E ballottaggio fù - di Angelo Gargano

E ballottaggio fù - di Angelo Gargano

Politica
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E’ andata come doveva andare: come dicevano i pronostici da ‘stratonello’ , il sondaggio on line di bagherianews.com , come faceva prevedere la qualità e lo spessore politico dei protagonisti in campo e come faceva supporre l’andamento dell'intera campagna elettorale

Una campagna elettorale breve e convulsa che noi abbiamo anche giudicato prematura e inopportuna, per la quale i più preparati erano appunto il Movimento 5 stelle e il Partito democratico, che sono stati i partiti, anzi il partito e il Movimento che hanno fatto più degli altri una vera e completa campagna elettorale con tutti i crismi canonici, guidati dai candidati Patrizio Cinque e Daniele Vella, il primo rappresentante del Movimento 5 stelle, il secondo alla guida del Partito democratico e della lista Sarà migliore; e pertanto non è un caso che siano stati loro ad arrivare al ballottaggio

Sono stati gli unici raggruppamenti che hanno parlato in maniera competente e ordinata, di soluzione di problemi concreti, gli unici che hanno elaborato programmi condivisi, vedi i 5 Stelle, o argomentato durante i 30 giorni di confronto elettorale su questioni precise affrontate in maniera documentata da esponenti politici e da esperti

Hanno messo in campo il meglio delle loro relazioni politiche mostrando di credere nell'importanza non del voto di Bagheria, ma dei bagheresi , mobilitando i propri rappresentanti regionali il Movimento 5 stelle, quelli regionali e nazionali il Partito democratico.

Accanto a Patrizio Cinque ci sono sempre stati i parlamentari regionali, Claudia La Rocca e Salvatore Siracusa oltre che Giancarlo Cancellieri, accanto a Daniele Vella si sono visti a Bagheria, tra i tanti, Davide Faraone, della segreteria nazionale del partito democratico, l’assessore regionale alla Formazione Nelli Scilabra, il ministro guardasigilli Andrea Orlando, il vicepresidente del consiglio Graziano Delrio, il presidente della Regione Rosario Crocetta.

Segno inequivocabile dell'importanza che veniva dato al voto di Bagheria, e che chiunque dovesse vincere la sera del 9 giugno non sarà un sindaco  orfano di quei riferimenti istituzionali che torneranno particolarmente utili nelle difficili circostanze che ci troveremo ad attraversare; insomma un valore politico aggiunto non indifferente.
Cosa che oggettivamente chi veniva sostenuto da liste civiche non aveva la possibilità di fare, a partire da Gino Di Stefano, che, al di là del piazzamento, è stata la candidatura più credibile dopo i due andati al ballottaggio.

altGino Di Stefano aveva sperato sino all'ultimo, senza riuscirci, di essere se non l'unico, almeno il principale candidato a sindaco del centrodestra.

Ma i dirigenti del centrodestra (ma chi sono a Bagheria i dirigenti di forze politiche che assommano 11.000 voti ? Bartolo Di Salvo, e chi altri poi?), presi dal loro ormai storicamente consolidato e sconsiderato 'cupio dissolvi' , guardavano altrove.

Non si è rassegnato Gino Di Stefano e con generosità come è nel suo carattere si è lanciato in una impresa quasi impossibile; competere cioè con gli squadroni organizzati della concorrenza e tentare di arrivare al ballottaggio con due liste, una delle quali oggettivamente poco consistente dal punto di vista del peso elettorale che esprimevano i candidati.

Qualche scivolone in campagna elettorale, il suo carattere impulsivo, il suo sentire popolare, forza e limite della sua azione politica, gli hanno impedito di andare allo show down finale.

Ha goduto di una larga quota di voto disgiunto senza però riuscire a centrare l'obiettivo.

Personalmente mi spiace che Di Stefano scompaia dalla scena politica, perché rappresentava quelle categorie produttive, artigiani, commercianti  e piccoli imprenditori soprattutto, per i quali era un riferimento, e poi perchè al di là degli eccessi e delle intemperanze verbali portava dentro le istituzioni problemi veri della comunità.

C'è poi il centrodestra: tre liste in cui avevano trovato calda accoglienza  e generosa ospitalità i vecchi consiglieri acchiappa voti, i big delle preferenze, ben undici, a sostenere un candidato che avrebbe dovuto segnare una svolta.

altUna candidatura a sindaco quella di Antonio Costa che avrebbe dovuto, lo scrivemmo noi stessi, servire a sparigliare le carte e mobilitare risorse professionali disposte finalmente a spendersi per Bagheria mosse dal suo esempio, poteva essere un vero atout; ma così non è stato, perché quando è stato chiaro che dietro Costa c’erano i soliti, vecchi burattinai, cavalli bolsi della politica d’antan, generali senza esercito e qualche politico da salotto allora si è capito che Costa si preparava a fare una pessima figura.

Erano stati millantati sponsor di peso, ma a parte l’on. Piero Alongi, a Bagheria non si è visto nessuno spendersi accanto al dr. Costa, ed alla luce del dato finale si può pensare che una campagna elettorale più organizzata e una maggiore convinzione e credibilità di quanti stazionavano inutilmente al suo fianco avrebbero potuto produrre ben altro risultato.

L’impressione è stata di quando il comico protagonista spinge letteralmente sul palcoscenico la spalla, tremolante al debutto, e gli urla: “vai avanti te che io ti seguo”.

Ma a seguire nella recita elettorale del centrodestra non si è visto nessuno.

Lo stesso candidato, ci perdoni il dr. Costa, al di la della sua limpida storia personale e professionale, ci ha messo del suo, non riuscendo a calarsi mai pienamente nei panni del candidato; sempre spaesato, come uno che sembrava trovarsi lì solo per caso e quasi controvoglia, e quando ha capito a che gioco si giocava, la partita era già finita.

Colpa sua? solo in minima parte

Le liste che lo sostenevano hanno stravinto la partita, ma il suo monte-voti è stato saccheggiato dalla concorrenza: dopo quanto accaduto crediamo che pochi nel futuro si faranno attrarre dalle lusinghe dei partiti.

Atanasio Matera invece si è risvegliato da un sogno.

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Ora il ballottaggio.

Pensiamo che nessuno dei due antagonisti farà apparentamenti, almeno ufficiali, anche perchè non c'è alcun dirigente di partito o di corrente o di qualsivolgia organizzazione che al ballottaggio riesca ad orientare anche una sola preferenza.

L' 8 e il 9 giugno l'estate sarà esplosa: a votare saranno poco più o poco meno della metà  degli aventi diritto: chi andrà a votare si è già formato o si andrà a formare una idea, basata sulle emozioni e sulle impressioni che il candidato gli trasmette, e solo in base a quelle esprimerà un voto.

Le mogli dentro l'urna tradiranno i mariti e viceversa, i figli tradiranno i padri, cosa sempre avvenuta, ma che al ballottaggio avviene di più perchè si vota una persona ed i giudizi sulle persone, perdonate il bisticcio di parole, sono personali.

Il ballottaggio è praticamente l'unica occasione in cui i bagheresi, ma non solo, votano la persona mettendo da parte opinioni e pregiudizi  ideologici di partito o di schieramento: così è stato nel 2001 Fricano vs Valentino con quest'ultimo che parte dal 49% e perde, nel 2006 con Biagio Sciortino che parte dietro Vincenzo Gargano e stravince, nel 2011 con Vincenzo Lo Meo 'percepito' come uomo del rinnovamento oltre che fattivo e concreto e che macina Bartolo Di Salvo, che, sia detto per inciso, stavolta ha perso una buona occcasione.

Poi magari dopo solo tre anni ci  accorgeremo di avere sbagliato.

Angelo  Gargano

nella foto di copertina Patrizio Cinque di spalle mentre contesta Crocetta