’Italia sono stati messi a norma, o quasi.

Nonostante i tuoi film e i tuoi libri non hai mai smesso di insegnare. Ho letto su varie testate giornalistiche, dal Corriere, al Giorno al Foglio, che una tua proposta scolastica ha fatto molto scalpore quest’anno.

Diciamo che la mia è stata una provocazione che doveva portare alla riflessione e come tale ha funzionato.
Quale politico dice di fare un’ora a scuola di educazione civica. Bene, allora studiamo la Costituzione, la stessa che oggi (e forse da sempre) viene calpestata e ignorata. È questo che ho fatto fare ai miei alunni, studiare tutti gli articoli fondamentali della Costituzione Italiana. Io insegno Italiano e latino per cui, uno di loro sbotta e mi dice: “Prof. ma insomma lei crede che i politici sappiano queste cose? O che tutti quelli che vanno a votare conoscano quello che lei ci sta insegnando?” Mi è venuta così in mente l’idea del Patentino Civico, una sorta di patentino ideale che tutti i ragazzi (di certo non solo loro!!), dovrebbero conseguire per accedere alle urne in modo più consapevole. In realtà per loro è stato semplice capire il concetto, come la patente per lo scooter o per il computer, ma in questo caso è più importante perché è un loro diritto, e un loro dovere.

E come hai fatto?

I miei alunni hanno scelto i diritti fondamentali da approfondire e hanno notato quanto poco riscontro esista nella realtà dei fatti quotidiani: dai morti sul lavoro, ai casi di femminicidio, al razzismo e alla xenofobia imperante e via dicendo. Oggi conoscere la Costituzione è un modo per difendere la Democrazia. Abbiamo presentato con uno spettacolo teatrale il Patentino al Festival Artelier di Milano. E’ stata una provocazione ben riuscita, tanto da avere ottima risonanza (anche negativa!!) su molte testate giornalistiche e siamo stati invitati anche a Radio2. Di certo non ho mai pensato di togliere il diritto al voto, ho sempre lottato tramite la mia arte e il mio impegno nel sociale nella difesa della Democrazia, ma volevo fare una provocazione che portasse ad una riflessione le giovani generazioni e ci sono riuscita.

Francesca deve andare via e noi speriamo di rivederla almeno a Natale. Ha delle buone novità editoriali mi dice prima di salutare, “ma per quelle bisogna aspettare gennaio”.

Intervista tratta dal Settimanale di Bagheria