Politica

Recita così il comunicato stampa pubblicato sul sito del Comune di Bagheria in data 4/08/2013 “circa 750 mila euro saranno incassati dal comune grazie al recupero degli oneri concessori delle polizze fidejussorie”, un titolo che ha tutta l’aria dell’ennesima verità costruita ad hoc da trasferire ad una collettività che purtroppo non si ritrova tutti gli strumenti per riconoscerne l’onestà.

“Nelle scorse settimane l’amministrazione comunale ha avviato le procedure di escussione (riscossione coatta) delle polizze fidejussorie relative agli oneri concessori che non sono stati incassati negli anni precedenti dalle passate amministrazioni, a breve incasseremo un totale di circa 750 mila euro – dichiara l’assessore all’Urbanistica Luca Tripoli.

Azione certamente meritoria che va riconosciuta al giovane assessore che ha il dovere, di attivarsi ma di non dimenticare che io stesso, in qualità di assessore all'Urbanistica con il supporto tecnico del Geom. Carlo Tripoli del Servizio, sottopongo in data 29/05/2013 all'esame la seguente proposta di deliberazione: MODIFICA della Delibera di Giunta Municipale n. 73 del 24/05/2013 avente per oggetto “Adozione di linee guida per gli uffici e i servizi, relative al pagamento degli oneri concessori nel rilascio delle concessioni edilizie” - DELIBERAZIONE N. 144 del 25/09/2013.
Successivamente il Dirigente del Settore I, dott.ssa Guttuso, esprime parere favorevole in ordine alla regolarità della proposta di deliberazione in oggetto in data 25/09/2013, ed il provvedimento in quella data viene dichiarato immediatamente esecutivo.
Negli ultimi tre anni, prenda nota caro giovane assessore, il comune ha incassato somme importanti sui pregressi oneri. Nello specifico dal VERBALE del 21/02/2014 – COLLEGGIO REVISORI DEI CONTI (in allegato) si legge:
Da detta attività risultano come dalla relazione del 21/02/2014:
- Accertati oneri pregressi per complessive € 1.734.823,71;
- Incassati oneri per € 285.244,61;
- Escusse polizze per € 459.749,86;
- Da escutere € 989.829,24.

altSul punto gli stessi revisori dei conti, che non erano certi teneri con l’operato della passata giunta, hanno avuto parole di particolare apprezzamento. 

Ci faccia sapere, e gliene saremo grati, quanto sarà l’incasso effettivo per il 2014, perché le aspettative per quanto rosee, attengono al futuro, al “faremo”, ci racconti invece le cose che otterrà in concreto, non dimenticando che chi è venuto prima ha già fatto e tracciato la strada per il suo futuro operato.
In qualità di ex assessore all’urbanistica non posso esimermi dall’esigenza di verità e trasparenza amministrativa che la città chiede. La continuità amministrativa è uno dei primi principi che un amministratore pubblico e buon politico deve imparare. Il principio di continuità contribuisce al buon andamento dell'amministrazione e all'efficacia dell'azione amministrativa in quanto indica preventivamente i modi e gli strumenti attraverso i quali impedire che la funzione si interrompa.
L’assessore non ha dunque avviato, ma, ha semmai, ereditato, il provvedimento relativo al “recupero degli oneri concessori delle polizze fidejussorie”.
L’assessore Tripoli e l’amministrazione in carica farebbero bene a riconoscere l’attività posta in essere dalla precedente Giunta che sta producendo i suoi effetti in questo momento per ritardi, anche su questo aspetto sono disposto ad un pubblico confronto, riconducibili più alla burocrazia che alla gestione politica.
Vi sono procedimenti nella pubblica amministrazione che iniziano sotto una giunta, proseguono sotto un'altra e trovano compimento sotto un altro Sindaco ancora. Riconoscere l'impegno di tutti non è sinonimo di debolezza, piuttosto motivo di stile ed onestà intellettuale.
Io scelgo la via del dialogo ed auguro buon lavoro al giovane assessore Tripoli.

D’Agati Gaetano, ex assessore all’urbanistica – Giunta Lo Meo
 

Si è svolto venerdì 9 agosto un incontro a Villa Santa Teresa, centro ambulatoriale sanitario accreditato con il Sistema Sanitario Regionale e azienda confiscata alla mafia dell'ex gruppo Aiello. Scopo dell’incontro, cui ha partecipato, tra gli altri, anche il sindaco di Bagheria, Patrizio Cinque, discutere del futuro di questa azienda confiscata e dei suoi dipendenti.

Durante il dibattito il sindaco ha espresso ciò che intende fare, per quanto di sua competenza, l'amministrazione comunale di Bagheria.

Per me è un enorme piacere portare l'Istituzione locale, per la prima volta dopo il 2003, dentro Villa Santa Teresa. Vogliamo essere parte attiva durante questo processo di ri-assegnazione dell'azienda” – ha detto Cinque – “Riteniamo che l'amministrazione regionale debba porre in essere gli atti consequenziali alla delibera di Giunta regionale con cui si impegnava a gestire Villa Santa Teresa e a renderla dunque pubblica. Dal canto nostro – continua il sindaco - formuleremo una proposta all'agenzia per i beni confiscati e proveremo a coinvolgere la Regione. Siamo contrari alla gestione da parte della cooperativa Villa Santa Teresa perché la sua genesi ci lascia molto perplessi, fra le altre cose non tutti sono dipendenti dell'azienda, requisito richiesto dalla legge. Sembra che ci sia l'interesse a mettere le mani su una struttura che potrebbe continuare a garantire stipendi faraonici alla dirigenza” – conclude il sindaco di Bagheria.

Durante l’incontro di ieri Cinque ha anche dichiarato: "Mi sono già occupato, da cittadino in primis, di Villa Santa Teresa, perché sono convinto che sia un'opportunità di sviluppo imperdibile per il territorio, diversi giorni fa ho anche incontrato il direttore generale dell’Istituto ortopedico Rizzoli, una cui diramazione è presente proprio a villa Santa Teresa".

L'Amministrazione comunale c'è e ci sarà. Io mi impegno, da Primo Cittadino, a pressare affinché gli atti dovuti siano portati a compimento. Nel caso in cui ciò non dovesse avvenire sappiano tutti che a Villa Santa Teresa si faranno le barricate. È una necessità anche per Bagheria perché la nostra città merita una struttura sanitaria pubblica che possa essere catalizzatrice di un polo di eccellenza".

Nei giorni scorsi villa Santa Teresa è stata protagonista di una forte protesta da parte dei lavoratori dell’Ati group, azienda edile che gestisce la villa che, lo ricordiamo, in quanto bene sequestrato alla mafia è in amministrazione giudiziaria.

"Ati group ha siglato in passato una convenzione con il Comune di Bagheria per il tramite del Tribunale- spiega Cinque - adesso l'azienda è confiscata ed il tramite è l'Agenzia per i beni confiscati. Stiamo verificando se è possibile stipulare con l'Agenzia una convenzione per lo svolgimento di alcuni lavori per l'Ente".

Fonte Ufficio Stampa del comune di Bagheria
 

La tragica vicenda umana che ha investito i dipendenti dell’ormai fallita APS, merita tutta la nostra comprensione per la ricaduta di carattere economico e sociale che investe le famiglie di quei poveri lavoratori. D’altra parte, la disperazione, l’incertezza di un futuro instabile, dopo la grande illusione del posto fisso, non mette di certo gli addetti al servizio nelle condizioni ottimali per potere assolvere ai loro compiti con quella serenità d’animo che è necessaria in ogni tipo di lavoro.

Ciononostante, noi utenti di Altavilla Milicia, e da quel che leggo anche quelli di altri paesi limitrofi, da qualche tempo soffriamo il grave disagio, nonostante la calura estiva, di non potere usufruire giornalmente della normale fornitura idrica a causa di tutta una serie di disfunzioni.

Un fatto davvero strano considerato che, il nostro territorio, è ricco di risorse idriche e che il titolare dell’impianto dove attingeva APS non è certo nelle condizioni di non potere soddisfare i bisogni quotidiani della nostra collettività. Da aggiungere che lo stesso, seppure vanti crediti abbastanza consistenti nei confronti della società, tuttavia ha sempre onorato il contratto di fornitura.

Allora qual'è il motivo per cui in piena estate, e con la necessità di non dovere fare mancare l’acqua nelle case degli altavillesi, onde potere assolvere ad ogni incombenza carattere igienico sanitario, tuttavia i rubinetti di alcuni quartieri (sempre gli stessi però) nel corso della settimana vengono lasciati per diversi giorni totalmente a secco?
Come mai il cittadino viene lasciato solo, alla mercé di se stesso, poiché non vi è alcun riferimento istituzionale al quale potere comunicare tali disservizi e i frequenti disagi?

Eppure, a seguito del fallimento di APS, l’ATO Pa1 con tanto di carta intestata della Provincia Regionale di Palermo, non tardò minimamente ad emettere la sua prima fatturazione, davvero molto onerosa fra le altre cose, guardandosi bene però dal comunicare i riferimenti dell’URP o di un numero verde al quale potersi rivolgere per eventuali disfunzioni o disservizi. Non è forse un obbligo degli enti informare i contribuenti su riferimenti e contatti per i loro reclami? Non è un obbligo di legge avere un sito istituzionale efficiente con la pubblicazione di tanto e- mail di riferimenti istituzionali in bella evidenza?

Eppure tutto questo non c’è!

altLa gente viene lasciata sola con le sue sofferenze ed i suoi disagi in balia dello stato d’animo e della facoltà discrezionale dell’operatore di turno, il quale decide in piena autonomia, come un imperatore romano, su quale quartiere adottare il pollice verso lasciandolo per diversi giorni della settimana totalmente a secco e su quale invece decidere di erogare quotidianamente, e anche per orari e quantitativi superiori al dovuto, il tanto agognato liquido vitale. Siamo tornati ai tempi dei feudatari, dove detenere risorse acquifere rappresentava un potere assoluto e anche vessatorio nei confronti della massa.

Dicevo in premessa, che la solidarietà nei confronti di coloro i quali che stanno vivendo un dramma personale e familiare è un obbligo morale. Allo stesso tempo dico, però, che la loro battaglia è sbagliata nel metodo, e non può e non deve mietere vittime nella popolazione inerme che poi, alla fine, non ha nessuna colpa sulla loro vicenda. 

E’ mia personale convinzione, e lo posso confermare in tutte le sedi per quel che riguarda il mio paese, che tali disservizi che stanno mettendo in ginocchio alcuni quartieri, sempre gli stessi, di Altavilla Milicia, siano pianificati scientificamente al fine di utilizzare il malcontento popolare come strumento di ausilio alla loro causa. Niente è più sbagliato di una tale strategia sebbene, ahimè, mi rendo conto, come precedenti esperienze ci hanno ormai insegnato, che, purtroppo, l’unico modo per scuotere i nostri politici, e le istituzioni di ogni grado e livello più in particolare, affinchè si sveglino dal loro dorato torpore per prendere in considerazione la sofferenza dei lavoratori, è solo quello di ricorre ai disordini di strada o nel caso di specie a gravi disservizi che possono compromettere la salute, oltre alla pazienza, dei cittadini fino a provocare anche l’insorgere di problematiche di carattere igienico sanitario.

Se solo quelle stesse istituzioni avessero approfondito, nel tempo e fin dalle origini, le carte legate alla vicenda di APS, a partire dal bando di gara e dell’aggiudicazione, per finire ai giorni nostri, non sarei tanto sicuro che lo squallore di tale vicenda si sarebbe concluso solo in sede civile o fallimentare.
Ma si sa, oggi le priorità sono ben altre e, a quanto pare, nessuno vuole proprio spiegarsi per quale motivo una azienda, sotto altre forme, abbastanza solida, virtuosa e florida in altre regioni, sia affondata così miseramente in Sicilia, terra irredimibile,lasciando nell’incertezza le famiglie di centinaia di lavoratori.

Un ultimo inciso per ricordare che l’intera gestione del servizio idrico, a seguito di sentenza di secondo grado su un contenzioso iniziato dalla precedente amministrazione, da qualche mese è stato affidato al comune di Altavilla Milicia senza che l’attuale gestione ne abbia ancora tenuto conto. A tal fine ricordo che a suo tempo, nel corso di una conferenza di servizio con i funzionari, era già avvenuta la pianificazione dello start up per la gestione del servizio in house ivi compresa la previsione di spesa che, con grande beneficio per i contribuenti, sarebbe stata oltretutto inferiore rispetto ai consuntivi di APS.

altCosì è se vi pare. Purtroppo, in assenza di qualcuno che si prenda la briga di agire per ristabilire un ordine, noi cittadini e contribuenti di serie B continueremo a soffrire per la mancanza di acqua o meglio per quell’ingiusta distribuzione giornaliera a macchia di leopardo, mentre i responsabili del fallimento di APS e dei disservizi giornalieri, si godranno le loro dorate vacanze con i soldi di noi contribuenti rimanendo insensibili ai nostri disagi. 

Ovviamente non possiamo dimenticare, in ultimo, di citare l’operatore locale addetto al servizio che orgogliosamente sfoga la sua rabbia, erigendosi a sovrano delle acque, nell’ostinarsi a asservire sempre e solo agli stessi identici quartieri di Altavilla Milicia, lasciando a secco per diversi giorni la settimana gli altri contribuenti, il cui impegno quotidiano è solo quello di sperare di sentire il rumore “pieno” del motorino di pescaggio come se fosse una grazia divina o una concessione piuttosto che un semplice diritto a fruire di servizio fondamentale ed essenziale.

Nino Parisi.
 

Gentile redazione di Bagheria News,

Prendendo spunto dagli articoli da voi pubblicati inerenti la circoscrizione di Aspra, nello specifico quello scritto dal presidente di  circoscrizione, sig.Lorenzini e dal signore che si firma  Salvatore, anch'io vorrei esprimere la mia opinione, circa la zona  adibita a "mercato del pesce", mi domandavo se le normative europee ed italiane in merito ad igiene e sicurezza alimentare, le normative  fiscali,la concessione del suolo pubblico per queste attività, siano esentate dall'essere applicate nella zona di Aspra.

In tantissimi anni non ho mai visto,un misuratore e relativo scontrino fiscale emesso dai suddetti venditori, nessuna regola inerente la  tracciabilità del pescato,la sua vendita e conservazione a temperature  idonee,chiunque effettui un acquisto non ha idea da dove provenga il pesce, l'etichettatura obbligatoria per legge non è presente, le temperature di vendita non sono rispettate, i resti del pesce che viene pulito non vengono adeguatamente smaltiti.e poi il suolo pubblico che occupano per la vendita è pagato?

Per non parlare poi di specie ittiche di cui è vietata la pesca e la relativa vendita che invece vengono tranquillamente venduti in vari periodi dell'anno.Tutte queste normative  cui potrei in dettaglio citare sono obbligatorie a livello europeo e nessuno ha mai pensato di farle rispettare ad Aspra? Oppure le lamentele  (indubbiamente giuste)valgono unicamente per le bancarelle poste sul lungomare?

La legge è uguale per tutti

Coma mai nessuno fa notare questo doppiopesismo?

Come mai non vengono presentate denunce in merito?

Cordiali Saluti e un augurio di buon lavoro

Francesco F. 

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