Il 20 e 21 settembre i cittadini saranno chiamati ad esprimersi per il referendum sul taglio dei Parlamentari.
Ho letto con molto interesse le posizioni della Dott. Ssa Maria Saeli e dell'Avv. Canzoneri espresse su questo giornale online.
Il mio voto sarà un SI convinto. La riforma prevede la sola riduzione dei rappresentanti della Camera che passano da 630 a 400 mentre i rappresentanti del Senato passano dagli attuali 315 a 200. Non si modifica l'impianto dei padri Costituenti che hanno scelto il bicameralismo perfetto ossia un sistema nel quale Camera e Senato conservano i medesimi compiti legislativi. Ho assistito sul web e sulle chat private a rappresentazioni sulle motivazioni del NO che apparivano costruite per ingenerare errate convinzioni sui cittadini ed è per questo motivo che ho scelto di intervenire nel dibattito pubblico. È utile esprimere in sintesi alcune delle motivazioni che mi porteranno a votare SI al Referendum e, perché no, ricordare ai cittadini un pezzo di storia delle elezioni parlamentari bagheresi. Ho letto che riducendo il numero si riduce la rappresentatività dei territori. Allora ricordiamo insieme alcuni dei candidati del 2018. Per il Movimento Cinque Stelle abbiamo avuto, poi elette, Caterina Licatini e Vittoria Casa. La capolista del PD è stata ELENA BOSCHI. Nel centro destra abbiamo persino avuto la candidatura di GABRIELLA CARLUCCI. E L'ON. GABRIELLA GIAMMANCO dove è stata eletta? In Sicilia Orientale, non nel nostro collegio. Ecco una rappresentazione plastica di come il tema della scarsa rappresentatività dei territori non risieda nei numeri ma nelle scelte operate dai gruppi dirigenti (perché non abbiamo le preferenze) che spesso proprio dei territori non hanno nessun rispetto ma usano le elezioni come se stessimo giocando a Risiko. Infatti nella legge elettorale non si vincola (ed è un consiglio che mi sento di dare ai nostri parlamentari) l'eleggibilità al luogo di residenza e consente, ad oggi, di candidare la stessa persona in più collegi. A questa considerazione ne aggiungo un'altra più tecnica. Già nel dibattito in seno ai Costituenti si parlò di numero dei parlamentari, considerato elevato. Nei decenni la Costituzione è cambiata e molte sono state le riforme bipartisan volte a ridurre il numero dei parlamentari. Ma vi è di più. Dal 1948 ad oggi le competenze parlamentari si sono via via ridotte spostando gradualmente il potere legislativo esclusivo sulle regioni. La Sicilia ad esempio ha competenza esclusiva in materia urbanistica tant'è che se le norme nazionali non vengono recepite sono inapplicabili. Vi è di più. In questo momento storico abbiamo anche compreso come la stessa Sanità sia competenza regionale (come l'aumento e riduzione dei posti letto) ed è altresì competenza delle Regioni quella relativa all'erogazione dei servizi ai disabili. L'elencazione è lunga ed ha mero valore esplicativo e non esaustivo ed è compiuta solo per comprendere come nei decenni le competenze del Parlamento si siano via via ridotte spostandosi sulle Regioni. Non entro poi nella querelle relativa agli "assenteisti del Parlamento" o alla "riduzione dei costi" perché non sono elementi che costituiscono il vulnus della questione. Credo in una modifica che ha una ragion d'essere. Comprendo le difficoltà di molti parlamentari che pur avendo votato SI oggi si trovano a tutelare le ragioni del NO consapevoli che la riduzione degli scranni avrà come inevitabile effetto la fine del "baratto politico" per un posto al sole sicuro.
Maria Luara Maggiore