Caro Monti, ecco cosa farei per riavviare l'Italia- di Pietro Galioto

Caro Monti, ecco cosa farei per riavviare l'Italia- di Pietro Galioto

Politica
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Gentile MONTI, mi rivolgo a Lei, anche perché non trovo alcun altro interlocutore credibile, che non sia troppo compromesso e imbrigliato nella vecchia politica, tanto da alimentare solo pericolosi giudizi/diffidenze verso le controparti, o da altri di cui non vedo alcun contributo "positivo" o novità nei contenuti.

Così, cosciente che per risollevarci non sarà affatto sufficiente tagliare sui costi della politica o sugli sprechi, spero di attenzionare su alcuni contenuti, forse anche un pò provocatori, e pur sempre nella segreta speranza che possa partire da Lei finalmente un nuovo CENTRO-DESTRA sui contenuti. Ecco cosa farei per COSTRUIRE (ri-avviare) l'Italia: 

1. Imporrei il tempo DETERMINATO (5 anni, rinnovabile max altri 5) per tutti gli impiegati pubblici (anche e soprattutto per i ricercatori!) lasciando così spazio sempre e soprattutto ai nuovi GIOVANI nelle loro fasi più critiche della creazione di una famiglia, e incoraggiando a costruirsi comunque altre alternative in previsione del licenziamento. L'impiego privato (o l'iniziativa privata) deve poter divenire di maggiori garanzie di quello pubblico, in modo da incoraggiare al meglio la produttività privata ed evitare che ci siano "garantiti" (benchè solo nel posto di lavoro!) che per me rappresenta la peggiore MANCANZA di EQUITA' che possa esistere, e prima tra l'altro che scoppi un conflitto GENERAZIONALE. 

2. Liberalizzerei (sburocratizzando nei permessi) il più possibile per tutte le medio-piccole attività imprenditoriali e produttive, i cui nulla osta (anche a livello URBANISTICO) pesano fino a non permettergli di avviare (o far sopravvivere) l'azienda, a fronte di miserevoli "impatti", o di quei "potenti" che per loro conoscenze riuscirebbero comunque a scavalcarli. Nello specifico della gestione territoriale SEMPLIFICHEREI al massimo l'ingerenza di enti e uffici, a favore solo di quelli maggiormente RESPONSABILIZZATI per la SICUREZZA.

3. Essendo costretti purtroppo a TAGLIARE LA SPESA PUBBLICA (e per quanto potrebbe sembrare affascinante garantire tutto a tutti, ma niente è dovuto) cercherei in primis di ricondurre "arte" e "sport" ad Arte e Sport, salvaguardando invece SANITA' e INFRASTRUTTURE. Ritengo che ricondurre l'Arte ad espressione creativa NON PROFESSIONALE (e quindi senza obblighi e forzature!) ne recupererebbe la stessa ARTE in SINCERITA' di espressione, oltre che eviterebbe forme di “clientelarismo” istituzionale con “patrocini” vari! Analogo ragionamento per lo Sport (che rimane comunque molto diverso dall'arte!).

4. Lo "stato" o l'azione di iniziativa pubblica si ponga come partnership a quella privata in società! Esso, partecipi così anche ai rischi imprenditoriali degli stessi (e non solo pretendendo tasse e IVA al di là della riuscita). e in modo tale che di contro richieda esplicite garanzie di partecipazione anche agli utili (come qualsiasi altro socio privato) o anche in garanzie di servizi. Ciò potrebbe comportare enormi RIFORME anche nella pianificazione territoriale.

5. Rottamazione per quasi tutto, dall'auto allo spazzolino da denti (a carico delle ditte produttrici!). Solo così si potrà realizzare una efficace differenziata, ed eventuale riutilizzazione non consumistica. Lo “spazzolino” riportato dovrà permettere uno sconto nell'acquisto di uno nuovo

6. Rilancio e liberalizzazione EDILIZIA a bassa densità (max 0.20 mc/mq) oltre che per ogni tipo di intervento sull'edilizia esistente per favorire la suddivisione delle unità, anche con l'aggiunta dei servizi mancanti, in modo anche da difendere l'artigianato edilizio territoriale. L'impatto sul dimensionamento urbanistico potrebbe essere sempre facilmente scomputato nella successiva ri-progettazione.
7. In merito alle politiche INDUSTRIALI, COMMERCIALI, ed ENERGETICHE, senza farsi troppe illusioni o alimentare false ipocrisie (visto che manchiamo di qualsiasi materia prima!), cercherei di adeguare l'Italia alle politiche degli altri paesi europei (così come anche nel numero delle centrali nucleari che già esse hanno), oltre che a valutare ancora in termini strategici il ruolo che l'Italia potrebbe svolgere nel Mediterraneo.

Pietro Galioto, COSTRUIRE BAGHERIA