Caro Bartolo, nel tuo ragionamento manca la quarta gamba del tavolo

Caro Bartolo, nel tuo ragionamento manca la quarta gamba del tavolo

Politica
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Caro Bartolo, è apprezzabile e condivisibile lo sforzo che fai nel tuo intervento inviato a bagherianews e da noi pubblicato con il titolo”Mentri u mèricu sturìa u malatu sinni va” sulla situazione socio-economica di Bagheria e sui rimedi e le strade che proponi per venir fuori dalla crisi.

Sulla quasi totalità delle cose dette non si può non convenire; ed io credo che sia arrivato il momento di pensare ad una seria iniziativa in cui le forze sociali, sindacali e politiche della città si confrontino su un serio, credibile e praticabile progetto di sviluppo per la città.

Detto questo, consentimi però di aggiungere, e non volermene, che il tuo ragionamento, è per qualche aspetto sommario e impreciso, e comunque mancante della quarta gamba del tavolo; ed è l’assenza di riflessione su uno degli aspetti centrali della crisi di oggi, ed il cui mancato approfondimento, rischia di rendere monchi e inefficaci il tuo ragionamento e la tua proposta.

A partire dal riferimento alla crisi mondiale che sarebbe all’origine dei nostri mali: ora se questa affermazione poteva essere valida due-tre anni fa, adesso lo è sempre meno.

L’economia degli USA ha ripreso a muoversi, nel 2012 è aumentata l’ occupazione, il rieletto presidente Obama sta coraggiosamente avviando politiche fiscali che per garantire lo stato e i servizi sociali, stanno premendo sui redditi oltre i 250.000 dollari; quando si pensi che in Italia l’unico provvedimento sensato preso due anni fa, e cioè la tassazione del 5% per la quota di  reddito eccedente i 100.000 euro, scatenò un putiferio di proteste naturalmente degli interessati e fu rapidamente ritirato .

I paesi del BRIC e le tigri dell’Asia continuano a correre, ed anche in Africa le cose non vanno male: i paesi del Magreb con i quali l’Italia ha stretti rapporti economici hanno tassi di crescita che vanno dal 4 al 7 e più per cento, ed ora spuntano anche i sette leoni d’Africa, Costa d'Avorio, Senegal, Kenya, Nigeria, Sud Africa, Tanzania e Zambia, paesi che attraggono investimenti e risorse e stanno "volando" ; la Germania sino all’anno scorso era tornata ad essere la locomotiva d’Europa, e la Francia soffre sì, ma non quanto noi, e comunque il presidente Hollande pur di tutelare le fasce basse e medie di reddito ha messo una supertassa per i redditi superiori ai 750.000 euro

Parlare dalla crisi italiana come riverbero mondiale, se poteva essere corretto due - tre anni fa, oggi lo è molto meno.

Solo i paesi del Club Mediterranèe, Italia Spagna e Grecia, alta spesa pubblica e crescita negativa, sono in ginocchio.

La crisi italiana ha la sua specificità, che ha cause antiche e recenti a partire dalla scarsa capacità innovativa delle nostre imprese, al carico fiscale divenuto insopportabile, alla assenza sino a  qualche settimana fa di una legge anticorruzione, alle pastoie delle burocrazie, sino alle mancate o fallite liberalizzazioni di alcune attività e professioni; tutti fattori che pesano sulla nostra mancata crescita.

Tutte cose che sappiamo ma che dovremmo riportare alla memoria, per evitare ogni volta di consolarci con la crisi mondiale.

C’è comunque la quarta gamba del tavolo che tu trascuri completamente, ed è la crisi di rappresentanza ormai esplosa della classe o meglio casta politica italiana.

Di quel rapporto amministratori - amministrati che ha subito negli ultimi anni un vulnus il cui misuratore sta nelle percentuali di non partecipazione al voto o, se vogliamo, dei consensi che ha avuto in Sicilia e avrà in Italia, un movimento populista quale il Movimento 5 stelle.

Fenomeni della degenerazione della politica ci sono sempre stati in Italia e ovunque, oggi come ieri e l’altro ieri.

Ma si era trattato sempre di fenomeni che, anche se gravi, riguardavano uomini, correnti di partito o singoli rappresentanti di governo.

altQuello che è accaduto in Italia nell’ultimo decennio è che la politica complessivamente e purtroppo trasversalmente, ha perso quasi del tutto la bussola del perseguimento del bene comune, diventando soltanto difesa di interessi e privilegi vergognosi e inconcepibili.

L’arbitrio e l’arroganza di chi si mette in tasca decine di migliaia di euro di stipendio e poi chiede pure il rimborso della benzina, dei cioccolatini e dei regali ad amici e amiche è una vergogna che non ha pari nei paesi di democrazia occidentale.

E questo in una situazione in cui la tassazione sui redditi da lavoro e d’impresa è diventata insopportabile impoverendo in maniera irreversibile quel ceto medio spina dorsale del consenso politico di qualunque governo

Ecco: quando si parla di soluzioni per rilanciare le nostre realtà una analisi non superficiale e sommaria andrebbe fatta anche su queste cose.

Uno dei compiti che deve darsi oggi la politica, in una situazione di crisi è quella di fare da esempio: purtroppo i segnali che arrivano da Roma, da Palemo e da Bagheria non sono incoraggianti.
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Un esempio per tutti: Bagheria ha pagato nel 2010 per indennità e rimborsi di sindaco, assessori e consiglieri comunali la bella cifra di 1.050.000 euro, mentre 715.000 sono stati spesi nel 2011.

Tale importo viene contrabbandato come una riduzione delle spese della politica, in realtà non è così.

E’ una riduzione solo fittizia, buona solo per i gonzi che ci credono o fanno finta di crederci, perché se si mette in conto la riduzione di legge del 30% intervenuto nel 2011, in conseguenza del mancato rispetto del patto di stabilità, del fatto che gli assessori sono diminuiti da otto a sei, e che nel 2011, per almeno due mesi in concomitanza del voto amministrativo non si sono svolte sedute di consiglio comunale, ecco che i 715.000 euro del 2011 sono effettivamente di più del 1.050.000 di euro del 2010.

Accade quindi che in un paese come il nostro, in coma economico e sull’orlo del dissesto finanziario, mentre la quasi totalità dei capitoli di bilancio vede come posta iscritta la cifra zero, l’unico capitolo di bilancio che si rafforza è quello delle indennità e dei rimborsi dei consiglieri.

E Bagheria è solo un microscopico esempio di quanto accaduto in Italia e che ha compromesso speriamo non irrimediabilmente il rapporto tra amministratori e amministrati.

Allora, o si ha il coraggio di parlare anche di questo dato politico che è la sfiducia nella politica e in quanti ci amministrano come causa decisiva dell’impoverimento etico, civile e di converso economico del nostro paese, o rischiamo solo di perdere tempo.

E per concludere visto che siamo in Sicilia, ed a Bagheria in particolare, non guasta ricordare anche il ruolo di palla di piombo al piede della nostra crescita che continua ancora oggi a rappresentare la triste realtà di cosa nostra.

Angelo Gargano