Risposta all'articolo di Angelo Gargano- di Bartolo Di Salvo

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Politica
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Caro direttore

Le ho sempre riconosciuto onestà intellettuale e capacità di analisi, sia pubblicamente che privatamente. Non sono mai stato avaro di complimenti quando li meritava, ne lesinato critiche quando, a mio parere, le sue analisi erano approssimative.

Trovo l’occasione di scriverle dopo aver letto il suo articolo “E ballottaggio fù…” pubblicato su bagherianews.com il 27 maggio. L’occasione è utile per riportarle la mia personale opinione sulla ultima tornata elettorale, sui protagonisti del ballottaggio, e sull’analisi approssimativa, a mio parere, che lei rassegna ai sui lettori.

Condividendo in pieno la parte iniziale del suo articolo, quando fa riferimento alla inopportunità della presente tornata elettorale amministrativa, non posso non sottolineare come l’accelerazione sia stata voluta da coloro che erano già pronti. Non volendo in alcun modo essere strumentali, ma era palese a tutti che almeno quattro dei cinque candidati a sindaci lavoravano al loro progetto “personale” da molto tempo. Ed alla fine la differenza sta tutta qua: la visione che le parti in gioco hanno avuto rispetto al momento socio-economico della città. Da un lato progetti politici “classici” che fanno riferimento ad un luogo politico definito (M5S, Centro sinistra, Liste civiche), dall’altro il tentativo generoso di proporre un “progetto per la città”, che parte dal centro-destra ma aperto a tutti. 

altIl dott. Costa, ma soprattutto l’idea di amministrazione che lo stesso voleva interpretare, è la vera novità di questa tornata elettorale: un uomo di spessore, sopra le parti, non politico, che riuscisse a mettere assieme tutti coloro che ci stavano, per il bene di Bagheria e dei bagheresi.

A lei caro direttore spetta il compito delle analisi, ma la prego, non ometta alcune valutazioni senza la quale la stessa risulta parziale. In particolare spieghi che abbiamo votato per la prima volta con una legge che, cervelloticamente prevede il voto confermativo del sindaco, quando la legge precedente prevedeva già il voto disgiunto per chi voleva un sindaco diverso rispetto a quello sostenuto dal proprio candidato al consiglio comunale. Spieghi pure che a causa di tale cervellotica legge la volontà di circa 11.000 bagheresi non è stata considerata. Spieghi, caro direttore, chi ha voluto tale legge. Obietterà, caro direttore, che la legge vale per tutti allo stesso modo, ma lei sa benissimo che non è così. 

L’elettorato del centro destra è più maturo d’età, a volte meno dotto, e questa legge è fatta apposta per limitarne l’incidenza. È una legge “classista”, che divide l’elettorato, gli italiani. Lo dica, caro direttore, che questa legge è stata voluta dallo stesso partito che predica l’integrazione, che apre le frontiere, e poi crea una legge elettorale che non tiene conto in alcun modo della volontà di 11.000 bagheresi. Ma queste sono solo congetture, alla stregua di quelle che ella, caro direttore, fa sull’apparato a sostegno della candidatura del dott. Costa. Congetture che fanno torto, prima al dott. Costa, che lei considera niente di più che una “spalla, ed alla sua storia”, poi alla classe dirigente dei partiti e delle liste che lo hanno sostenuto, considerati da lei alla stregua dei “bravi” di manzoniana memoria, definiti “…i soliti, vecchi burattinai, cavalli bolsi della politica d’antan, generali senza esercito e qualche politico da salotto allora si è capito che Costa si preparava a fare una pessima figura”. Ma vede, caro direttore, quei “generali senza esercito” hanno deciso di sostenere un uomo nella consapevolezza che non avrebbero potuto tirargli la giacca. Hanno sostenuto un esperienza lontana dai giochi della politica, dai burattini e dai burattinai, gli stessi che negli anni precedenti hanno calcato esperienze amministrative diverse, e che oggi sotto mentite spoglie si ripropongono come novità. 

Millantare è un verbo a noi sconosciuto. Le nostre origini sono umili e le ricordiamo con orgoglio ed onore. Nell’assenza, voluta, dei politici regionali e nazionali veda piuttosto il rispetto per la città e per i suoi cittadini, colga la consapevolezza che la classe dirigente locale ha degli umori dei propri concittadini: la rabbia, la delusione per le speranze tradite. Non è un valore assoluto il presunto “collegamento” con le istituzioni di rango regionale e nazionale, non lo sono mai stato: tre anni fa Bagheria fu teatro di sfilata di personaggi politici di altissima caratura: 2 Presidenti della Camera dei Deputati (di cui uno in carica); 1 Candidato Premier; 1 Presidente della Regione; un numero considerevole di assessori regionali…e Bagheria oggi è in questo stato: molto peggio di prima. Scambiare poi l’umiltà con il distacco è, secondo noi, cosa grave ed ingiusta. Scambiare il garbo, l’educazione, il rispetto del “ruolo istituzionale” che ha mostrato il dott. Costa per indolenza è assolutamente fuori luogo. Mi creda direttore quando le dico che ciò che lei a scambiato per distacco era la consapevolezza della difficoltà dell’impresa, la matura convinzione che il prossimo futuro della città è irto di difficoltà e preoccupazione. Se l’arte oratoria, la fine dialettica, l’articolazione complessa di problemi e soluzioni diventano per lei, caro direttore, elementi di valutazione sulle capacità amministrative. Se per lei la storia professionale, i risultati conseguiti sono solo elementi marginali di valutazione. Beh, se lei, caro direttore, usa questo metro allora ha ragione sul dott. Costa. Ma noi abbiamo fatto altre valutazioni. Abbiamo pensato che altre erano le strade da percorrere per Bagheria ed i bagheresi.

Difficile mi viene contestarle le considerazioni sull’organizzazione, ma mi dica, caro direttore, chi è arrivato organizzato a questa consultazione elettorale? Chi ha proposto un progetto completamente credibile?
Ma è più facile sparare sugli altri, su chi ci mette la faccia e la storia. È più facile fare analisi senza distinzioni. Faccia i nomi, caro direttore, di pupi e pupari, dei generali senza esercito, dei politici da salotto. Mi faccia e ci faccia comprendere quali sono le colpe gravi di cui si sono macchiati. Le ricordo, caro direttore, che da quasi 15 anni questa città non ha più una guida di centro destra, e lo stato attuale e figlio di scelte fatte da amministrazione di sinistra a lei tanto care.

Sul mio ruolo personale e sulle mie possibilità non credo valga la pena spendere più di qualche riga. Avrei avuto buone chance, forse, ma non è mai stata l’ambizione personale a muovermi, e non sarei stato certo io l’uomo che avrebbe unito le forze politiche della città. Non sarei stato in grado di unire tutti sotto il vessillo del salvataggio della città, perché di parte, perché di centro destra. Vede caro direttore, fino a quando in questa città prevarranno le logiche di parte, quelle dei partiti, a cui fino a ieri neanche io sono stato estraneo, fino a quando un consigliere in più, un assessore in più saranno più importanti del bene della città e dei bagheresi tutti, Bagheria sarà destinata a languire.

Bartolo Di Salvo