Per il tramite dei propri legali la Società Nuova Poseidonia rende noto quanto segue:
"L’immobile noto a molti come “ex New Orleans” è un bene di proprietà privata regolarmente aggiudicato alla società Nuova Poseidonia s.r.l. nel 2017 a seguito di asta pubblica dal Tribunale di Palermo, dunque dallo Stato italiano. Stranamente, dopo l’acquisto operato dalla Nuova Poseidonia, tale immobile è stato oggetto, da parte di alcuni, di forti pressioni e sollecitazioni verso gli Enti pubblici, prima mai attivate, volte a farne disporre la demolizione, pur non sussistendone le ragioni di legge.
Dopo essere stati bersaglio di numerosi ingiusti attacchi mediatici e sui social, anche con connotazioni e derive di natura politica, la Nuova Poseidonia e i soci della stessa, che ad oggi non rivestono ruoli politici ed in maggior parte non li hanno mai rivestiti, ritengono sia giunto il momento di fare chiarezza.
Anzitutto, appare opportuno evidenziare che la “mission” di Nuova Poseidonia, che è un’impresa orgogliosamente bagherese che crede in questo territorio e nella sua riqualificazione, è quella di trasformare l’immobile ex New Orleans in una bella e moderna struttura che rispetti l’ambiente e che entri a far parte dell’offerta economica bagherese.
Ciò posto, va precisato che la struttura non sorge in sito a rischio frana, come risulta nel Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.), con annesso parere di compatibilità geomorfologica.
Inoltre, la gran parte dell’immobile è legittima e, pertanto, non deve essere demolito.
La parte principale di esso è stata regolarmente costruita nel 1965, con tutte le necessarie autorizzazioni rilasciate dagli Enti preposti.
Successivamente alla costruzione, sono state apportate talune modifiche dai precedenti proprietari, queste si abusive, che la Nuova Poseidonia eliminerà, come risulta nel progetto di rimessa in pristino già presentato agli Enti competenti.
E’ importante sottolineare che le notizie circa presunti dinieghi di condono rispetto all’istanza di sanatoria presentata dalla Nuova Poseidonia sono del tutto false, non avendo quest’ultima mai ricevuto tali dinieghi, tanto che, per tali affermazioni, la Nuova Poseidonia ha querelato gli autori e cioè il Presidente di Legambiente Bagheria, Sig. Tanghetti, ed altri per diffamazione aggravata.
Il Comune di Bagheria, con nota di giugno 2019, ha invece condiviso l’istanza della Nuova Poseidonia, ritenendo (si riporta espressamente) “che quanto riportato nei superiori allegati grafici è meritevole di accoglimento sia per le parti da demolire che per le parti da mantenere”.
L’art. 40 della L. n° 47/85 concede la possibilità, a chi acquista un immobile oggetto di trasferimento derivante da procedure esecutive (come nella specie), di “sanare” eventuali difformità presenti negli immobili.
In particolare, per l’ex New Orleans, visto che l’immobile ricade all’interno della zona di inedificabilità dei 150 mt dalla battigia, possono essere oggetto di condono tutti gli eventuali abusi esistenti e realizzati ante 1976, data di entrata in vigore della famosa legge regionale siciliana n°78/1976. Gli altri abusi, realizzati post 1976, come si è detto, verranno rimossi al termine dell’iter burocratico in atto.
Tornando alle dichiarazioni di Legambiente Bagheria, spiace dire che negli anni passati non ha mostrato lo stesso interesse nell’opporsi ad alcuni casi, quelli sì di grave abusivismo, verificatisi nel nostro territorio, salvo improvvisamente riempire le pagine dei giornali locali su presunti abusi relativi all’immobile ex New Orleans, sostenendo di avere persino ricevuto un “ingiusto diniego di accesso agli atti” del procedimento edilizio da parte del Comune di Bagheria ed a più ripres insinuando chissà quali connivenze o collusioni.
Per fortuna a ristabilire la verità è intervenuto il Tribunale Amministrativo Regionale Siciliano (T.A.R.) di Palermo, che, con la sentenza n° 1929 di luglio 2019, in merito all’accesso agli atti di Legambiente Bagheria, ha definitivamente chiarito che: “l’accesso indiscriminato ad atti di procedimenti amministrativi in itinere si risolve inevitabilmente in un controllo ispettivo generalizzato, potenzialmente suscettibile di determinare un condizionamento per la pubblica amministrazione ancor prima che essa si sia liberamente espressa con il rilascio di pareri, nulla osta o atti provvedimentali”. “Un interesse diretto, concreto e attuale […] non può mai rinvenirsi in una istanza di accesso preordinata a uno scopo ispettivo. Conformemente al dettato di legge, la giurisprudenza amministrativa chiarisce che tale finalità è estranea allo strumento dell'accesso agli atti amministrativi anche laddove esso sia esercitato dalle associazioni di categoria, e ciò per la preminente ragione che a tanto provvedono gli "organi giudiziari o amministrativi a ciò preposti (Cons. Stato, VI, 17 marzo 2000, n. 1414)”.
Quanto su riportato stabilisce non solo che Legambiente Bagheria ha torto ma che ha anche detto pubblicamente il falso.
La sentenza ad oggi non è mai stata né pubblicata e neppure citata dal Presidente di Legambiente Bagheria, né dagli organi di stampa che, ci auguriamo in buona fede, solitamente ne raccolgono le dichiarazioni.
Si vuole confidare nel fatto che le lodevoli finalità che persegue un'associazione come Legambiente non si tradurranno invece in attacchi o rivalse personali.
Il presidente della stessa associazione altresì, pur sapendo di non avere alcun diritto in forza della sentenza n°1929, stando a quanto riportato sui social, avrebbe rivolto la sua smania di ispezione verso la Soprintendenza ai Beni Culturali di Palermo; pertanto a tutela dei propri interessi, la società Nuova Poseidonia si riserva il diritto di ulteriori azioni giudiziarie al fine di chiarire la verità dei fatti ed eventuali responsabilità.
Il presente comunicato è apparso indispensabile per riportare la verità dei fatti e chiarire che la Nuova Poseidonia si è sempre mossa nell’ambito della legalità ed ha chiesto agli Enti competenti di potere sanare le parti della fabbrica che è consentito dalla legge mantenere; desidera, quindi, soltanto riqualificare un bene di proprietà privata, inserendolo armoniosamente nell’ambiente circostante, così che un domani si possa definire un immobile “eco friendly”.
Una volta terminato l'iter amministrativo in corso, la Società presenterà infatti un ulteriore progetto di dettaglio agli Enti competenti, in relazione all'uso futuro, finalizzato a recuperare l'immobile anche alla modernità; particolare attenzione rivestirà ovviamente il fronte a mare, che dovrà essere quanto più possibile “alleggerito”, al fine di mitigarne l'impatto paesaggistico, soprattutto in relazione al contesto della spiaggia sottostante".
* In alto:“render di studio plani-volumetrico della proposta di rimessa in pristino”