Politica

Il presidente del consiglio Caterina Vigilia ha fatto diffondere dall'Ufficio Stampa del Comune, un comunicato in cui prendendo spunto dall'articolo pubblicato sul nostro sito dal titolo "Bagheria: verso lo scioglimento del consiglio per mafia?"  da me firmato, vengono fatte una serie di considerazioni, per noi inaccettabili, che rimandiamo pari pari alla mittente.

Il nostro articolo a dire del presidente del consiglio " ha trasmesso una profonda amarezza e numerose perplessità ai cittadini e ai consiglieri comunali in carica che democraticamente eletti, hanno esercitato il proprio mandato all'insegna della trasparenza e della legalità, senza condizionamenti e pressioni di tipo mafioso".

Ed ancora "Non sono accettabili accuse gratuite e affermazioni gravi e penalmente rilevanti che ledono la dignità politica di ogni singolo consigliere."

"Pertanto, qualora non si trattasse di semplici ipotesi giornalistiche, ma ferme certezze si chiede fortemente l'invito a fare chiarezza all ''intera cittadinanza e riflettere su quanto male possano fare alla città e alla stessa 'informazione."

Sin quà il presidente Caterina Vigilia.

Da parte nostra non comprendiamo a quali affermazioni gravi e penalmente rilevanti si riferisca il presidente: forse alla considerazione, squisitamente politica, che in due anni gli eletti del popolo, tra consiglio e commissioni, hanno partorito il classico topolino, e sono sostanzialmente servite ad erogare gettoni di presenza e rimborsi ai datori di lavoro?

Avrebbe potuto citarci, il presidente, gli importanti e qualificanti atti ( quattro, cinque?) che sono stati prodotti in questi due anni dai consiglieri, che, come ricorda Vigilia, hanno lavorato con trasparenza  e legalità in un centinaio di sedute di consiglio comunale e in  cinquecento sedute di commissioni; calcoliamo a occhio ma siamo molto vicini al numero giusto.

A proposito di trasparenza, (assieme a legalità è risultato il termine più ab-usato dai politici di oggi), vogliamo però ricordare alla Presidente che in un un momento in cui a livello nazionale vengono mandate in diretta streaming sedute di organi nazionali di partito ed incontri di altissimo livello istituzionale, a Bagheria, capitale, pare, della trasparenza,  non si è ancora riusciti ad ottenere che vengano pubblicati online ordini del giorno e verbali delle sedute delle commissioni consiliari.

Chissà perchè!

Se poi invece l'affermazione penalmente rilevante fosse quella che il comune rischia di andare verso lo scioglimento per condizionamento mafioso, diciamo subito che il presidente del consiglio ha sbagliato interlocutore, perchè deve tirare le orecchie direttamente al Comando provinciale dei Carabinieri  che nel loro comunicato trasmesso a tutti gli organi di informazione in occasione degli arresti di Antonino Di Bella e  di Diego Lo Paro, (che non erano esattamente dei signor nessuno all'interno del Coinres, anche se adesso sembra  non li conosca più nessuno), scrivono con riferimento al Di Bella:  "si rendeva autore di una numerosa serie di reati, che potevano trovare esecuzione grazie alla influenza della locale consorteria mafiosa e che finivano anche con il condizionare le determinazioni dell’Amministrazione comunale."

Presidente Vigilia, ora sa con chi prendersela.

Angelo Gargano

Non è un caso se nelle ultime settimane in molti cominciano a chiedersi se non stia diventando concreto il rischio di un terzo scioglimento del consiglio comunale, dopo i due consecutivi del 1993, sindaco Giuseppe Lo Bue, e quello del 1999, sindaco Giovanni Valentino  che suscitò tante polemiche. 

Per non dire dello scioglimento cui sarebbe andato incontro il consiglio eletto nel 2001, se il sindaco Pino Fricano nella primavera del 2006 non si fosse precipitosamente dimesso, per accuse poi rivelatesi infondate.

Adesso sembra di rivedere un film già visto a Bagheria e nel territorio: con le indagini che sembrano cingere d’assedio l’apparato amministrativo e politico del comune.

A partire dal Coinres vera pietra dello scandalo: tra gli ATO siciliani è quello che ha meritato una particolare e poco commendevole citazione nella relazione finale della commissione nazionale d’inchiesta sui rifiuti, in riferimento esplicito alle interessi coltivati dalla mafia dentro il Consorzio rifiuti dell'ATO PA4.

Un ATO rifuti, quello PA4, che come tanti altri si è gonfiato, come la rana della favola di Fedro, di personale precario, che ha incrementato vertiginosamente i costi della raccolta e di conseguenza della Tarsu pagata dai cittadini, ma che nel contempo è riuscito a rendere invivibili i comuni aderenti, primo fra tutti Bagheria, con le periodioche crisi ricorrenti  a a tempo, che hanno trasformato i nostri comuni in vere e proprie discariche a cielo aperto, e ad accumulare una quantità di debiti che ancora oggi non è chiaro a quanto ammontino.

Con danni per la qualità di vita dei residenti e per l'immagine del nostro comune incalcolabili.

Di chi le responsabilità? un discorso troppo lungo ma che pensiamo di liquidare brevemente, e non per bieco qualunquismo, in poche battute: responsabili, ma solo con gradazioni leggermente diverse, sono stati i politici di tutti i partiti ai vari livelli di comune, provincia e regione, e volendo anche di rango più elevato.

Ma è un discorso che richiede tempo e serenità di giudizio, e si potrà fare solo quando, sedimentatosi il polverone delle declaratorie antimafia, sul lavoro di alcuni politici si potrà dare un giudizio più sereno e veritiero.

Intanto oggi la politica bagherese rischia come venti anni fa, di uscire azzerata dalla morsa in cui lo stringono ogni giorno di più le indagini delle forze dell’ordine.

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Abbiamo visto solo gli epifenomeni, cioè quello che appare, ma sotto traccia è da tempo che oltre al Coinres vengono attenzionate dalle forze di polizia abitudini e comportamenti del nostro apparato amministrativo e dei nostri politici, a partire dal malcostume di fare ogni mese decine di sedute inutili di consiglio comunale e di commissioni esclusivamente finalizzate a far maturare i gettoni di presenza e, per un terzo dei consiglieri, anche i relativi rimborsi ai cosiddetti ‘datori di lavoro’.

Ma non solo Coinres per quel poco che ci è dato di capire: sotto la lente di ingrandimento episodi di malcostume anche da parte di settori del personale, e non solo per un assenteismo cronico, a Bagheria sempre presente.

Episodi come quelli accaduti a Palermo, in cui l’assessore alle ville e ai giardini fa una visita a sorpresa al cimitero dei Rotoli scoprendo che i 22 addetti sono  a fare i comodi loro, a Bagheria sarebbe semplicemente impensabile.

C'è la materia sempre scottante dell’abusivismo edilizio dilagante  e di scelte discrezionali nel settore delle attività produttive.

I segnali ci sono tutti, i riferimenti nelle relazioni anche pubbliche dei carabinieri, non lasciano spazio per gli equivoci

L'ulima in riferimento all'arresto di Antonino Di Bella allorchè nel comunicato diffuso dai Carabinieri si riporta che il succitato "si rendeva autore di una numerosa serie di reati, che potevano trovare esecuzione grazie alla influenza della locale consorteria mafiosa e che finivano anche con il condizionare le determinazioni dell’Amministrazione comunale."

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Non abbiamo mai nascosto la nostra ferma contrarietà agli scioglimenti per mafia, contrarietà che, malgrado tutto, non rinneghiamo neanche in queste occasioni, e per una serie di motivazioni:

1) Perché  è dimostrato che gli scioglimenti non servono a nulla: deprivare di un momento di democrazia e di partecipazione le comunità è, al di là delle intenzioni, rendere un favore alla mafia

2) Spesso i commissari hanno fatto più danni della grandine (si pensi solo alla questione della revoca dei piani dil lottizzazione nel 1999 che stiamo pagando a caro prezzo), perchè anche con i commissari si creano lobby e gruppi di privilegi e di clientele

3) Perchè  dopo gli scioglimenti si scopre che la mafia ha continuato a coltivare nell'ombra e nel silenzio i propri interessi  anche con i commissari prefettizi.

Il consiglio e la classe politica, anche se quasi fuori tempo massimo,  debbono però dimostrare di avere  il coraggio di affrontare, al di la dei rituali, melensi e inutili comunicati intrisi di retorica, ipocrisia e banalità, le vere questioni sul tappeto: il Coinres innanzitutto, senza lasciare il sindaco Lo Meo solo a sbattersi dalla mattina alla sera per svuotare il mare con il classico cucchiaio, dicendo con chiarezza, forza e coraggio quello che vogliono veramente.

Il Piano regolatore generale, vero banco di prova, di una seria volontà di cambiare pagina, affrontandolo con rapidità, competenza e senza demagogìa.

Una seria assunzione di responsabilità dell'apparato amministrativo, dirigente e non, che si assuma ed attribuisca responsabilità, compiti e controlli sulla produttività del personale, e che ritorni a dare motivazioni vere a dipendenti frustrati  e abulici, o che fanno i propri comodi.

Ma occorre far presto perchè l'ora del giudizio sembra arrivata.

Caro Sig. Sindaco Vincenzo Lo Meo,

ormai sono passati quasi due anni dall'insediamento della sua Amministrazione, pertanto noi cittadini e giovani di questo paese possiamo fare un bilancio del suo operato.

A mio parere la vostra amministrazione non ha per niente aiutato, anzi ha fatto sprofondare questa città, concludendo l'opera già iniziata dagli altri due sindaci.

La scelta di favorire continue nomine di assessori e dimissioni per incomprensioni, ha determinato un rallentamento della macchina amministrativo-burocratica.

Queste considerazioni le faccio perché ad oggi noi giovani di Bagheria non riusciamo né ad avere un confronto con la città né ad ottenere opportunità di tipo lavorativo da questo paese.

La vostra amministrazione ha dato poco spazio alla cultura, alle associazioni ma soprattutto a noi giovani che siamo un motore importante per questa città.

Quando si parla di cultura a Bagheria si pensa subito alle ville settecentesche in primis, che purtroppo non sono state affatto valorizzate. Questa amministrazione non ha aperto al pubblico questi immobili di grande valore culturale per nessuna manifestazione al quale la città ha partecipato. Il museo Guttuso potrebbe essere un punto di forza del turismo della città, ma purtroppo è così mal gestito che continua a collezionare invece che quadri, perdite nel bilancio.

Questa amministrazione cosa sta facendo per i giovani, per le associazioni e la cultura?

Ad oggi si parla solo di COINRES - PRG – Bilancio. Soltanto questi sono i problemi che riguardano la città?

A Bagheria ci sono tanti giovani che sono potenziali fruitori di servizi. Ma se i servizi non ci sono cosa dobbiamo fare?

Penso concretamente che i giovani siano il futuro ed un motore importante dell'economia. Noi siamo quella porzione di reddito che fa muovere buona parte del ciclo economico del paese.

Un problema a mio parere fondamentale è quello di Corso Umberto, insieme alla rivalutazione del centro storico. Vedere il centro di questo paese deserto non dovrebbe far riflettere un sindaco? Io mi trovo molte volte a guardare paesi più piccoli come Misilmeri, Termini Imerese, San Nicola e Castelbuono, che fanno dei loro centri storici la loro punta di diamante, infatti la sera sono continuamente popolati da giovani.

Capisco che non ci sono fondi ma le iniziative si possono fare coinvolgendo tutti e chiedendo la partecipazione di tutte le forze sociali ed economiche di cui questa città dispone.

Questi problemi per quanto mi riguarda sono fondamentali e un sindaco deve dargli il giusto peso. Questa città deve essere vissuta da tutti, soprattutto dalle nuove generazioni altrimenti morirà piano piano, uccisa da un cancro e senza possibilità di una cura.

Pertanto caro Sindaco, la invito a rivolgere attenzione ai temi che le sto proponendo e cerchi di preparare un piano di sviluppo, perché scommetto che tra qualche anno i problemi del palazzo non saranno più quelli di risanare il bilancio con una delibera di riequilibrio dell'ente ma sarà quello di ripopolare un paese vuoto e soprattutto senza giovani, che avranno scelto di andare lontano da qui.

 

Adalberto Catanzaro

 

E’ stata questa più o meno la risposta che l’assessore regionale all'Energia e ai rifiuti, Piero Marino, ha dato ai sindaci del Coinres che nella giornata di martedì hanno avuto un incontro in Assessorato.

Volevano capire i sindaci, se la dr.ssa Silvia Coscienza fosse ancora in carica, e come avrebbero dovuto comportarsi in caso contrario.

L’assessore Marino ha ribadito l’orientamento già manifestato con un duro comunicato diffuso una ventina di giorni fa, in cui si affermava che  il commissario liquidatore Silvia Coscienza doveva considerarsi  decaduto al 31 dicembre 2012, e che tutti gli atti assunti successivamente fossero nulli.

Nel corso dell'incontro Marino ha detto chiaramente e senza equivoci, quello che da anni ripetono tutti gli assessori regionali ai rifiuti ai 22 sindaci dei comuni del Coinres.

E cioè:

1° che la Regione non ha nessun rapporto giuridico con il Coinres, quindi non ha nè titolo, (nè voglia aggiungiamo noi), per intervenire nelle decisioni gestionali del Consorzio.

2° che tutte le decisioni, soprattutto in materia di assunzioni, sono state prese dagli organi di gestione del Consorzio ATO PA4, e cioè presidente, direttore generale e amministrativo, assemblea dei sindaci..

Di conseguenza niente ha in animo di fare la Regione per il futuro dei lavoratori part time (ex Temporary): la questione è stata, e rimane, in capo agli organi dirigenti e gestionali del Consorzio.

L’assessore ha pertanto sollecitato i sindaci presenti, e c’erano quasi tutti quelli dei 22 comuni, a nominare per il Coinres un commissario liquidatore di loro fiducia, così come la legge prevede; commissario che dovrà prendere tutte le decisioni conseguenti riguardo anche e soprattutto la sorte degli ex Temporary.

Cosa che i sindaci pare faranno nei prossimi giorni.

in copertina  foto di archivio
 

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