E.Colajanni di Libero Futuro: gli imprenditori bagheresi maturi per dire no a cosa nostra

E.Colajanni di Libero Futuro: gli imprenditori bagheresi maturi per dire no a cosa nostra

Politica
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Enrico Colajanni, presidente dell'Associazione antipizzo e antiusura 'Libero Futuro', in questi giorni e dopo le  operazione Argo e Reset che hanno decimato le famiglie mafiose di Bagheria e dintorni è particolarmente vicina agli imprenditori del territorio del mandamento mafioso bagherese, da Altavilla a Villabate da Santa Flavia a Ficarazzi, a quei 22 imprenditori e commercianti soprattutto che per la prima volta hanno ammesso le vessazioni mafiose.

Si respira un'aria diversa a Bagheria: la Confcommercio ma non solo, altre associazioni di categorie con sempre maggiore frequenza si pronunciano contro pizzo e usura segnalando quella che è stata definita una vera  e propria emergenza democratica per Bagheria.Libero Futuro ha programmato anche un attività di attacchinaggio di adesivi antipizzo per cogliere le opportunità che questo particolare momento offre a Bagheria.

Ad Enrico Colajanni abbiamo posto alcune domande.

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Cosa è Libero Futuro ?

LiberoFUTURO è una Associazione impegnata da tempo nella costruzione di nuove associazioni antiracket in giro per la Sicilia occidentale.

Dove operate ?

Da Partinico a Castelvetrano, da Agrigento a Bagheria dovunque si renda necessario il nostro intervento a fianco di chi decide di denunciare gli estortori abbiamo iniziato a costruire gruppi di imprenditori e professionisti disponibili a impegnarsi in prima persona a fianco di altri colleghi bisognosi di consigli, sostegno e solidarietà.

Come considerate la situazione esistente a Bagheria?

In tutte le esperianze fatte fino ad oggi non ci eravamo mai trovati in una situazione tanto dirompente quanto quella trovata a Bagheria dove, grazie al lavoro formidabile dei Carabinieri e della Magistratura, sono esplose tutte le contraddizioni del sistema mafioso e la risposta del mondo imprenditoriale è stata sorprendente.
Potremmo dire che l'intera area ad est di Palermo aveva toccato il fondo anche e soprattutto a causa della presenza pervasiva e perniciosa di Cosa nostra che viziava il libero mercato e inquinava ogni attività pubblica e privata. Basti pensare alle vicende orribili del cimitero dove il pizzo lo dovevano pagare anche i morti o alla situazione tragicomica della squadra di calcio gestita dal boss con la pistola in mano.

Adesso cosa è cambiato rispetto al passato anche recente?

Cosa nostra è decimata, decine di imprenditori collaborano e noi che li assistiamo vorremmo che tanti altri si decidessero a collaborare e partecipassero a questo processo eccezionale di riscatto. Tutti devono capire che per liberarsi dalla mafia la denuncia deve essere collettiva, altrimenti il fenomeno del racket e Cosa nostra si riprodurranno. Daltronde una condizione migliore non si ripresenterà facilmente.

Cosa possono fare i comuni cittadini? 

Ai cittadini consumatori chiediamo anche con le loro scelte di consumo critiche e consapevoli  di sostenere gli imprenditori che stanno collaborando e i cui nomi presto saranno pubblici. Non solo ma abbiamo colto ed apprezzato la novità della nuova amministrazione del sindaco Patrizio Cinque che sul tema della lotta alla amfia sta parlando un linguaggio chiar oe forte  e siamo certi vorrà accogliere i nostri suggerimenti e condividere le nostre battaglie