Politica

Il voto ci consegna una città ed un Paese diviso in tre grandi blocchi. Da un lato il centrosinistra - Pd in testa - dall’altro la destra rappresentata dal Pdl ed ancora un nuovo centro politico –certamente non secondo la l’accezione classica del termine “centro” - rappresentato dal Movimento 5 Stelle.

Di colpo sono stati spazzati via dal Parlamento o rimangono lontani da cifre numeriche rilevanti il classico centro politico come fino a ieri lo abbiamo interpretato e conosciuto.

Certamente asfissiato dal troppo tatticismo inverato in questi anni.

Da questo dato parte questa mia breve analisi che svolge alcune riflessioni che ho in mente.

Non basterà al Partito Democratico ne alle formazioni progressiste andare avanti con i soliti slogan del tipo “ascoltiamo la base”, ”ripartiamo dal territorio” per recuperare credibilità e consenso nei confronti dei cittadini. Anche perché, ritengo , che la base con questo voto ha già dato segnali molto chiari che dobbiamo subito saper interpretare.

Non basterà, per quanto a mio parere necessario, mantenere solamente posizioni di responsabilità e sperare di rappresentare esclusivamente quell’elettorato che in noi vede gente ”con la testa sulle spalle” e “con una idea precisa sul da farsi”. Atteggiamento che pur con qualche risultato abbiamo tenuto.

Non basterà un richiamo ai valori di sempre. Anche se sempre dalla stessa parte batte il cuore.

Occorre a mio modo di vedere capire, comprendere che un modo di fare politica come lo abbiamo conosciuto ed interpretato fino a ieri è terminato, tramontato.

Ed è da questa affermazione che bisogna partire per rilanciare la nostra azione politica.

In ogni livello Istituzionale e territoriale è necessario non solamente essere la forza politica della responsabilità ,ma avere la capacità di gettare lo sguardo oltre l’orizzonte.
E’ tempo di posizioni chiare.

E allora a partire dai temi più sensibili, desidererei che i nostri dirigenti prima degli altri dicano : stop ai privilegi della politica, si alla possibilità per tutti di fare politica; abbassiamo gli stipendi dei parlamentari nazionali e regionali ; poniamo un tetto ai grandi stipendi dei dirigenti pubblici e alle loro pensioni d’oro ; dimezziamo il numero dei parlamentari ; riforma elettorale che garantisca la governabilità e che faccia realmente scegliere ai cittadini chi si sta eleggendo ; basta finanziamento pubblico ai partiti ; i risparmi investiamoli in ricerca ed istruzione ; più diritti per tutti…

I temi sarebbero tantissimi, dal campo dei diritti alle riforme per una maggiore opportunità di lavoro.

Credo che affermare che questi messaggi, per quanto contenuti nel nostro programma, siano andati persi tra i mille rivoli dei nostri non esporci e del nostro non osare non sia sbagliato.

Credo che dire che occorre una nuova classe dirigente per il nostro partito non sia errato – e sottolineo che non è solo una questione anagrafica, ma soprattutto politica - .

Credo che dire che si debba definitivamente lasciare alle spalle il partito degli ex è una cosa scontata quanto vera.

C’è una intera generazione di ragazzi che non hanno conosciuto né il Pci, né la Dc, né i Ds, né la Margherita, ma che si sono affacciati alla politica imparando a conoscere solamente il Partito Democratico.

Mi chiedo e mi domando cosa pensano degli eterni dibattiti tra le correnti del nostro partito. Non li comprenderanno mai. Giustamente.
Andiamo alle relazioni politiche.

Occorre capacità di parlare ai movimenti che nascono sul territorio, locale e nazionale.

E’ innegabile, se si vuole fare una seria analisi, che la nascita di movimenti, M5S in testa, sia la più grande nota politica di questo periodo. E’ un dato che non può essere certamente minimizzato ne ignorato.

E allora con questi movimenti, penso anche al Megafono del Presidente Crocetta, il nostro partito deve cercare di instaurare e continuare un dialogo.

Si tratta di movimenti di massa che interpretano esigenze di cambiamento legittime quanto indiscutibili. Cambiamento del modo di fare politica, del modo di intendere la partecipazione , del modo di scegliere i propri rappresentanti ed i propri punti programmatici, del modo di comunicare ed amministrare.

Al di là dell’atteggiamento con cui il M5S si porge nei confronti del resto del quadro politico io credo che un convergenza sulle cose da fare, sulle riforme possa e debba essere trovata.

Affermo di più.

Sono convinto che realizzare insieme progetti di riforma e cambiamento della realtà in cui viviamo sia obbiettivo anche di molti elettori del movimento oltre che del nostro partito. E su questa disponibilità alla discussione saremo tutti misurati dai cittadini.

Un esempio di dialogo proficuo lo ha dato, per alcuni temi, l’esperienza regionale, si veda su tutte le posizioni No Muos assunte in aula da esponenti del Pd e del M5S e fatte proprie dalla Giunta Crocetta.
Tale dialogo sarebbe opportuno espanderlo anche negli altri livelli territoriali.

Dialogo nel quale, a livello locale, devono essere coinvolte associazioni giovanili, culturali, sociali e movimenti locali.

Auspico che i due poli riformisti usciti dalle urne riescano a superare le diffidenze e non mi dispiacerebbe un confronto-collaborazione anche negli organi istituzionali locali.

Per far ciò, da parte nostra, occorre affermare e ribadire alcuni concetti chiari sulla città che vogliamo:

No a nuove speculazioni edilizie, si ad un recupero del centro storico ; valorizzare e tutelare il patrimonio naturalistico ed artistico ; tagliare gli affitti sul serio ; mettere a bando i beni confiscati cercando di valorizzare le associazioni giovanili e del nostro territorio ; fare uscire un bando per richiamare alla collaborazione gratuita giovani professionisti e progettisti ; aprirsi al confronto periodico con le forze sociali ; ricercare un confronto e cercare di collaborare con le nostre realtà di eccellenza ,penso al campo gastronomico ,della ristorazione o della pasticceria solo per fare un esempio o al campo della sanità si veda Rizzoli e Villa Santa Teresa ; lavorare all’idea della zona franca urbana ;rendere trasparente i percorsi amministrativi degli atti attraverso un controllo via internet da parte del cittadino ; un piano di risanamento finanziario che parta dell’evasione ; fare partite in ogni modo la raccolta differenziata; introdurre elementi di trasparenza e nuova partecipazione e tanto altro.

La faccio breve sicuro come sono della possibilità che avremo di approfondire questi temi.

Concludo dicendo che solo così rilanceremo il nostro Partito e con lui non solo la nostra possibilità di governo del territorio ,ma soprattutto la possibilità di cambiamento reale delle cose.

Daniele Vella, capogruppo Pd, direzione regionale Pd.
 

E' il momento delle sedi vacanti, è chiaro a tutti, ma la vacatio più preoccupante è quella del governo politico. Nulla di più pericoloso in questo momento di grave depressione sociale è l'assenza della politica, l'incertezza del presente e la negazione del futuro.

Sono stato uno dei tanti "democratici" che ha creduto che il centro-sinistra poteva realmente essere l'alternativa a questi ultimi dieci anni di governo di centro -destra, non mi ricredo, ma da "militante" come si dice, e da eletto ed elettore del PD, penso che una riflessione bisogna farla. Una attenta e onesta analisi del voto è indispensabile, ma ritengo ancora più necessario una coraggiosa presa di coscienza sul nostro modo di essere democratici e "partito".

Certamente c'è un problema di partecipazione e di condivisione con i cittadini, vero è che abbiamo fatto le primarie, vero è che abbiamo fatto pure le parlamentarie, ma è altrettanto vero e che a parte i momenti di campagna elettorale, e ne abbiamo avuti tantissimi in questo anno (regionali, primarie, parlamentarie, nazionali), non riusciamo ad essere presenti nel territorio, le nostre riunioni sono poco partecipate, non riusciamo a cogliere né il malessere della gente né le forze propositive che dalla città, dalla gente possono venire. 

Eppure per questo è nato il Partito Democratico, per essere una struttura riformista, aperta, moderna, che parla il linguaggio della gente, ma evidentemente non siamo stati così attenti a capire che aldilà delle beghe, aldilà delle vittorie e delle sconfitte in termini di numeri, esistono i cittadini, i problemi dei cittadini, i sogni e le speranze che pian piano sembrano scemare ed annientarsi nel grigiore della rassegnazione. 

La soluzione non è il taglio delle teste, come si faceva un tempo, perché il problema non è una testa, o un dirigente. Occorre partire dal territorio, dalle azioni in consiglio comunale, dalle attività che pongono al centro il bene della città e del Paese. 

Il rinnovamento è in atto, in parlamento sono stati eletti tantissimi parlamentari giovani e alla prima esperienza, ma dobbiamo fare di più, molto di più. Ce lo chiede la gente, ne siamo consapevoli noi ancora più alla luce di questi risultati. Avremo un nuovo papa e spero un nuovo governo. Ma speriamo e dobbiamo lavorare per un partito rinnovato che metta al centro la politica, quella bella.

Emanuele Tornatore, consigliere comunale PD 

Anche a Bagheria, assistiamo, con amarezza, al fallimentare risultato elettorale dell' Udc.

Esso per molti, versi ha origine, ma nn solo in parte, da un errore nazionale di posizionamento nell' alleanza suicida, con la proposizione politica del tecnocrate Prof. Monti...

Il voto politico, al netto dell' effetto mediatico, della opinione, che la gente si forma, in campagna elettorale, ha uno zoccolo duro, sopratutto nelle realtà medio piccolo come la nostra, costituita dai militanti e simpatizzanti.

Nella nostra città i risultati sono stati ahimè... addirittura sotto la media siciliana, riducendo ad una umiliante marginalità l' Udc di Bagheria..

Prima che nella nostra città , vengano date, le ultime mandate per chiudere definitivamente, nello scrigno della memoria storica, il nostro simbolo , e ciò che esso ha rappresentato, sentiamo forte, la necessità di indicare, secondo, la nostra opinione, un'unica via di sopravvivenza.

Ci spingono a ciò, due ordini di motivi: Il primo, è più importante perchè, siamo, convinti, che ancora oggi, il nostro partito, rappresenti una porzione di società bagherese, non così esigua e insignificante come i numeri di questo passaggio elettorale ci dicono.

Il secondo: perchè, ciò mortificherebbe, rendendo vano, l'impegno, e le energie profuse da tanti amici, che anche spendendosi in prima persona alle ultime elezioni amministrative, hanno dato un contributo, non marginale, per far sopravvivere e radicare in città lo scudocrociato.

Tutto ciò detto, impone una seria, riflessione, che, ci rendiamo conto, è difficile, far capire , a chi forse velleitariamente ha pensato, in questi mesi, di poter rappresentare la storia di questo partito, ed è perfino inutile ricordare, a chi ( sindaco Lo Meo in primis) si è assunto la responsabilità di volere rappresentare istituzionalmente, l' UDC, ed oggi non percepisce, l' umiliazione di un risultato da " Associazione bocciofila amatoriale" .

Ci aspettiamo solo una onesta e dignitosa, presa d'atto, che arrivato il momento di affidare, ad una giovane generazione, il compito di ripartire da zero (perchè di questo si tratta) penso al movimento giovanile che per fortuna ancora conta buoni numeri, e conta, al suo interno elementi attrezzati culturalmente, per raccogliere il testimone di un modello di società  che L'UDC propone.

Rendiamoci conto, che l'unica speranza è costituita dai giovani, che per affinità generazionale, per mentalità , sono i soli, a poter competere ad armi pari con le nuove offerte che il panorama politico ha presentato a Bagheria.

E' opportuno che, dal movimento giovanile, parta una iniziativa politica, tesa, a promuovere un congresso straordinario, con il solo obbiettivo di trovare le ragioni per proseguire un percorso, indicando una linea politica nuova, con volti nuovi, che interpretino, un messaggio completamente rinnovato nei contenuti.

Nicola Tomasello
 

Siamo sempre riusciti a sfuggire alla campanilistica tentazione ricorrente di considerare Bagheria l'ombelico del mondo, anche se non possiamo fare a meno di rimarcare che sia per il numero di elettori, circa lo 0,1% dell'elettorato nazionale, per la composizione della sua popolazione, oggi più di ieri, il risultato elettorale aBagheria oggi come ieri,  riporta linee di tendenza generali, dove si riflette una "medietà cittadina" del voto che in altre realtà sono invece contaminate  da fattori localistici.

Per questo pensiamo che leggere il voto di Bagheria cosa che, come si faceva un tempo andrebbe anche fatto sezione per sezione, sia cosa istruttiva che aiuta a capire le motivazioni di voto espresso dai bagheresi.

Partimo allora da alcune osservazioni e considerazioni se vogliamo banali: sono solo tre, tra la quindicina in lizza, i partiti che a Bagheria hanno superato il 5% dei voti e cioè come sappiamo, il PDL, il Movimento  5 stelle,  ed il Partito Democratico, che alla Camera raggiungono rispettivamente il   35%, il 31% e il 15%.

Come linea di tendenza è la stessa che si manifesta a livello regionale.              . 

Tutti gli altri partiti Monti compreso, e le ex corazzate del PID e dell'UDC affondano miseramente sotto il 5%, l'UDC in particolare, ricordiamolo partito del sindaco Lo Meo, scende addirittura all 1,73%

Allora diciamo subito che quanto avvenuto in maniera così vistosa, è stato in larga parte dovuto al fatto che nel voto del 24 febbraio non c'erano candidati e non c'erano preferenze.

Paradossalmente gli italiani hanno espresso una opinione squisitamente politica e libera da condizionamenti.

E' sin troppo ovvvio affermare che i risultati sarebbero stati ben diversi se in campo ci fossero stati candidati e preferenze.

In secondo luogo la fluidità, anzi la volatilità  dell'elettorato, che ormai da una elezione all'altra, anche a distanza di pochi mesi, cambia radicalmente opinione.

In questo senso può essere istruttivo il voto della città di Palermo: l'anno scorso il partito dell'Italia dei valori conquista alle amministrative il sindaco e la maggioranza dei consiglieri e a distanza, ad appena otto mesi di distanza si squaglia e los tesso partito scende sotto.

Come l'UDC che dal 28 di ottobre ad oggi crolla a Bagheria dal 17% all'1,7%

I moderati che sembravano sfrattati in cerca di un alloggio e qualunque esso fosse, ritrovano una casa al canto delle sirene incantatrici del Cavaliere che parla di restituzione dell'IMU e di condono tombale per tutto e tutti, da quello edilizio a quello fiscale: musica per le orecchie del popolo lumbard ma anche di quello siculo.

Il PD in qualche modo tiene botta, ma rischia ormai di diventare forza  marginale nello scacchiere politico bagherese, ma anche e malgrado abbia il governo, anche a livello regionale. 

Ed infine l'affermazione, al di là del pensabile, del Movimento 5 stelle.

Noi non siamo mai propensi all'autocitazione, ma quando ci vuole ci vuole: quando oltre un anno fa scrivemmo l'ennesimo e inutile articolo sui costi della politica (a proposito abbiamo letto che l'amministrazione del prode Orlando qualche giorno prima del voto di domenica scorsa avrebbe aumentato a 98 euro il gettone dei consiglieri di circoscrizione palermitani che per prescrizione medica sono obbligati a tenere ben 14 sedute mensili, per discutere di cosa è un mistero concludemmo che di quel passo il Movinento di Grillo sarebbe andato ben oltre il 20%.

E' trascorso un anno ed i partiti a Roma, come a Palermo, come a Bagheria a parte le false promesse continuano a comportarsi in maniera indegna.

Neanche il tecnocrate, il rigorosissimo Monti è riuscito a scalfire o incidere nel verminaio del finanziamento pubblico della politica a tutti i livelli.

Erano state tagliate le Province, ma pare che si andrà a votare, almeno in Sicilia per il loro rimnovo il 28 di Maggi. Tutti dicono di volere dimezzare i parlamentari e i loro stipendi ma ancora qualche settimana fa si votavano contributi di riaccompagnamento agli ex parlamentari che, udite udite, dovevano rientrare nel modo del lavoro.

In Sicilia la riduzione del numero dei parlamentari che viene proclamata da anni, comincia sempre la prossima legislatura, e se il Parlamento regionale si scioglie un mese prima della naturale scadenza, la legge di riduzione dei parlamentari non entrerà mai in vigore.

Per questo pensiamo che a Bagheria come in Italia l'elettorato  del Movimento 5  stelle, pur essendo estremamente variegato, manifesta di fondo tutta la rabbia verso un ceto politico  non solo sordo ai bisogni dei più deboli, ma che continua imperterrito a fare promesse di riduzione dei costi che ad oggi si rivelano panniceli caldi (con Bersani che ha fatto anche  in campagna elettorale e su questo punto la parte del pesce in barile),

Ci sono i non più giovani precaria 400-500 eruo al mese, ci sono gli ultrantenni in cerca di primo lavoro, ci sono i quarantenni che quel lavoro ancora non l'hanno trovato, ci sono i cinqyuantenni che un lavoro l'avevavno ma l'hanno perduto, ci sono professionisti che hanno fior di stipendi ma pagano fior di tasse per finanziareare gli sprechi dei politici, ci sono i pensionati a seicento euro al mese, ci sono imprenditori che non ne possono più di  governi che finanziano ruberie e inefficienze, e non a caso l'incubatore più adatto di cinque stelle è stata la regione Sicilia.

Tra i cinque stelle c'è chi si sente telfonare al mattino dalla propria filiale di Montepaschi, perchè è andato fuori fido di 50, dicesi cinquanta euro, e che in televisione la sera sente parlare di una tangentona di trenta o trecento o ottocento milioni di euro arraffate dai dirigenti dello stesso Istituto per una compravendita fasulla.

C'è chi il quindici o il venti del mese deve inventarsi qualcosa,e non è detto che ci riesca, per mettere assieme pranzo e cena sino alla fine del mese.

Certo è un movimento che, dopo i provvedimenti si cui tutti saranno d'accordo, quando si troverà a fare scelte e a prendere decisioni che coinvolgeranno gli interessi, non solo economici ma ideali di un elettorato per ora indistinto, a lungo andare tornerà  a dividersi.

Ma la compoinente di fondo e maggioritaria del Movimento, (e l'aveva capito Berlusconi,che esagerando ma che in queste cose ha il  naso lungo, quando aveva detto che parte dei candidati di 5 stelle venivano dai NO TAV e dai centri sociali), è una componente non solo ribellista ma rifomatrice che vuole un cambiamento radicale e profondo del modo di  fare politica e di rapportarsi con i cittadini amminsitrati.

Per cui ad un certo punto gli esponenti del Movimento 5 stelle, fanno quello che il parolaio Crocetta continua a dire ma non ha ancora fatto, e cioè ridurre drasticamente rimborsi ai paritti e stipendi di quanti campano con la politica.

I deputati regionali di 5 stelle fanno un gesto non solo simbolico quale quello della devoluzione ad un fondo che aiuti le piccole imprese, dell'eccedenza rispetto ai 2.500 euro del loro stipendio di parlamentari; questo gesto assolutamente impensabile per la nostra classe politica, nella fantasia popolare assume  il significato della presa del palazzo d'inverno, che apre la strada alla presa del potere dei bolscevichi  a 5 stelle.

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