C’è grande attesa per l’ultimo film di Giuseppe Tornatore, "La migliore offerta", che uscirà in 360 copie in tutta Italia il 1 gennaio 2013.
Un film che ci parlerà dell’altra faccia di Tornatore: non il Tornatore cui Sciascia un giorno ebbe a dire “fai film sulla Sicilia e non sbaglierai mai”, ma l’altro Tornatore, quello di “Una pura formalità”, "La leggenda del pianista sull’oceano", de "La sconosciuta".
Il Tornatore che indaga dentro la psiche dei suoi personaggi, nelle loro fobìe e passioni dal Tim Roth- Novecento con quel suo, solo apparentemente, incomprensibile timore del mondo e della vita oltre la nave, a Irena, La sconosciuta in tutti i sensi Xenia Rappoport che sembra provenire da "un non tempo e un non luogo" come il Virgil de La migliore offerta, come ha scritto uno dei critici che hanno già visionato in anteprima per la critica il film.
Un film girato in contesti mitteleuropei resi difficilmente identificabili anche perché come ha dichiarato il regista uno dei temi di fondo è “ l’ossessione dello spazio e del mondo esterno” tema appunto già indagato e lasciato in qualche modo irrisolto: il film girato da Trieste a Praga a Vienna rende poco riconoscibile e identificabili i luoghi in cui la vicenda, "un giallo sentimentale", come Tornatore stesso l’ha definito, si sviluppa.
Un trilling con un finale a sorpresa, in cui i personaggi, da Virgil appunto, il colto e raffinato battitore d’asta a Claire la donna misteriosa malata di agorafobìa, intrecciano un rapporto complicato che, come ne La sconosciuta presenta un colpo di scena finale.
Alcuni grandi attori sono tra i protagonisti del film da Geoffrey Rush a Jim Sturgess da Silvia Hoeks a Donald Sutherland, le musiche come sempre di Ennio Morricone.
I giudizi dei critici come accade spesso quando c’è di mezzo Peppuccio non sono univoci; in ogni caso tutti parlano di grande maestria, di cura minuziosa e quasi maniacale dei dettagli, di un montaggio con tanto ritmo e mai noioso e con la sorpresa finale che coinvolge lo spettatore: sullo stesso quotidiano la Repubblica Maria Pia Fusco definisce il film “insolito e coraggioso”, mentre Roberto Nepoti parla di “tendenza estetizzante troppo marcata”.
Un film comunque da vedere concludono però entrambi ed è quello che faremo il 1 gennaio per farcene anche noi un’opinione.