Il bubbone da estirpare - di Angelo Gargano

Il bubbone da estirpare - di Angelo Gargano

Politica
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Bene ha fatto il sindaco Patrizio Cinque a trattenere per sè la delega ai servizi cimiteriali: potrà operare direttamente e senza delegati in un settore che richiede conoscenza dei problemi, coraggio e capacità di incidere per estirpare quello che assieme al Coinres è uno dei peggiori bubboni dell'amministrazione locale a Bagheria.

E non da ora, perchè volendo si potrebbe dire da sempre.

Da quando già verso la fine degli anni '70 cominciò a manifestarsi la penuria di sepolture e la necessità di un ampliamento del cimitero che si realizzò poi, sindaco Antonio Gargano, negli anni '80.

E' stato sempre una sorta di ambito extraterritoriale il cimitero di Bagheria, una repubblica a sè stante, con le proprie leggi e i propri regolamenti, tutti basati non sulla pietas e il rispetto dei morti, ma sul business.

Da almeno trenta anni polemiche e denunce, rotazione di personale. Dopo qualche mese punto e daccapo.

Business delle sepolture, degli arredi cimiteriali, delle lampade votive, della costruzione delle tombe gentilizie; e poi si sa sono momenti quelli del lutto e del dolore in cui la gente spesso non bada a spese.

E la mafia, da sempre presente nelle nostre contrade, non poteva non trasformare in business la sete di sepolture: certo le amministrazioni con il loro atteggiamento ondivago e attendista hanno dato una buona mano: il project financing che molto opportunamente si arena,  e che, guarda caso, si perde nei meandri negli uffici, la variante di ampliamento da anni in gestazione che non viene recepita chissa perhè nel nuovo schema di piano regolatore generale, che offre il destro  alla trovata di trasformare in affaire immobiliare l'area della confraternita del SS.Sacramento.

E naturalmente nessuno  sapeva e vedeva cosa accadeva dentro il cimitero: Biagio Sciortino che nel 2008 mette un suo uomo di fiducia, Lo Meo che subito dopo la sua elezione nel 2011 lo toglie e mette il suo, di uomo di fiducia.

Una fiducia mal ripagata sembrerebbe sinora, e le imprese funebri, quelle spregiudicate, votate naturalmente a drenare risorse illecite, sollecitando e praticando procedure per il recupero dei loculi disinvolte, fuorilegge  ed in qualche caso offensive della dignità dei cadaveri, fittizie compravendite di sepolture e via via malversando..; chi ci sta va bene, altrimenti l'ordine viene mantenuto, se necessario con qualche avvertimento, bruciando le vetrine di qualche azienda concorrente, l'auto di un titolare di pompe funebri ( è accaduto appena tre mesi fa in corso Butera), minacciando a muso duro chi non si vuole mettere in riga, imponendo fornitori di servizi, allungando le mani sul business delle cappelle.

Ed a febbraio il 'tappo' era saltato: le confessioni di Flamia aveva messo a nudo lo scandalo di un cimitero di fatto consegnato a cosa nostra; lo scandalo che ci vede protagonisti sui media italiani, europei e mondiali, della casse con resti umani accatastate alla rinfusa e una volta che gli spazi si erano riempiti, periodicamente bruciate come si usa fare con la 'ramaggghia' in campagna.

Lo Meo che affonda con questa pietra al collo, che tenta disperatamente di rifarsi una verginità, ma la sentenza del popolo viene pronunciata in  una seduta in cui venti giustizieri affondano le sue  balbettanti giustificazioni e la sua incapacità a capire la profondità del dramma.

E le voci che nelle ultime settimane poi cominciano a rincorrersi, e cioè il R.O.S. che fa i propri riscontri, personale comunale che avrebbe accertato chi dice duecento, chi trecento sepolture vendute al mercato nero, e cioè pagate dai familiari dei defunti, ma il cui ricavato non ha preso la via delle casse comunali ma tutt'altri percorsi.

altSino ad arrivare alle fiamme di ieri sera che dovrebbero cancellare, nelle intenzioni di chi le ha fatte appiccare, le prove di manomissioni e intrallazzi. Non sarà così naturalmente, ci vorrà del tempo ma la verità prima o poi verrà fuori, così come l'ultimo pentito farà venire fuori alcune tristi verità sul Coinres e sui taglieggiamenti agli imprenditori.

Riuscirà Patrizio Cinque a mettere fine a questo colossale traffico ? noi ce lo auguriamo, anche perchè sappiamo che è il sindaco che non ha uomini di fiducia da 'impostare' al cimitero, e che il suo datore di lavoro sono i 15.000 bagheresi che gli hanno dato una delega per frantumare i vecchi e intoccabili  santuari del potere e dei centri di interesse.

Per questo in quella che è una dura e difficile battaglia in cui ci vuole coraggio e discernimento bisogna stare dalla parte di chi  vuole mettere la parola fine alla manipolazione delle tombe, alle pratiche truffaldine, al vilipendio dei cadaveri, alle speculazioni ignobili sul sentimento più consono agli uomini: il rispetto dei propri defunti.

E pensiamo che il sindaco Patrizio Cinque lo voglia.