Uccidere economicamente i chioschi non salverà Sant'Elia- di Peppino Miceli

Uccidere economicamente i chioschi non salverà Sant'Elia- di Peppino Miceli

Politica
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"Nessuno dovrebbe giocare con il pane dei miei figli” questa è la frase che si sente dire con maggiore frequenza tra gli addetti ai lavori.


La situazione di Sant’Elia, piccolo gioiello e borgo marinaro del Comune di Santa Flavia, è innegabilmente sfuggita di mano.
Orde di “piranha” minorenni invadono quotidianamente il gioiello che tutti ci invidiano e, come centinaia di piccoli Attila, flagellano territorio, cittadini e soprattutto le attività commerciali.
Si avete capito bene, le attività commerciali!
Le suddette attività commerciali che, a differenza del sentire comune, sono le prime ad essere penalizzate da questa tipologia di “turismo barbaro” incontrollato e senza regole.
Come fermare questa situazione che sembra assolutamente senza soluzione?
L’amministrazione, dopo SPERIMENTALI ed inefficaci soluzioni tampone, ha deliberato la migliore di tutte le soluzioni: Vietare la vendita di alcool da asporto dopo le 22!
Come se questo bastasse a fermare le orde di 15enni dal portarselo da casa, come fanno già, visto che nei chioschi di Sant’elia non si serve alcool ai minori.
Questo significa, considerando che i chioschi iniziano ad avere affluenza verso le 22-22:30, creare un ulteriore danno economico ad attività che già lavorano solo ed esclusivamente nella stagione estiva, hanno perso circa il 50% del proprio suolo pubblico e quindi di tavolini (per rispettare le misure di sicurezza anti-covid) e come ultima beffa devono sopportare anche questa ulteriore restrizione.
Per la prima volta nella storia le attività commerciali si sono unite per tutelare il proprio lavoro e per opporsi in maniera decisa nei confronti di un’amministrazione che non tutela il lavoro e soprattutto non tutela i residenti.
Passando ai residenti...
Questi devono sopportare ogni tipo di abuso e sopruso: non sono padroni dei propri portoni i quali diventano veri e propri vespasiani pubblici, subiscono continue aggressioni verbali, sono vittime di incredibili impianti stereo portatili che infrangono il muro del suono a tutte le ore del giorno e della notte, perdono il sonno a causa di schiamazzi e si ritrovano spazzatura ovunque.

Quanto deve sopportare un cittadino? Chi dovrebbe tutelarlo? Perché un’amministrazione non riesce a gestire un paesino e a garantire la vivibilità della vita? Infinite sono le domande da porre a questa SPERIMENTALE amministrazione.
Chiaro è che Il fenomeno va risolto una volta e per tutte anche perché ormai dopo CARACAS E BOGOTÀ il posto piu’ pericoloso al mondo, nell’immaginario collettivo, sembra essere diventato SANT’ELIA.
Ad esempio la Caletta di Sant’elia, dovrebbe essere accessibile solo nelle ore diurne in quanto stiamo parlando di un bene paesaggistico e naturalistico che non ha nulla da invidiare a beni dell’UNESCO mentre oggi è ridotta ad un mero “PASTAFORNIFICIO” riservato alle famiglie della Palermo “ bene”. Ci vuole tanto a capirlo, cara sperimentale amministrazione?
Il nostro territorio va tutelato inizialmente da chi amministra e la tutela deve essere in egual modo estesa a chi lavora onestamente altrimenti Sant’elia sarà solo ed esclusivamente l’emblema del famoso detto “PERLE AI PORCI".

Staremo a vedere in attesa che a Santa Flavia cambi il vento.


Peppino Miceli, Presidente Ass. Cult. A ZAFARANA