(...) Altro fatto degno di nota avvenne nelle vicinanze di Bagheria nel corso della rivoluzione.
Orrendi erano gli assassini che i soldati consumavano lungo il loro passaggio,
specialmente nelle campagne, che desolavano col ferro e col fuoco, di cui fanno ancora triste fede nei pressi di questo paese i ruderi delle casine di Chiarandà, De Stefano e Lo Faso, queste due ultime recentemente ricostruite.
Fu allora che da Bagheria e da Misilmeri numerosi inviati tentarono di circondare gli odiati borbonici verso la località chiamata Porcara, ma questi si ritirarono verso Oriente nell’ex feudo dell’Accia dove avvenne un sanguinoso scontro che inflisse gravi perdite ai soldati, sebbene i nostri dovessero lamentare tra i feriti il fratello dello Scordato.
Intanto nelle spiagge di Solanto si aggirava un battello a vapore, che si credeva volesse sbarcare nuova truppa; onde le squadre piazzarono un cannoncino al forte di Solanto, evitando energicamente un tale sbarco.
La truppa si avanzò allora lungo il vallone De Spucches, che sbocca appunto nelle vicinanze di Solanto, forse con l’intento di agevolare lo sbarco dei compagni, ma le squadre dominarono le alture circostanti ed aprirono un fuoco così vigoroso e micidiale, che centinaia di soldati restarono al suolo.
Tali i fatti d’armi avvenuti in questo paese durante quell’eroica lotta; ma l’importanza che esso ebbe nella rivoluzione del ’48, resta sempre in massima parte alle squadre che altrove, ove più il bisogno lo richiedeva, si distinsero per valore, specialmente a Palermo.
Noi non le seguiremo giorno per giorno in tutto il corso della rivolta, semplicemente ci contenteremo di riferire qualcuna della citazioni che il principe di Torremuzza e l’Arioti fanno nei loro cenni sui fatti del ‘48 in Sicilia.
In foto, Giuseppe Scordato - il Briareo della rivoluzione del 1948.
Continua...
tratto da Bagheria Solunto, guida illustrata, edizioni "Casa di Cultura" - 1911. Ristampa Anastatica.
