Politica

Un tempo furono i comizi, ora vanno di moda i confronti. Un tempo erano i comunisti a riempire piazze e periferie mentre  democristiani e socialisti riempivano sacrestie e pizzerie.

Un tempo si scambiava il voto con il coppo di pasta, oggi invece pure: come sempre l'ultima settimana di campagna elettorale sarà di fuoco, anche se alcuni dei candidati di oggi sono meno ideologici e più concreti, se è vero, quello che ci riferiscono che qualche candidato/a si è già aperto una partita IVA, in modo da poter dimostrare che svolgeva un' attività prima del voto in vista, se eletti, di quei famosi rimborsi, che sono sempre il motore-immobile della discesa in campo, che solitamente viene corredata dia altri ben più nobili propositi.

Ad una sola settimana dal voto il clima elettorale inevitabilmente si accende: le polemiche, i mali riscussi sinora andati avanti sottotraccia emergono, accuse e controaccuse dovute a pigghia e  porta che riferiscono magari in maniera distorta di battute, frasi o comportamenti scorretti veri o presunti di supporters dell'uno o dell'altro candidato prendono corpo e nel duello finale lo spadone sostituisce il fioretto.

La storia delle elezioni amministrative è stata sempre così: sin dagli anni cinquanta, allorchè la 'Taverna azzurra' bar dove si davano convegno i politici del tempo,  era il luogo deputato  a fare e disfare giunte, dove si tessevano accordi sopra e sottobanco e si confezionavano trappole ed esche avvelenate per amici ed avversari politici.

Ognuno dei bar di quel tempo, che non erano più di una decina, aveva una sua identità e una sua connotazione: c'erano il mitico  bar 'Aurora', frequentato dalla borghesia benestante, il bar 'Spingola', luogo di ritrovo dei 'muratori', il 'Petit bar', più piccolo ed economico e tutti a due passi l'uno dall'altro, addossati su piazza Madrice.

Piazza Madrice era il centro geografico, religioso, sociale e politico della città, insomma l'ombelico del mondo-Bagheria

Poi bar Carmelo e bar Don Gino, lungo il corso Umberto, frequentati da operai e tifosi che la domenica seguivano in una radio messa a tutto volume 'Tutto il calcio minuto per minuto', il bar della Puntaguglia frequentato dall'ambiente dei commercianti di agrumi.

Poi i primi degli anni '60 spuntarono il bar 'Cristallo', la 'Favorita' e intorno al 1964/65 il bar la 'Caravella'. Oggi dopo cinquanta anni è il Bitta il luogo di tendenza; in 50-60 anni ci siamo spostati solo di qualche decina di metri.

Anche se adesso i 'poli' di attrazione per i politici sono diventati tanti.

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L'altra sera al Bitta abbiamo moderato un confronto tra i candidati, e confessiamo di non essere usciti sconfortati dalla discussione: eccellente, almeno in alcuni, la conoscenza dei problemi, anche se le soluzioni, con le casse vuote e l' incombente dissesto, eterno convitato di pietra, restano fumose.

Abbiamo visto (o rivisto) un pò di tutto nei candidati-sindaco: un pò di vecchia retorica politica stile anni '80, ( che non segue però le regole del vino che invecchiando migliora), ma che funziona sempre, insomma l'usato sicuro; moderni tecnicismo e saperi, e le virtù sempre di moda del moderatismo e della centralità; popolan(r)ità ruspante e generosa già sperimentata ed in termini elettorali pagante; gente di deciso piglio e carattere e con forte voglia di cambiamento.

Qualche fiammata polemica che tiene desta l'attenzione e crea una certa tensione, qualche cartellino giallo, però tutti i candidati a sforzarsi di ragionare ed esporre i loro argomenti, e pensiamo lo abbiano fatto al meglio, nel senso che dalla trasmissione televisiva, che andrà in onda martedì 20 maggio alle ore 21 sul canale 19 di Teleone, chi lo vorrà potrà capire chi sono e cosa vogliono gli attori sulla scena politica di oggi.

Ed avranno sufficienti elementi per poter prendere una decisione consapevole, che era poi l'obiettivo del confronto.

Non chiedeteci pronostici: se fossimo anche solo quasi sicuri di azzeccare, saremmo disposti ad affrontare la temperie di polemiche che seguirebbe ad un nostro pronunciamento, ma nella quasi certezza di sbagliare preferiamo aspettare la sera del 26 maggio, quando tutti scopriremo all'improvviso di averlo detto; sarà come le ultime pagine di un romanzo giallo quando vicende e storie si ricompongono come in un puzzle ed il quadro appare nitido e chiaro.

Come mai non ci avevamo pensato prima? come mai avevamo trascurato certi segnali e certe variabili? in fondo vivendo da sempre in questa città non avremmo dovuto capire? ed in effetti crediamo di aver capito.

Il voto si gioca, soprattutto nella prima lettura del 25 maggio su un migliaio di voti, e forse anche meno, che da un candidato si spostano su un altro e si sommano ( o si sottraggono) allo zoccolo duro e che decideranno chi andrà al quasi inevitabile ballottaggio: per questo l'ultima settimana di campagna elettorale sarà decisiva.

Gli umori da labili e gassosi che sono si condensano e diventano scelte e decisioni concrete che si trasferiscono su una scheda e nelle urne; e per esperienza, la gente sceglie sempre, dico sempre, al di là di amicizie, di interessi, di clientele, di compromessi e di condizionamenti la figura che ritiene, in un determinato momento storico, la più adatta a risolvere i suoi problemi.

Bagheria esprime sempre, anche in una consultazione amministrativa, una tendenza politica nazionale, perchè una parte ormai ampia della sua popolazione vive e pensa non più e non solo da baarioto ma da cittadino, da frequentatore di giornali, tv e web, in sintonia con il paese, quello grande ed esteso.

Ancora una settimana e sapremo. 

Quando alcuni giorni fa il mio giovane ex alunno Daniele Vella mi ha telefonato per chiedermi di stargli accanto nell’impegno di proporsi alla guida della città, gli ho immediatamente fatto notare l’inopportunità, a mio avviso, di coinvolgere direttamente una persona della mia età, giunta al termine del suo percorso professionale. E per di più in una impresa che richiede energie fresche, determinazione, specifiche competenze, capacità di sobbarcarsi a un lavoro duro e costante. Il motivo della sua scelta Daniele me lo spiegò con la serena pacatezza che lo contraddistingue, malgrado la verde età. Gli sembrava opportuno, per far fronte alle enormi difficoltà amministrative che si prospettano, mettere insieme una squadra di giovani qualificati, di rappresentanti di tutte le categorie e forze sociali, di persone di esperienza, disposti, tutti, a lavorare sulla base di un progetto forte e di alto profilo.

Ma perché tra gli anziani, pochi, del gruppo, aveva pensato proprio a me?

Per molti anni - osservò - la scuola bagherese è stata una fucina di ricerca e di innovazione. Essa è stata la prima o tra le prime realtà locali a rendersi conto delle trasformazioni in atto nel contesto sociale e a capire che i processi di formazione e istruzione non possono essere adeguatamente progettati senza un costante raccordo tra forze produttive, istituzioni e tutte le agenzie con valenza educativa operanti nel territorio. La scuola, pertanto, aveva compreso che la sua efficacia, come quella di qualunque altra entità pubblica o privata, era legata ad un’ottica di sistema nella gestione delle dinamiche sociali ed economiche. Non sempre, qui come altrove, la politica ha saputo fare propria questa impostazione.

Il piano programma di Daniele, letto subito da me con interesse e curiosità, mi sembrò che davvero recuperasse il senso profondo di quella stagione culturale sopra accennata.

Esso infatti non è un astratto libro dei sogni e nemmeno un elenco delle cose urgenti da fare con accanto indicata la eventuale ricetta risolutiva.

È, invece, la puntuale descrizione di un metodo di gestione politico – amministrativa, centrato su una visione integrata dei problemi e dei bisogni della città. Mi limito qui a citare, tra i tanti esempi possibili, il patto formativo locale o le proposte relative alle politiche sociali in sinergia con il 3° Settore che, alla luce delle recenti linee guida per la riforma del terzo settore emanate dal governo nazionale, appaiono particolarmente lungimiranti.
Queste e non altre sono, succintamente, le ragioni che, superato l’iniziale sbandamento, mi hanno spinto ad accogliere l’invito di Vella. Per questo non ho potuto non stupirmi di fronte ad alcuni messaggi di congratulazioni, ricevuti anche da persone a me care, quando la notizia è stata resa pubblica.

Accettare oggi, ovunque in Italia, ma segnatamente in una realtà come la nostra, di mettere mano alla cosa pubblica è cosa da far tremare le vene e i polsi. Da tutto può nascere un simile proposito: passione disinteressata per la buona politica, spirito di servizio in un momento grave e difficile o, per quelli della mia generazione, sensi di colpa per i disastri del passato. Da tutto, meno che dal desiderio di “far carriera” o rivestire cariche prestigiose. Questa matura consapevolezza l’ho vista in Daniele e nei giovani e meno giovani della bella squadra che ha riunito.

Il Dottor Angelo Gargano, autorevole analista e commentatore dei fatti politici locali, ha denunciato, in un suo recente articolo, l’incapacità della classe politica ad intercettare le idee e le proposte nuove generate dalla creatività sociale. Citava a mo’ di esempio, allegandolo per intero all’articolo, il progetto elaborato da un giovane imprenditore del settore turistico per la ottimale valorizzazione e fruizione del patrimonio artistico bagherese.
La mia speranza è che grazie ad un diverso approccio all’agire amministrativo, soprattutto dei giovani con cui ho accettato di vivere la mia ultima corvée, la storia di questa città possa cambiare in meglio.

Domenico Figà  

 

Sabato 17 maggio alle ore 18,00 al Bitta in piazzetta Larderia confronto pubblico tra i candidati a sindaco di Bagheria, Patrizio Cinque, Antonino Costa, Gino Di Stefano, Atanasio Matera e Daniele Vella, in vista del voto amministrativo del 25 maggio.

A porre le domande agli aspiranti primo-cittadino il direttore di bagherianews.com Angelo Gargano: ad organizzare il confronto assieme a bagherianews.com saranno il Bitta, il locale che si trova proprio in piazzetta Larderia e Teleone che curerà la ripresa televisiva dell'evento, che verrà poi mandata in onda sul canale 19 del digitale terrestre della stessa emittente in orari che verranno per tempo comunicati.

Il dibattito si colloca nel momento in cui la campagna elettorale entra nel vivo e i vari antagonisti stanno facendo il massimo sforzo per convincere gli elettori della giustezza delle loro opinioni.

Le domande che i lettori vorrebbero che fossero poste ai candidati potete inviarle sino a sabato alle ore 12.00 all'indirizzo di posta elettronica Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Vai all'evento Facebook: https://www.facebook.com/events/573139629468036/

Il voto del 25 maggio è figlio della mozione di sfiducia votata dal consiglio comunale nei confronti dell'ormai ex  sindaco Vincenzo Lo Meo, che a sua volta è conseguenza degli eventi politico- giudiziari susseguitisi a Bagheria da un anno a questa parte: sarebbe ovvio trovare nei programmi dei candidati almeno assidui riferimenti a questi eventi ma così, a nostro parere, purtroppo, non è, o per meglio dire, il recente passato non viene sufficientemente riletto per capire il presente ed affrontare il futuro.

Mettiamoli in fila questi fatti, per ricordarli a noi stessi e ai lettori.

Nel mese di marzo dello scorso anno vengono arrestati con accuse gravissime un sorvegliante del Coinres, di fatto dominus del Consorzio, Antonino Di Bella, ed un dipendente comunale Diego Lo Paro. 

Le accuse sono pesanti: di mafia nei confronti di Di Bella, che si sospetta fosse il braccio destro del 'capofamiglia' del tempo Pino Scaduto e che grazie all'appoggio di cosa nostra riusciva a condizionare anche importanti decisioni dell'amministrazione comunale, oltre che di truffa e di altri reati 'minori' per Lo Paro; nei mesi successivi saranno almeno un'altra decina i dipendenti del Coinres che verranno coinvolti in indagini dei Carabinieri per manomissione dei fogli di presenza, o per tentato furto di carburanti dai mezzi di servizio.

Emergeva insomma dal Coinres un mondo di abusi e illegalità che molti conoscevano ma che tutti sospettavano.

L'8 maggio del 2013, nella cosiddetta 'Operazione Argo' venivano arrestate tra Bagheria e dintorni una quarantina di persone accusate di essere o mafiosi o contigui alla mafia, che comunque taglieggiavano le imprese edili e commerciali soprattutto, chiedendo il pagamento del pizzo. Nel processo che si aprirà tra qualche settimana, dopo i rinvii a giudizio, le parti civili sono oltre venti.

Esiste dunque a Bagheria una vera emergenza democratica e non ha alcun senso parlare di lavoro e di sviluppo se cosa nostra che opprime l'economia e le imprese non viene debellata.

Proseguiamo: sono state centinaia sempre nell'ultimo anno le rapine, i furti in abitazione, gli scippi, insomma i reati contro le persone e il patrimonio; fatti che mettono in serio allarme la popolazione e che fanno venir meno il senso di sicurezza e la fiducia nelle istituzioni.

Nello scorso mese di ottobre viene arrestato in flagranza di reato , con una tangente ancora calda in tasca, l'ingegnere Giovanni Mercadante, per almeno quindici anni capo dell'Ufficio tecnico del comune di Bagheria: era la sua prima volta? aveva dei complici ? politici o amministrativi ?  

La gente aspetta ancora le risposte a questi interrogativi: Mercadante è stato frettolosamente rimesso in libertà ma ancora niente trapela su quanto accaduto,e cioè se ha collaborato o meno o se deve a qualche santo in paradiso quel trattamento speciale che ha lasciato certamente perplessa l'opinione pubblica.

Così come qualche mese fa, comincia a circolare la notizia di un dipendente dell'Ufficio Tecnico comunale di una indagine portata avanti  a suo carico dalla GdF per il reato di concussione che andava avanti dal mese di agosto 2013, e più di recente trovano conferme le notizie di prosecuzione di indagini per altri reali nei confronti dell'ex sindaco Lo Meo, di ex  assessori e di altri dipendenti comunali.

altNon è finita: nel mese di febbraio di quest'anno una indagine dei carabinieri del Ros, face balzare il nome di Bagheria sulle prime pagine dei giornali per pratiche di estumulazioni che eufemisticamente potremmo definire 'disinvolte', ma che nei fatti consistevano nella distruzione al di fuori di ogni norma di legge e di pietas umana delle casse contenenti talvolta ancora resti umani conseguenti alle estumulazioni  'fuori legge' che avvenivano al cimitero di Bagheria.

Ma non solo: oggettivi riscontri investigativi, oltre che le dichiarazioni di Sergio Flamia, provavano che alcuni dei presunti mafiosi  arrestati nell'operazione 'Argo' avevano interessi molto forti nella gestione del cimitero.

Ancora oggi pensiamo che il moto di sdegno e di indignazione popolare conseguente a queste vicende e l'inadeguata risposta del sindaco, sia stato la causa scatenante della sfiducia a Lo Meo.

Per chiudere con i costi della politica, cavallo di battaglia del MoVimento 5 stelle, ora anche di altri partiti tra cui il partito democratico; i costi dei politici a partire da Roma, scendendo giù per li rami verso  Palermo e sino a Bagheria hanno rappresentato motivo di vera e propria condanna senza appello per la politica da parte di milioni di cittadini che vedevano le loro tasse frutto di sacrifici, talora inenarrabili, dissipati da politici inetti e voraci. 

Anche questa storia aveva visto l'intervento di una manina in negativo dell'ex sindaco Lo Meo: per mesi si era riempito la bocca di avere ridotto del 30% i costi di gettoni e rimborsi dei consiglieri: in realtà aveva ottemperato , e non avrebbe potuto fare altrimenti, alla norma del decreto Monti del 2011, che prevedeva questa misura restrittiva per quegli enti locali, tra cui Bagheria, che avevano i conti in disordine.

Fu il primo però Lo Meo, in pieno agosto 2013, a dare seguito dopo meno di una settimana alla sentenza della Corte costituzionale che giudicava quella norma del decreto Monti inapplicabile in Sicilia, dove come tutti sappiamo quanto a mangiatoie, privilegi e sprechi, essendo regione autonoma, ha competenza primaria, suscitando una mezza sollevazione popolare.

Nelle proposte che quasi tutti i candidati a sindaco annotano nel loro programma qualcuno prevede o misure impossibili, la riduzione dell'importo del gettone di presenza che è in realtà determinato con una specifica legge, o dei passaggi consiliari che dovrebbero vedere i consiglieri comunali protagonisti 'sua sponte' di una serie di decisioni autolimitanti , che è come chiedere al condannato a morte di insaponare la corda con cui dovrà essere impiccato.

Nessuno dei cinque fa l'unica proposta decisiva e radicale, che è quella di tagliare a monte la somma stanziata in bilancio sfruttando una prerogativa ( la formazione del documento di bilancio) che la legge pone in capo al sindaco ed alla giunta.

Ma anche delle questioni da noi richiamate nei programmi dei cinque candidati a sindaco di Bagheria c'è un'eco molto, ma molto attenuata rispetto alla gravità dei problemi. Manca a nostro avviso l'incisività e la convinzione che servirebbero per affrontare queste problematiche difficili sì, ma decisive per riuscire a cambiare finalmente Bagheria:

Speriamo che i candidati -sindaco condividano questa nostra opinione e, in corso d'opera, approfondiscano per questi aspetti i loro programmi.

Sul tema della sicurezza si parla di generici coordinamenti interforze o dei sistemi, di la da venire, di video sorveglianza; ma il problema ha tanti altri aspetti e refluenze che vengono trascurate, a partire dal principio della collaborazione dei cittadini che andrebbe opportunamente incoraggiato e incentivato.

Tutti a predicare efficienza e trasparenza, raccolta differenziata e decoro urbano, ma solo ogni tanto emerge, come naufrago tra i flutti di promesse difficili da mantenere, la parole legalità; di mafia e cosa nostra solo qualche vago e lontanissimo accenno.

Ci sono però omissioni e silenzi che valgono più di mille discorsi.

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