P.R.G.: Dai sogni....alla realtà - di Francesco Paolo Provino

P.R.G.: Dai sogni....alla realtà - di Francesco Paolo Provino

Politica
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In un contesto dove il dibattito sui temi della città sembra completamente dimenticato, tranne per alcuni sporadici episodi spot di proclami da parte dell’Amministrazione, desidero ringraziare Carlo Tripoli per aver contribuito ad animare il dibattito sulle problematiche legate all’urbanistica cittadina riproponendo nell’articolo del 04/12/2012, pubblicato su questo giornale il 4 dicembre scorso, il tema dello sviluppo della città con particolare riferimento all’esempio puntuale delle “gallerie commerciali”

Mi appare, però, opportuno individuare alcuni elementi di ulteriore approfondimento in ambito alle considerazioni urbanistiche ed in particolar modo al “governo del territorio”.

I processi di pianificazione devono tenere conto delle potenzialità dello sviluppo delle varie parti del territorio comunale e dei problemi connessi alla qualità della vita, che costituiscono precondizione di ogni ipotesi di sviluppo.

Pertanto, l’urbanistica non può essere sottesa a valutazione di proposte spot, che non abbiano un legame complessivo con quello che può essere definito il progetto di “vision” ovvero la visione complessiva per uno sviluppo armonico della città.

Già in un mio precedente articolo del 09/03/2012, sempre pubblicato nel portale informativo di Bagherianews.com, avevo avuto modo di sottolineare, come era evidente, che alla luce degli eventi, che avevano di fatto annullato il PRG del 2002 riproponendo la reviviscenza di quello del 1976, si poneva di fatto, un preciso interrogativo all’Amministrazione, ovvero, “quale fosse il progetto o meglio la visone di sviluppo per il territorio di Bagheria”.

Al netto di tutte le vicende che tutti conosciamo, credo che si sia persa l’opportunità, nel tentativo di riparare in tutta fretta alla produzione del progetto di revisione del P.R.G., di offrire un momento di dibattito con la cittadinanza, ossia, quello legato alla formulazione delle direttive da consegnare ai progettisti per la revisione del piano.

La nostra legislazione in materia urbanistica individua due momenti di partecipazione della cittadinanza al processo di formazione del piano: il primo è durante la predisposizione delle direttive, il secondo è rappresentato dalle osservazioni da formularsi successivamente all’adozione del piano che avviene con delibera del Consiglio Comunale.
Il primo momento è passato senza un preciso e puntuale dibattito con la cittadinanza e del resto le direttive presentate rimarcano le indicazioni contenute nel P.R.G. del 2002 con la sola novità di qualche approccio alle moderne tecniche di perequazione urbanistica tematica che, seppur molto interessante, appare ancora oggi priva di forti connotazioni normative.
Emerge che il progetto di revisione del P.R.G. risulta privo di quelle forti connotazioni, che derivano dal dibattito cittadino e proseguono inesorabilmente nelle scelte del precedente processo di pianificazione che, seppur pieno di buoni propositi, non ha apportato quegli elementi di sviluppo del territorio auspicabili.

Restano pertanto inevase tutte le problematiche riguardanti la tutela dell’ambiente che dovrebbero trovare una risposta nel processo di V.A.S. (Valutazione ambientale strategica)per il quale ad oggi non si ha traccia della “Sintesi non tecnica” elaborato di analisi sui processi di sostenibilità ambientale proposti a supporto del P.R.G.

L’obiettivo dell’integrazione di considerazioni ambientali nel processo di formazione del piano/programma, enunciato nell’art.1 della Direttiva 2001/42/CE, ad esempio, implica che quest’ultimo debba essere strutturato come processo di apprendimento continuo, in modo da utilizzare i risultati delle valutazioni ambientali per modificare iterativamente e interattivamente le previsioni del piano fino a quando non venga raggiunto un “assetto” in accordo con i principi dello sviluppo sostenibile.

L’avere congelato la delega all’urbanistica, sin dall’inizio del mandato del Sindaco Lo Meo, già impegnato negli innumerevoli compiti istituzionali allo stesso attribuiti e non ultimo quelli correlati allo stato finanziario del comune, ha di fatto privato l’azione dell’amministrazione di quel processo democratico ispirato alla comunicazione ed al dialogo tra cittadini ed amministrazione nell’ambito della valutazione di tutte quelle soluzioni, che spesso, aldilà delle problematiche economiche/gestionali degli enti locali, potrebbero trovare anche una rapida soluzione.

L’esempio dell’intrecciarsi delle vicende dell’isola pedonale di Corso Umberto I° per molti aspetti rappresenta il risultato di una azione mancata, e di diverse opportunità non raccolte, ritrovandosi ad osservare, spesso, una totale disaffezione dei cittadini verso il proprio territorio.

L’essere propositivi, si basa anche sulla capacità di negoziare soluzioni capaci di accogliere un ampio consenso che inviluppi anche le trame di un disegno di città capace di fornire risposte tanto nella direzione del benessere sociale quanto in quello economico che, comunque, hanno bisogno di un territorio capace di attrarre per svilupparsi.

Queste non sono condizioni irraggiungibili se vogliamo trasformare i sogni in realtà.

Arch. Francesco Paolo Provino