Caro sindaco Lo Meo, la dotazione organica del personale non è materia negoziabile-di Cosimo Scianna

Caro sindaco Lo Meo, la dotazione organica del personale non è materia negoziabile-di Cosimo Scianna

Politica
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Gentile Direttore,

ho ascoltato, recentemente, una parte di una sua intervista televisiva al sindaco di Bagheria, Vincenzo Lo Meo, sul tema del dissesto finanziario.

Tra le varie argomentazioni, alcune condivisibili, mi ha colpito l’affermazione del sindaco sulle dotazioni organiche, laddove ha affermato che la eventuale revisione dell’organico sarà valutata con le organizzazioni sindacali.

In pratica ha chiaramente lasciato intendere che la materia può essere soggetta ad ”accordi”.

Non è così da almeno venticinque anni e cioè da quando la pubblica amministrazione si è avviata, con leggi e direttive, verso la “privatizzazione”.

Inizialmente la materia della definizione degli organici era stata inserita tra le materie soggette ad accordi, ma tale orientamento è durato da “Natale a Santo Stefano”.

La materia della definizione delle dotazioni organiche ( e di conseguenza l’organigramma) sono di esclusiva competenza delle amministrazioni pubbliche.

Dopo l’elaborazione delle dotazioni organiche, le amministrazioni informano le OO.SS., che possono manifestare osservazioni motivate, ma la decisione finale è soltanto dell’amministrazione, in totale autonomia, senza alcuna ipotesi di “contrattazione”.

In alcuni casi, inoltre, l’organigramma è materia riservata, cioè non può neanche essere oggetto di informazione.

Purtroppo il modo di operare in accordo con il sindacato, su molte materie che sono soltanto oggetto di informazione, ha mantenuto, di fatto, quella cogestione dell’apparato pubblico che tanti danni ha fatto e continua a fare.

Tale operatività è scomparsa nelle amministrazioni centrali, ma persiste ancora in tante amministrazioni locali, spesso per “ignoranza”, ma non sempre.

Occorre tener presente che la definizione delle dotazioni organiche va ad incidere sulla “spesa”, proprio quella parte di spesa che , a bocce ferme, viene definita “incomprimibile”.
Pertanto ogni forma di “buonismo” o di “clientelismo” tendente a dilatare gli organici sopra le reali necessità, va a ridurre necessariamente, la spesa per i servizi che l’intera popolazione si aspetta.

Va considerato pure il fatto che ogni dilatazione del personale, oltre misura, riduce l’efficienza di qualsiasi apparato,e vano risulterebbe ogni tentativo di riorganizzazione.

Poiché mi è capitato di ascoltare dal sindaco e dall’assessore con delega al Personale, altre imprecisioni, come ad esempio le loro dichiarazioni a seguito di quei permessi sindacali usufruiti dai sette su sette autisti del Coinres, mi permetto di suggerire che le pubbliche amministrazioni, tutte, hanno la possibilità di porre quesiti, su qualsiasi materia, al Dipartimento della Funzione pubblica, che risponde a tutti, proprio per fornire direttive e indicazioni al fine di un corretto sapere.