Il nuovo governo italiano presieduto da Mario Draghi potrebbe avere sulla politica bagherese le stesse ripercussioni di uno tsunami.
Tutto si deciderà nelle prossime 72 ore, che serviranno al Presidente del Consiglio e ai Ministri per completare la squadra di governo con le nomine dei Sottosegretari.
In questi giorni infatti, è stato fatto il nome dell'Assessore regionale Roberto Lagalla, già Rettore dell'Università di Palermo e Deputato all'Ars, come possibile Sottosegretario all'Istruzione del nuovo Governo Draghi.
I rumors su una sua prossima nomina a Sottosegretario si rincorrono ormai da giorni, con l'interessato che ha sostanzialmente nè confermato nè smentito le voci, ma ha fatto sapere di non aver avuto nessun contatto diretto in tal senso.
Cosa c'entra questo con il Comune di Bagheria e precisamente con la poltrona del primo cittadino Tripoli?.
Filippo Tripoli, candidato alle regionali del 2017, è il primo dei non eletti della lista Cantiere Popolare, la stessa di Lagalla, che però è risultato eletto.
Nemmeno dopo la nomina ad Assessore da parte del Presidente Musumeci Lagalla ha rinunciato al proprio scranno all'Ars.
Questo significa che se lunedì tra i nomi dei Sottosegretari ci dovesse essere quello di Lagalla, e questi dovesse accettare e rinuciare al posto di deputato all'Ars, si libererebbe un seggio proprio per il primo dei non eletti della lista Cantiere Popolare, vale a dire il nostro sindaco Filippo Tripoli.
Siamo nel campo delle ipotesi, ma nel caso in cui lo scenario di cui sopra si realizzasse, toccherebbe a Filippo Tripoli la difficile scelta di accettare o meno il seggio all'assemblea regionale rinunciado alla carica di primo cittadino, a meno di due anni dalla sua elezione a sindaco di Bagheria.
Quella di sedersi all'Ars, sarebbe un'opportunità quasi irripetibile per il giovane sindaco di Bagheria, che alle regionali del 2017 fece il pienone di consensi a Bagheria ma non solo, e si fermò appena dietro i Big del suo partito.
Una scelta, quella di interrompere il proprio mandato di sindaco per andare a fre il deputato, che però potrebbe costare caro a Tripoli in termini di consenso e credibilità, potendo essere interpretata come un "tradimento" del voto popolare, che lo ha visto prevalere con percentuali quasi Bulgare.
Una campagna elettorale, quella delle ultime regionali, che ha lasciato però anche degli strascichi giudiziari con cui il sindaco sta facendo i conti e che gli sono valsi un'imputazione pesante come quella di voto di scambio, per una vicenda in cui è coinvolto anche il padrino politico di Tripoli, vale a dire l'ex governatore siciliano Totò Cuffaro.
Se il sindaco accettasse lo scranno all'Ars, per Bagheria, priva di sindaco, si aprirebbe la strada delle elezioni; resterebbe in carica il consiglio comunale, mentre al posto del sindaco e della giunta subentrerebbe un commissario con il compito di portare il comune alla elezioni amministrative nella prima finestra utile.
Non ci resta che aspettare qualche giorno per vedere come andrà a finire.
Lorenzo Gargano