Politica

L’ennesima protesta di alcuni commercianti del Corso Umberto, che chiedono al Sindaco l’immediata apertura della strada durante le ore mattutine e notturne, mi da l’opportunità di intervenire sul futuro che tutti noi intendiamo riservare alla nostra Città.
In premessa dico con forza che recepisco da vicino e comprendo le difficoltà che la categoria del commercio sta attraversando in questo periodo di crisi generale e pertanto i loro bisogni e le loro aspettative vanno ascoltati e ,laddove possibile, risolti.
Tuttavia chi fa politica e chi ha amore per la propria città non può essere privato, né può privarsi, dal tentare di esprimere una propria visione di sviluppo possibile.
Sono convinto che si farebbe un grave errore a circoscrivere la questione relativa al transito veicolare in corso Umberto alla decisione sic et sempliciter di aprire o meno una strada .
Dietro tale decisione si nasconde certamente tanto altro, a partire dall’idea che noi cittadini abbiamo della nostra Bagheria.

E’ sotto gli occhi di tutti che negli anni passati le amministrazioni che ci hanno preceduto hanno, tra mille difficoltà ed errori, cercato di individuare possibilità di recupero del nostro decoro urbano.
Penso alla riqualificazione di Piazza Sepolcro, oggi animata da alcuni esercizi commerciali gestiti da giovani, penso all’acquisizione di Palazzo Butera e alla sua ristrutturazione, mi riferisco alla riqualificazione di Piazza Anime Sante o al rifacimento di via Palagonia oltre che chiaramente al rifacimento e alla pedonalizzazione di Corso Umberto I.

Su un altro fronte importanti finanziamenti sono stati intercettati per l’area Sic di Monte Catalfano, per la pista ciclabile ed il percorso dedicato agli ipovedenti, per il rifacimento di piano stenditore ad Aspra, per il servizio di videosorveglianza e altro ancora.

La linea guida che ha caratterizzato la progettazione di queste opere pubbliche, e che ha costituito la linea forza che ci ha permesso di intercettare i finanziamenti poi utilizzati, è certamente quella della ricerca del recupero del nostro centro urbano, delle nostre origini, della valorizzazione del nostro patrimonio e di un nuovo modo di intendere la vivibilità nella nostra città.
Inviterei tutti a soffermarci su questa realtà.
Di certo, se una critica posso fare, si può sostenere che questa attività di programmazione avrebbe avuto bisogno di un maggiore coinvolgimento della nostra realtà sociale e di una migliore partecipazione della città. Comunque si deve dare atto che un po’ di strada è stata fatta.
Ed in tutta sincerità devo dire che tantissimi cittadini, seppur tra mille distinguo e decine di giuste osservazioni ed appunti, hanno compreso la necessità di difendere e sostenere questa nuovo modo di pensare Bagheria. Tra questi una grandissima fetta di ragazzi delle nuove generazioni.
Le obiezioni a questo ragionamento potrebbero essere tante e di vario tipo.
Sono il primo a comprendere che di fronte alla innumerevoli crisi della raccolta dei rifiuti che hanno devastato il nostro territorio, alla mancanza di una raccolta differenziata, di fronte all’incuria del nostro verde pubblico e alla crisi finanziarie del nostro comune è veramente difficile vedere la luce alla fine del tunnel.
Tuttavia è nostro dovere provarci.

In città sempre più numerosa cresce l’attenzione verso le tematiche civiche. Tante sono le associazioni attive, molte di giovani, che promuovono la valorizzazione del nostro patrimonio naturalistico e culturale.
Penso a Bagheria Bene Comune,penso al wwf,penso a Bagheera,a Guernica,all’associazione 3 P o Antigone,all’associazione A Testa Alta ai Nuovi Bagheresi a Noi Bagheresi ( ed altre),penso al neonato comitato “Adottiamo Monte Catalfano”,mi riferisco anche alle tante attività che in tal senso e sempre con maggiore intensità stanno intraprendendo le forze politiche.
E’ però un dovere di chi amministra e della politica tutta, oltre che della cittadinanza attiva, mantenere alta l’asticella dell’attenzione verso i temi civici e alta l’ambizione di una città diversa e migliore.
Questi ragionamenti, mi sembra chiaro, passano anche e soprattutto da una buona e lungimirante attività amministrativa. Per esempio dalla necessaria e auspicata adozione del nuovo Piano Regolatore – anzi invito il Consiglio Comunale a fare in fretta- che porrà fine all’annosa diatriba sulla normativa urbanistica che ci ha riguardato negli ultimi anni e ridarà una prospettiva certa ai nostri concittadini.
Passano dal sapersi inserire nelle attività della cabina di regia oggi aperta in regione Sicilia riguardo il patto dei Sindaci.

O ancora, dal dare priorità all’interno del nostro piano triennale delle opere pubbliche a quelle opere che porteranno una maggiore vivibilità per i nostri cittadini. Penso ad un area attrezzata a verde in via Mattarella, già inserita nel piano, oppure al recupero delle nostre “pirriere” e della nostra costa.
Urgente e avvertita come tale è la necessità di emanare un bando pubblico per la gestione e la cura di Monte Catalfano ( tante associazioni e molti ragazzi potrebbero trovare in questo modo anche un occasione di lavoro ).
E per riprendere la questione del nostro centro storico sarà importante renderlo realmente vivo e pulsante.

Da tempo sostengo che accanto ai necessari servizi, tra cui un ormai improrogabile servizio di trasporto ecocompatibile, dobbiamo cercare di incentivare la nascita di attività commerciali e/o di ristorazione.
Anche il problema della sicurezza (per il quale auspico un tavolo tecnico tra A.C. commercianti e forze dell’ordine) non sarà certamente risolto dall’apertura notturna di una strada.
Solo un corso animato di attività e riempito di locali sarà più sicuro. 

Non si abbandoni questa idea, anzi la si persegua, cercando di ipotizzare forme di incentivazione per chi ancora oggi, vuole investire e ne ha la capacità e l’intraprendenza .
Si pensi ad agevolazioni fiscali sullo stile delle zone franche urbane e si ricerchi un dialogo – nell’ultimo tempo trascurato o perso - con i centri commerciali naturali.
Immaginare una città viva, animata di attività culturali (anche promosse da privati), in cui le piazze ospitino sagre, dibattiti ,proiezioni cinematografiche non è azzardare tanto. Lo si può fare con il coinvolgimento delle tante realtà presenti nel nostro comprensorio e con costi economici molto bassi.

E’ nostro dovere credere in una Bagheria diversa, in una città migliore e noi ci crediamo.

Daniele Vella, capogruppo Partito Democratico.

 

“Ma ...di tutti quei lavoratori del Coinres che hanno sempre lavorato più che onestamente e produttivamente.. non parla mai nessuno? e nessuno si chiede cosa abbiano dovuto sopportare, per fare il proprio dovere in un ambiente del genere”?

E’ stato questo uno dei commenti firmati ad uno degli articoli sulla vicenda Coinres che ci ha colpito di più.

Abituati come siamo a parlar male di chi non lavora, a generalizzare ed  a semplificare le cose, rischiavamo di dimenticare che nel carrozzone mangiasoldi, nel 'mostro' Coinres, nel verminaio ATO PA4, ci lavorano anche molte persone perbene, onesti padri di famiglia, seri lavoratori.

E questo dobbiamo sempre ricordarlo, anche se prima lo stato di sporcizia e di abbandono della città, e oggi pressocchè quotidianamente  i rapporti dei Carabinieri e le intercettazioni pubblicate sui giornali ci restituiscono uno spaccato di una azienda, il Coinres, in cui vigeva l’arbitrio più assoluto.

Purtroppo, anche se ci si stanca di dire sempre le stesse cose, dobbiamo riandare alle cause, alle responsabilità, anzi ai responsabili che hanno per scelte clientelari, per interesse, per avidità, per pavidità o acquiescenza, omesso i controlli, consentito e tollerato che la situazione arrivasse a questo punto.

E’ vero che il settore dei rifiuti, ci si consenta la battuta, è pesantemente inquinato e non solo all’ATO PA4 e non solo in Sicilia.

Da sempre le piccole e grandi malversazioni, dai consumi smodati di carburante dei mezzi impiegati per la raccolta agli acquisti massicci di erica scoparia, (quando un tempo ancora si scopavano le strade), hanno albergato in questo settore, e sono stati oggetto di grandi scontri tra le forze politiche.

Abbiamo ancora il materiale che documenta questi fenomeni di dissipazione e le relative azioni di denuncia del Partito comunista negli anni dal 1960 al 1990.

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Ma raramente la commistione perversa tra gli appetiti delle clientele politiche, l’incapacità gestionali di dirigenti complici o imbelli, e l’ intreccio con gli interessi di cosa nostra hanno prodotto un’azione così devastante, non solo sulla qualità di vita e sull’immagine di Bagheria, ma anche e forse soprattutto sui bilanci delle famiglie e delle comunità.

Mai era accaduto, a nostra memoria, a Bagheria che il comune si riducesse ad un semplice sportello bancomat che paga gli stipendi ai propri dipendenti e a quelli del Conres, perché ormai incapace di erogare servizi anche minimi.

Responsabilità collettive certo, che partono dalla politica, passano per i cittadini e arrivano ai dipendenti del Coinres e ai loro sindacati; ovviamente in percentuali diverse.

Al vertice del Coinres ( ma anche di altri enti economici) i due ultimi sindaci di Bagheria prima di Lo Meo, ma Fricano in particolare, hanno chiamato 'manager' totalmente digiuni di esperienza e di capacità gestionali, che non avevano mai diretto neanche un condominio, però ben ammanigliati con la politica.

Scelte, non dimentichiamolo, 'benedette' anche da autorevoli esponenti del Partito Democratico, ma non solo, che nella scelte della politica bagherese avevano un peso, ma che ora, fatto il danno, girano alla larga da Bagheria.

Presidenti inetti, sindaci collusi, amministratori e direttori generali per grazia ricevuta; per esempio il sindaco del comune di Bolognetta, al tempo Riccardo Incagnone solo per il fatto che nel suo territorio ricadeva un impianto di discarica che non ha mai funzionato, deteneva il diritto, se non ricordiamo male, di ricoprire la presidenza o la vicepresidenza del Consorzio, e poi è rimasto nella qualità di direttore generale.

Una sciagurata politica di assunzioni clientelari, mai funzionale ai compiti che gli assunti avrebbero dovuto svolgere, ma esclusivamente finalizzata al calendario elettorale.

Non è un caso che tutta la vicenda Temporary nasce alla vigilia delle elezioni provinciali del 2008 allorchè presidente del Coinres. è l’assessore provinciale all’ambiente Raffaele Loddo, uomo del PDL, come Musotto allora presidente.

Ma quello che più colpisce negli ultimi anni è stato il silenzio della politica locale nel suo complesso, anzi di quasi tutta la politica locale: perché, a volere essere sinceri, c’è stato un momento a cavallo tra il 2007 e il 2008 che l’UDC di Bagheria, ed in particolare Bartolo Di Salvo, intravidero che si stava andando verso il precipizio, ma nessuno volle ascoltarli.

Non li ascoltarono certo Biagio Sciortino e i partiti che lo sostenevano, a parte i soliti distinguo fatti per mettersi la coscienza in pace e le carte a posto.

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I politici locali spesso per vigliaccheria hanno preferito lasciare i sindaci liberi di fare e disfare, solo perché non avevano il coraggio di sostenere delle scelte, trovando più comodo fare il grillo parlante nelle decine di inutili consigli comunali sul Coinres e ad alimentare il fastidioso cicaleccio dei rituali comunicati sulla legalità e la trasparenza.

Gestioni dissennate, controlli inesistenti anzi autocertificati, sindaci sin troppo tolleranti.

E’ chiaro che in questo clima cosa nostra si ingrassa; scattano ad orologeria le emergenze rifiuti; per sette, otto, dieci giorni la spazzatura viene lasciata a marcire per le strade; quindi i roghi di decine e decine di cassonetti; dopodiché al di fuori di ogni controllo e sotto la spinta dell’emergenza arrivavano i nostri di cosa nostra in sella a  bobcat, palicedde, polpi e camion a go go a tirarci fuori dall’emergenza.

Un sistema perfettamente oleato e sino ad un certo punto anche perfettamente funzionante.

Sin quando il popolo-somaro non ce l’ha fatta più a portare la soma.

Quanto costava ? ai cittadini centinaia di migliaia di euro a botta e quintalate di bile, alla città una danno di immagine senza prezzo; e agli scioperanti? nulla, perché non scioperavano affatto, ma si astenevano dal lavoro per la mancanza della DPS, la dotazione personale di sicurezza: mascherine, guanti, scarponcini e quant’altro, insomma per cinquecento persone una spesa di meno di 40.000/ 50.000 euro al massimo per un consorzio che aveva un bilancio di 25 milioni di euro l'anno.

Ma qualcuno ha mai chiesto ai presidenti del Coinres, ai sindaci, al direttore generale, ai dirigenti amministrativi, perché non si comprava mai la Dotazione Personale di Sicurezza, in modo da impedire ai dipendenti di fare questi danni incalcolabili senza che loro ci rimettessero nulla ?

O anche questa inadempienza era colpevolmente funzionale al disegno criminoso ?

Certo in questa clima di dissipazione generale e di assalto alla diligenza in cui c’era chi si ammuccava i picciuli, figurarsi se poteva essere considerato un reato dai lavoratori l’assenza coperta da una falsa firma, la gestione allegra dei fogli di presenza o gli straordinari di diritto certificati a tavolino.

Solo i Carabinieri e la magistratura possono provare a scriver la parola fine su questa pagina nera della nostra storia, nella speranza che serva oltre che a punire i responsabili di questo scempio anche a ridarci città più pulite.

Però non vorremmo che a volare alla fine fossero solo gli stracci.

 

Le foto sono di repertorio
 

Ormai da giorni i commercianti del Corso Umberto I, fanno risentire il loro grido di dolore nei confronti dell’ Amministrazione Comunale, per l’annosa questione del Corso aperto, Corso chiuso.

E’ ovvio che il Corso è patrimonio di tutti i bagheresi, ma è chiaro che coloro i quali vivono ed hanno attività commerciali proprio li sentono in modo particolare sulla propria pelle la questione del Corso.

Molti bagheresi sono d’accordo nel tenere il Corso chiuso, adducendo varie motivazioni: che tutte le città d’Italia hanno il centro storico chiuso, che non vi sono altri spazi chiusi al traffico a Bagheria che diano la possibilità alle famiglie di potere trascorrere un paio di ore al riparo da smog ed autoveicoli, almeno queste le motivazioni più frequenti, sicuramente condivisibili, ma non vi è dubbio che Bagheria sta attraversando la più grande crisi economica dal dopoguerra.

Ormai il 70 % delle famiglie bagheresi campa grazie alle pensioni di nonni e genitori ed il terziario motore trainante, negli ultimi decenni, della nostra economia locale ha visto ridurre il numero dei propri addetti.

In particolare proprio nel Corso Umberto I negli ultimi mesi hanno chiuso 38 attività commerciali e purtroppo se ne apprestano a chiudere almeno altre cinque, attività commerciali legate anche a grossi marchi siciliani.

E’ chiaro che la chiusura di queste attività non è dovuta esclusivamente alla chiusura del Corso, ma è altrettanto chiaro che in qualche percentuale avrà influito anche questa decisione.

Inoltre ormai il Corso Umberto I dalle 20 in poi diventa terra di nessuno: vetrine infrante, saracinesche scassinate, macellerie trafugate, tabacchini imbrattati e gli abitanti del Corso e delle strade vicine non hanno più la voglia né il coraggio di aprire le imposte.

Non credo che la videosorveglianza possa risolvere il problema, poiché la questione vera della sicurezza a Bagheria è legata alla scarsità di risorse che il ministero assegna alle forze dell’ordine che hanno il dovere di controllare una vasta zona che comprende Bagheria, Casteldaccia, Santa Flavia, Ficarazzi etc…

Data questa situazione ritengo che l’ Amministrazione Comunale debba ascoltare le istanze dei commercianti e dei residenti senza nascondersi dietro probabili referendum (che hanno ovviamente un grande valore, ma resta da capire quali siano i quesiti) o voti del Consiglio Comunale.

Credo che le proposte dei commercianti e residenti siano di buon senso e cioè provare in via sperimentale un’ apertura che sia così ordinata: dal Lunedì al Venerdì dalle 08.00 alle14.00 aperto, dalle 14.00 alle 20.00 chiuso, dalle 20.00 alle 08.00 aperto, Sabato e Domenica chiuso..

Mi pare una buona proposta che si attua anche in centri storici di altre città, e che contemperi le esigenze di tutti.

Inoltre nel frattempo, l’Amministrazione Comunale avrà il tempo necessario per prevedere il parcheggio in Piazza Indipendenza e magari prevedere anche dei servizi aggiuntivi.
Per quanto riguarda i luoghi chiusi al traffico e carichi di verde, un’ opportunità è Villa San Cataldo.

Noi della UIL,ADOC, insieme a tutti coloro che lo vorranno, faremo pressione nei confronti della Provincia che in passato, ha sbarrato la strada al dialogo, affinchè si restituisca alla città la villa con i suoi giardini per renderla fruibile ai cittadini.
   

La coalizione dei gruppi politici e associativi Montesanto Sindaco, Vivere il Territorio, Alternativa per Casteldaccia e Partito Democratico, ponendosi in netta discontinuità rispetto all’attuale Amministrazione, hanno deciso di candidare alla carica di Sindaco del Comune di Casteldaccia Giuseppe Montesanto, imprenditore, attivissimo anche nel settore dell’associazionismo, conosciuto da tutti come persona onesta e integerrima, gran lavoratore e il cui successo imprenditoriale deriva esclusivamente dalla sua inesauribile energia, forza di volontà e spirito di sacrificio.

La candidatura a Sindaco di Giuseppe Montesanto è stata reputata la migliore scelta possibile per un FRONTE COMUNE di onestà e competenza, un centro di aggregazione e di partecipazione per la cittadinanza, aperto a tutte le energie positive del territorio. A tutti i cittadini, ai lavoratori, agli artigiani, agli imprenditori, alle donne, ai giovani, agli artisti, agli intellettuali e a tutti coloro che hanno a cuore il benessere del proprio paese.

Un insieme di forze che si pone realisticamente come garanzia di discontinuità rispetto all’attuale Amministrazione, che ha condotto il Comune di Casteldaccia all’attuale stato di degrado e profondo abbandono.

Caratteristica peculiare della coalizione che appoggia Giuseppe Montesanto è il concetto di SQUADRA. Un gruppo di persone oneste e competenti – tecnici, professionisti, intellettuali e semplici cittadini attivi – che supporterà il candidato a Sindaco negli indirizzi politici e nelle priorità di Amministrazione, per portare avanti un progetto serio e responsabile di CAMBIAMENTO per il nostro paese.

La nuova Amministrazione avrà il compito di rendere il territorio più vivibile e a misura d’uomo. Dovrà essere credibile ed affidabile, capace di porre al centro gli interessi dei cittadini, i loro bisogni e le loro esigenze, in un ritrovato spirito di servizio.

Obiettivi prioritari saranno quelli di valorizzare le forze imprenditoriali e produttive sane per ridare slancio economico produttivo e sociale al nostro territorio, tenendo fuori ogni infiltrazione mafiosa; curare l’ambiente e la vivibilità, per sfruttare tutte le potenzialità di un territorio che potrebbe e dovrebbe trovare la propria ricchezza nel Turismo, nella Cultura e nelle sue Tradizioni; riattivare il tessuto associativo e di solidarietà sociale che negli anni è venuto a mancare, per ridare a Casteldaccia la propria identità e il proprio senso di appartenenza ad una comunità; favorire la trasparenza, l’informazione e la partecipazione, adottando tutte le tecniche possibili per far conoscere e far “ri-innamorare” i cittadini del proprio territorio.

Il programma a cui si ispira il nostro candidato – che deve essere ancora definito e discusso con tutti i cittadini - è concepito per costruire una macchina comunale fondata sui principi di competenza, trasparenza, antimafia e legalità, nonché efficienza ed economicità, di gestione, valorizzando le risorse umane presenti all'interno dell'ente comunale e aprendosi a tutte le risorse umane del territorio, per ottimizzare i servizi e migliorare – in un’ottica di lungo periodo – la qualità della vita di tutti i casteldaccesi.

Pertanto chiediamo ai cittadini di Casteldaccia di dare fiducia al candidato Sindaco Giuseppe Montesanto e di partecipare insieme a noi alla costruzione di un programma per fare di Casteldaccia una cittadina ancora più solidale ed accogliente nel rispetto dello sviluppo economico e della legalità.

La Coalizione 

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