Emergenza idrica: si profilano due soluzioni per il dopo APS

Emergenza idrica: si profilano due soluzioni per il dopo APS

Politica
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Partito da piazza Marina il corteo, con in testa i sindaci dell'Ato idrico o loro delegati, ed i lavoratori al seguito, ha raggiunto intorno alle 11 la Presidenza della Regione;  ma solo nel pomeriggio, il Presidente che era impegnato in lavori d'aula, ha potuto ricevere  una delegazione di sindaci e sindacati, mentre in contemporanea la IV commissione si occupava della stessa questione.

La prima notizia che è emersa è che il Presidente Crocetta avrebbe definitivamente abbandonato il progetto, rivelatosi anche giuridicamente impraticabile,  di riconsegnare ai comuni singoli le reti e il servizio, e questo  per tanti fattori, primo fra tutti l'impugnativa da  parte del commissario dello stato, che aveva appunto bocciato tale orientamento in quanto  in contrasto con legge europea e nazionale, secondo cui servizi come il ciclo integrato dei rifiuti e il ciclo integrato delle acque non possono essere gestiti da comuni singoli , ma esclusivamente in forma associata,  obbligo vincolante perchè possano usufruire dei fondi europei da destinare alla ristrutturazione delle reti idriche e fognarie, di cui già l'Ato idrico è destinatario.

Non solo ma i comuni più grossi, e Bagheria è tra questi, non hanno nè personale, nè mezzi tecnici nè risorse adeguati per potere gestire in prima persona il ciclo integrato dall'acqua che va dall'approvvigionamento alla distribuzione, alla depurazione ed infine alla bollettazione.

Due sono le strade praticabili che si aprono per i sindaci, per le popolazioni dei comuni interessati e per i lavoratori della fallita APS, ed entrambe richiedono uno sforzo economico della Regione che possa garantire uno cospicuo finanziamento per lo start up delle due proposte in campo, in considerazione anche del fatto che malgrado le tariffe elevate, APS perde 6 milioni di euro l'anno.

Entrambe le soluzioni dovrebbero garantire il salvataggio delle risorse umane della fallita APS, che in atto pur non ricevendo da mesi lo stipendio e senza mezzi stanno volenterosamente fronteggiando la situazione, come sottolineano i sindacati.

La prima soluzione della quale si era già parlato all'incontro dei sindaci del Patto di Ventimiglia vedrebbe l'Amap di Palermo, azienda che, è utile ricordarlo, chiude i bilanci in pareggio farsi carico della gestione del ciclo integrato dell'acqua nei comuni che ne facessero richiesta: ma l'Amap, tramite Orlando, chiede garanzie, e nella fattispecie,  un cospicuo start up per affrontare i costi di una inevitabile ristrutturazione aziendale che dovrà rigardare la precedente gestione.

Oppure in alternativa, la creazione di una società pubblica tra comuni, anch'essa però bisognosa di un finanziamento di partenza per poter affrontare con una certa serenità il problema.

In entrambi i casi il soggetto protagonista è la Regione e il suo presidente che dovranno dare le garanzie e soprattutto le risorse necessarie perchè i comuni intraprendano la strada che giudicheranno più congrua.

Nel frattempo Crocetta si è impegnato a fare sbloccare le risorse perchè i lavoratori da giugno senza stipendio ricevano una mensilità arretrata per potere continuare a svolgere i propri compiti di istituto.

Tutto rinviato quindi, ma ormai il tempo stringe e le risposte del sindaco Orlando e del presidente Crocetta non possono più tardare, perchè il rischio è una emergenza idrica senza precedenti.

 

 

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