Qualche lezione dal voto di Bagheria - di Angelo Gargano

Qualche lezione dal voto di Bagheria - di Angelo Gargano

Politica
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Siamo sempre riusciti a sfuggire alla campanilistica tentazione ricorrente di considerare Bagheria l'ombelico del mondo, anche se non possiamo fare a meno di rimarcare che sia per il numero di elettori, circa lo 0,1% dell'elettorato nazionale, per la composizione della sua popolazione, oggi più di ieri, il risultato elettorale aBagheria oggi come ieri,  riporta linee di tendenza generali, dove si riflette una "medietà cittadina" del voto che in altre realtà sono invece contaminate  da fattori localistici.

Per questo pensiamo che leggere il voto di Bagheria cosa che, come si faceva un tempo andrebbe anche fatto sezione per sezione, sia cosa istruttiva che aiuta a capire le motivazioni di voto espresso dai bagheresi.

Partimo allora da alcune osservazioni e considerazioni se vogliamo banali: sono solo tre, tra la quindicina in lizza, i partiti che a Bagheria hanno superato il 5% dei voti e cioè come sappiamo, il PDL, il Movimento  5 stelle,  ed il Partito Democratico, che alla Camera raggiungono rispettivamente il   35%, il 31% e il 15%.

Come linea di tendenza è la stessa che si manifesta a livello regionale.              . 

Tutti gli altri partiti Monti compreso, e le ex corazzate del PID e dell'UDC affondano miseramente sotto il 5%, l'UDC in particolare, ricordiamolo partito del sindaco Lo Meo, scende addirittura all 1,73%

Allora diciamo subito che quanto avvenuto in maniera così vistosa, è stato in larga parte dovuto al fatto che nel voto del 24 febbraio non c'erano candidati e non c'erano preferenze.

Paradossalmente gli italiani hanno espresso una opinione squisitamente politica e libera da condizionamenti.

E' sin troppo ovvvio affermare che i risultati sarebbero stati ben diversi se in campo ci fossero stati candidati e preferenze.

In secondo luogo la fluidità, anzi la volatilità  dell'elettorato, che ormai da una elezione all'altra, anche a distanza di pochi mesi, cambia radicalmente opinione.

In questo senso può essere istruttivo il voto della città di Palermo: l'anno scorso il partito dell'Italia dei valori conquista alle amministrative il sindaco e la maggioranza dei consiglieri e a distanza, ad appena otto mesi di distanza si squaglia e los tesso partito scende sotto.

Come l'UDC che dal 28 di ottobre ad oggi crolla a Bagheria dal 17% all'1,7%

I moderati che sembravano sfrattati in cerca di un alloggio e qualunque esso fosse, ritrovano una casa al canto delle sirene incantatrici del Cavaliere che parla di restituzione dell'IMU e di condono tombale per tutto e tutti, da quello edilizio a quello fiscale: musica per le orecchie del popolo lumbard ma anche di quello siculo.

Il PD in qualche modo tiene botta, ma rischia ormai di diventare forza  marginale nello scacchiere politico bagherese, ma anche e malgrado abbia il governo, anche a livello regionale. 

Ed infine l'affermazione, al di là del pensabile, del Movimento 5 stelle.

Noi non siamo mai propensi all'autocitazione, ma quando ci vuole ci vuole: quando oltre un anno fa scrivemmo l'ennesimo e inutile articolo sui costi della politica (a proposito abbiamo letto che l'amministrazione del prode Orlando qualche giorno prima del voto di domenica scorsa avrebbe aumentato a 98 euro il gettone dei consiglieri di circoscrizione palermitani che per prescrizione medica sono obbligati a tenere ben 14 sedute mensili, per discutere di cosa è un mistero concludemmo che di quel passo il Movinento di Grillo sarebbe andato ben oltre il 20%.

E' trascorso un anno ed i partiti a Roma, come a Palermo, come a Bagheria a parte le false promesse continuano a comportarsi in maniera indegna.

Neanche il tecnocrate, il rigorosissimo Monti è riuscito a scalfire o incidere nel verminaio del finanziamento pubblico della politica a tutti i livelli.

Erano state tagliate le Province, ma pare che si andrà a votare, almeno in Sicilia per il loro rimnovo il 28 di Maggi. Tutti dicono di volere dimezzare i parlamentari e i loro stipendi ma ancora qualche settimana fa si votavano contributi di riaccompagnamento agli ex parlamentari che, udite udite, dovevano rientrare nel modo del lavoro.

In Sicilia la riduzione del numero dei parlamentari che viene proclamata da anni, comincia sempre la prossima legislatura, e se il Parlamento regionale si scioglie un mese prima della naturale scadenza, la legge di riduzione dei parlamentari non entrerà mai in vigore.

Per questo pensiamo che a Bagheria come in Italia l'elettorato  del Movimento 5  stelle, pur essendo estremamente variegato, manifesta di fondo tutta la rabbia verso un ceto politico  non solo sordo ai bisogni dei più deboli, ma che continua imperterrito a fare promesse di riduzione dei costi che ad oggi si rivelano panniceli caldi (con Bersani che ha fatto anche  in campagna elettorale e su questo punto la parte del pesce in barile),

Ci sono i non più giovani precaria 400-500 eruo al mese, ci sono gli ultrantenni in cerca di primo lavoro, ci sono i quarantenni che quel lavoro ancora non l'hanno trovato, ci sono i cinqyuantenni che un lavoro l'avevavno ma l'hanno perduto, ci sono professionisti che hanno fior di stipendi ma pagano fior di tasse per finanziareare gli sprechi dei politici, ci sono i pensionati a seicento euro al mese, ci sono imprenditori che non ne possono più di  governi che finanziano ruberie e inefficienze, e non a caso l'incubatore più adatto di cinque stelle è stata la regione Sicilia.

Tra i cinque stelle c'è chi si sente telfonare al mattino dalla propria filiale di Montepaschi, perchè è andato fuori fido di 50, dicesi cinquanta euro, e che in televisione la sera sente parlare di una tangentona di trenta o trecento o ottocento milioni di euro arraffate dai dirigenti dello stesso Istituto per una compravendita fasulla.

C'è chi il quindici o il venti del mese deve inventarsi qualcosa,e non è detto che ci riesca, per mettere assieme pranzo e cena sino alla fine del mese.

Certo è un movimento che, dopo i provvedimenti si cui tutti saranno d'accordo, quando si troverà a fare scelte e a prendere decisioni che coinvolgeranno gli interessi, non solo economici ma ideali di un elettorato per ora indistinto, a lungo andare tornerà  a dividersi.

Ma la compoinente di fondo e maggioritaria del Movimento, (e l'aveva capito Berlusconi,che esagerando ma che in queste cose ha il  naso lungo, quando aveva detto che parte dei candidati di 5 stelle venivano dai NO TAV e dai centri sociali), è una componente non solo ribellista ma rifomatrice che vuole un cambiamento radicale e profondo del modo di  fare politica e di rapportarsi con i cittadini amminsitrati.

Per cui ad un certo punto gli esponenti del Movimento 5 stelle, fanno quello che il parolaio Crocetta continua a dire ma non ha ancora fatto, e cioè ridurre drasticamente rimborsi ai paritti e stipendi di quanti campano con la politica.

I deputati regionali di 5 stelle fanno un gesto non solo simbolico quale quello della devoluzione ad un fondo che aiuti le piccole imprese, dell'eccedenza rispetto ai 2.500 euro del loro stipendio di parlamentari; questo gesto assolutamente impensabile per la nostra classe politica, nella fantasia popolare assume  il significato della presa del palazzo d'inverno, che apre la strada alla presa del potere dei bolscevichi  a 5 stelle.