Sei mesi, e poi? Le proposte di SEL per corso Umberto

Sei mesi, e poi? Le proposte di SEL per corso Umberto

Politica
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Un tema che divide. Quello del corso Umberto I chiuso o aperto al traffico veicolare è un tema che divide la cittadinanza bagherese nei due blocchi dei “pro” e dei “contro”. Una questione nei cui confronti la cittadinanza si trova letteralmente spaccata a metà, una questione che vede i cittadini contrapporsi su più fronti: quello economico, quello della ecosostenibilità, quello della mobilità urbana, quello culturale, quello turistico, quello più squisitamente commerciale. Tutti sintomi, questi, che indicano chiaramente quanto sia sensibile e insidioso il tema in questione e quanto sia indispensabile che le soluzioni da adottare siano condivise, siano frutto di incontri, dibattiti, assemblee cittadine aperte.

Sei mesi. E poi? L’apertura del corso Umberto – ha reso noto l’Amministrazione – è soltanto in via sperimentale e tale sperimentazione durerà sei mesi. Mesi durante i quali presumiamo che l’Amministrazione vorrà adoperarsi per raccogliere una serie di importantissimi dati, ad esempio: valori di inquinamento nel centro storico (e quindi, la preventiva installazione di centraline di rilevamento), intensità del traffico nelle strade adiacenti, usura della pavimentazione della carreggiata, consistenza del fatturato degli esercenti del corso Umberto (di tutti, s’intende: dal negozio di mutande al bar), solo per citarne alcuni. Ricordiamo, per inciso, che si è ancora in attesa di sapere con certezza se il collaudo del corso sia effettivamente avvenuto e se, quindi, ad esempio, lo spessore delle basole sia sufficiente a sopportare il transito continuo di autovetture, dal momento che molte di esse presentano già adesso evidenti fratture.

Monitoraggio ante quem e post quem. I dati raccolti in questi sei mesi di apertura, però, perché non rimangano soltanto dei valori assoluti, dovranno essere messi in relazione e comparati con dati analoghi raccolti, ovviamente, in un periodo precedente a quello dell’apertura sperimentale.
Più semplicemente: cosa accadrà al termine di questi fatidici sei mesi di apertura del corso? i dati che l’Amministrazione avrà raccolto in questo periodo che funzione avranno, con quali altri dati verranno messi in relazione? in base a che cosa si deciderà di mantenere chiuso o aperto il corso Umberto?

In altri termini. Trattandosi di un’apertura sperimentale, essa dovrà servire a raccogliere dati necessari a stabilire, trascorsi i sei mesi, se confermare il provvedimento di apertura o ripristinare lo status quo.
Quindi, è opportuno che innanzitutto l’Amministrazione monitori la situazione attuale per tre, quattro, sei mesi, raccogliendo adesso i dati da comparare con quelli raccolti successivamente nei tre, quattro, sei mesi di apertura sperimentale.
Deliberata senza premesse né prospettive di questo tipo, quella di riaprire il corso Umberto appare proprio una decisione esageratamente ed esasperatamente affrettata e più che altro non pianificata, dettata esclusivamente dalla volontà di cedere una buona fetta di sovranità collettiva ad una sola parte della cittadinanza, rappresentata in questo caso da una parte (non tutti) di commercianti.

Conosciamo bene i disagi che subiscono gli abitanti dei quartieri adiacenti al corso Umberto, che hanno visto riversarsi sulle loro stradine tutto il traffico in transito dalla parte a monte a quella a valle del corso. Conosciamo bene la triste realtà dei commercianti costretti a chiudere, le cui cause però sono da individuare nella crisi economica, nel calo dei consumi, nell’apertura dei vicini centri commerciali e nello spropositato costo degli affitti dei locali (come dimostra la chiusura di decine di altri esercizi commerciali anche in altre zone della città).

La nostra proposta. Sinistra Ecologia Libertà, pur avendo una chiara posizione in merito, non contrappone barricate ideologiche alle decisioni dell’Amministrazione purché esse siano deliberate con criterio e nell’interesse di tutti. E, nel caso specifico, così non è. L’invito che ci sentiamo di rivolgere all’Amministrazione comunale è, quindi, di revocare la determina di apertura, impegnandosi ad affrontare ogni altra discussione sul corso Umberto I non senza aver previsto prima un attento monitoraggio dello stato attuale (sia dal punto di vista dell'eco-sostenibilità che delle condizioni socioeconomiche) del corso Umberto e del centro storico nel complesso, nell’ottica della mobilità sostenibile. Questo passaggio è indispensabile per rapportare i dati emersi dalla fase sperimentale dei sei mesi con quelli relativi alle condizioni attuali.

Disattese queste procedure preliminari, riteniamo che ci siano le premesse per impugnare la delibera municipale al T.A.R. e rendere nullo il provvedimento, come avvenne già lo scorso anno a seguito della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale del giugno 2013.


Paolo Zarcone
direttivo Sinistra Ecologia Libertà - Bagheria