Politica

Questo pomeriggio torna a riunirsi a Bagheria a partire dalle ore 17.00 il consiglio comunale che dovrebbe inaugurare la linea del risparmio, e cioè sedute pomeridiane dopo la chiusura di uffici e luoghi di lavoro, in modo da ridurre drasticamente i rimborsi alle aziende: speriamo che questo nuovo corso proceda senza intoppi.

L’ordine del giorno contiene parecchie interrogazioni sull’universo mondo, qualcuna anche datata e superata, qualche mozione e ordine del giorno su argomenti vari, un paio di regolamenti, e tanti, tantissimi riconoscimenti di debiti fuori bilancio.

Ma l’argomento che può essere definito fondamentale, chissà perché, viene messo in coda: ci riferiamo alla Costituzione Società Consortile Coopertiva Gruppo di Azione Costiera “Golfo di Termini Imerese".
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Si tratta di un consorzio al quale sono stati destinati finanziamenti previsti nell'ambito del P.O. FEP anno 2007/2013 Asse IV, che andranno spesi nella direzione della riqualificazione di tutte le attività produttive sul water front, quindi legate non solo ai pescatori ma alle strutture e imprese legate alla vita del mare.

Del Consorzio ne faranno parte dieci comuni nel tratto di costa che da Bagheria arriva a Finale di Pollina; quindi oltre a Bagheria e Finale ci saranno Santa Flavia , Casteldaccia, Altavilla, Trabia, Termini Imerese, Campofelice , Lascari, Cefalù.

 I componenti degli organo di gestione, almeno così ci hanno detto, non percepiranno particolari compensi e non dovrebbe quindi il GAC diventare un carrozzone a carico dei comuni, perché i compensi laddove previsti per gli amministratori sono a valere sui finanziamenti, quindi ai comuni non costerà nulla.

Il primo finanziamento già decretato ascende ad oltre due milioni di euro.

Ricordiamo altresì  che è attraverso questo consorzio che sono stati e saranno canalizzati tutti gli investimenti del periodo 2007/2013.

La data limite di scadenza per adottare la delibera di adesione al Consorzio era il 30 novembre: ma l’Assesorato Regionale Agricoltura e Pesca ha dato qualche altro giorno di tempo.

I consiglieri che sappiamo sensibili a queste problematiche, al di là di contrasti e divisioni politiche, siano uniti nel sostenere gli interessi della comunità.
 

Da diverse parti, sia da politici nazionali, sia da politici di base, è ormai di moda la frase sibillina lanciata da Niki Vendola sul "profumo di sinistra".

Vendola fa bene a voler sentire questo profumo, lui che è un radicale di sinistra vorrebbe che anche il PD si adagiasse su una linea di estrema sinistra, sul lavoro, sull'economia, sui diritti c.d. di sensibilità etica.

Quello che più preoccupa, però, è la nostalgia di taluni esponenti del PD che anche loro inneggiano a questo "glorioso profumo" di sinistra dimenticando, però, che il PD non è solo sinistra ma una costituzione di valori tra la sinistra e il cattolicesimo democratico.

Il PD nasce da queste due esperienze: dimenticarlo significa rischiare una scissione. Anche la battutaccia di Bersani che ringrazia i "marxisti per Tabacci" la dice lunga.

Io che sono uno dei 5 che a Bagheria ha votato Tabacci non mi sento affatto nè figlio nè figlioccio di Marx.

Ho votato Tabacci per la sua idea di partecipazione ad un progetto che, partendo dalle primarie, potesse inglobare un pensiero (cattolico) più allargato di centro sinistra.

Un cattolicesimo che guardi alla sinistra per il bene comune, non certamente per sentire "profumi" ormai anacronistici e che non hanno più senso in un partito che ha fatto una scelta ben precisa qualche anno addietro.

Continuare a parlare di "profumo di sinistra", oltre che ad indisporre, è mortificante per quei cattolici che con coraggio e decisione hanno fatto una scelta di collaborazione con la sinistra.

E' un vecchio vizietto di quelli di sinistra sentirsi, in qualche modo, superiori ad altre esperienze minoritarie o concepire il PD come il naturale proseguimento dell'ex PCI.

Io spero che queste battute e questa mentalità lascino subito il posto ad una seria riflessione sul futuro di un vero centro sinistra che guardi al risanamento della Nazione e allo svecchiamento della classe dirigente e dei parlamentari, altrimenti non credo proprio che i cattolici del PD, avendo scelto di non morire democristiani, si accontentino di morire comunisti.

Se la parte dell'ex PCI ha nostalgia di "profumi di sinistra" è bene che faccia l'alleanza con SEL e magari con Rifondazione Comunista e i diversi rivoli post comunisti ma non si aspetti certamente il sostegno di noi cattolici.

 

   Rosario Di Paola




 

Sono stati solo 555 i votanti per il ballottaggio del centrosinistra che dovrà indicare il leader che guiderà la coalizione nelle prossime elezioni politiche della prossima primavera.

Quindi 120 in meno, il 20% circa,  rispetto alla settimana scorsa.

Ua tendenza che fa il paio con quanto si è verificato in tutta Italia. Sarà la giornata più invernale, sarà perchè per molti il risultato sembra scontato, fatto è che, malgrado le polemiche sugli esclusi dal voto, il numero dei votanti è calato.

 Alla fine dello scrutinio Bersani ha avuto 358 voti, mentre Renzi 197 voti. In percentuale 64.5% contro 35.5%

Ricordiamo che a Bagheria al primo turno Bersani ebbe 283 voti, Renzi 208, Vendola 158,  Puppato 21 e  Tabacci 5.

Secondo alcune stime di exit poll nazionali Bersani sarebbe al 61 %e Renzi al 39%.

Gentile Direttore,

ho ascoltato, recentemente, una parte di una sua intervista televisiva al sindaco di Bagheria, Vincenzo Lo Meo, sul tema del dissesto finanziario.

Tra le varie argomentazioni, alcune condivisibili, mi ha colpito l’affermazione del sindaco sulle dotazioni organiche, laddove ha affermato che la eventuale revisione dell’organico sarà valutata con le organizzazioni sindacali.

In pratica ha chiaramente lasciato intendere che la materia può essere soggetta ad ”accordi”.

Non è così da almeno venticinque anni e cioè da quando la pubblica amministrazione si è avviata, con leggi e direttive, verso la “privatizzazione”.

Inizialmente la materia della definizione degli organici era stata inserita tra le materie soggette ad accordi, ma tale orientamento è durato da “Natale a Santo Stefano”.

La materia della definizione delle dotazioni organiche ( e di conseguenza l’organigramma) sono di esclusiva competenza delle amministrazioni pubbliche.

Dopo l’elaborazione delle dotazioni organiche, le amministrazioni informano le OO.SS., che possono manifestare osservazioni motivate, ma la decisione finale è soltanto dell’amministrazione, in totale autonomia, senza alcuna ipotesi di “contrattazione”.

In alcuni casi, inoltre, l’organigramma è materia riservata, cioè non può neanche essere oggetto di informazione.

Purtroppo il modo di operare in accordo con il sindacato, su molte materie che sono soltanto oggetto di informazione, ha mantenuto, di fatto, quella cogestione dell’apparato pubblico che tanti danni ha fatto e continua a fare.

Tale operatività è scomparsa nelle amministrazioni centrali, ma persiste ancora in tante amministrazioni locali, spesso per “ignoranza”, ma non sempre.

Occorre tener presente che la definizione delle dotazioni organiche va ad incidere sulla “spesa”, proprio quella parte di spesa che , a bocce ferme, viene definita “incomprimibile”.
Pertanto ogni forma di “buonismo” o di “clientelismo” tendente a dilatare gli organici sopra le reali necessità, va a ridurre necessariamente, la spesa per i servizi che l’intera popolazione si aspetta.

Va considerato pure il fatto che ogni dilatazione del personale, oltre misura, riduce l’efficienza di qualsiasi apparato,e vano risulterebbe ogni tentativo di riorganizzazione.

Poiché mi è capitato di ascoltare dal sindaco e dall’assessore con delega al Personale, altre imprecisioni, come ad esempio le loro dichiarazioni a seguito di quei permessi sindacali usufruiti dai sette su sette autisti del Coinres, mi permetto di suggerire che le pubbliche amministrazioni, tutte, hanno la possibilità di porre quesiti, su qualsiasi materia, al Dipartimento della Funzione pubblica, che risponde a tutti, proprio per fornire direttive e indicazioni al fine di un corretto sapere.
 

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