Politica

Positivo giudizio espresso dai rappresentanti dei sindacati pensionati in relazione al confronto svoltosi con il sindaco di Bagheria Patrizio Cinque. 

"Abbiamo siglato un protocollo d’intesa per avviare la contrattazione territoriale sui temi del sociale e dell’assistenza integrata, in vista della redazione del piano di coesione sociale per Bagheria, che ancora non è stato attuato”, dichiara Concetta Balistreri, segretaria dello Spi Cgil di Palermo.

Lo Spi-Cgil di Palermo da tempo aveva chiesto l’avvio di un confronto con l’amministrazione comunale. “Questo è il primo passo – aggiunge Concetta Balistreri Abbiamo avviato le basi per un confronto costruttivo tra amministrazione comunale e le organizzazioni sindacali, che quotidianamente toccano il polso della gente e che in questo modo possono tutelare e rappresentare meglio i problemi delle famiglie in un momento di grave difficoltà economica. Ci siamo confrontati su temi condivisi che riguardano anziani e pensionati e che con la contrattazione territoriale porteremo avanti”. 

Mentre la SPI Cisl, attraverso Mimmo Di Matteo FNP Cisl di Palermo e Trapani, e Michele Bartolone, responsabile di zona aggiungono :" Con il sindaco di Bagheria abbiamo avviato il percorso per un confronto costante su tutti i temi caldi per le fasce deboli della popolazione, dalla tassazione, alle agevolazioni fiscali ai servizi socio sanitari, fissando una scaletta di appuntamenti certi, a partire dal prossimo 25 novembre."

"Abbiamo ribadito - hanno proseguito i rappresentanti sindacali che risulta fondamentale in un momento così difficile per tutti i cittadini, fra aumenti di tasse e  servizi sociali carenti un confronto continuo con le parti sociali".

"Dobbiamo discutere - hanno cocnluso Di Matteo e Bartolone - di una programmazione seria delle attività, soprattutto alla luce del fatto che ancora per Bagheria, com eper altri comuni, si attende il via libera da parte del Ministero dell'Inetrno del progettoi dell'ADI, Assistenza domiciliare integrata, dopo i rilievi sollevatie non è stata avviata la progettazione per i fondi 2014."

....ma ogni 99 passi incontri una persona perbene. Non riusciamo a capire come in tanti siano riusciti a capovolgere il senso chiarissimo di questa frase pronunciata dal sindaco di Bagheria Patrizio Cinque, alla recente assemblea romana del MoVimento 5 stelle.

E' accaduto sul web, ci accade per strada di incontrare gente che chiede spiegazioni di questa frase che avrebbe offeso la nostra dignità di baarioti. Francamente ci sembra assurdo che il sindaco venga attaccato per una frase talmente chiara e che suona di riconoscimento, sprone e fiducia nei confronti della propria comunità e del proprio paese.

Bagheria, è città di mafia certo, ma sono di più e si incontrano con più frequenza però le persone perbene, quelli che vogliono il cambiamento. E' questo il senso neanche tanto recondito dell'espressione. Esattamente come la Sicilia, terra di mafia e di mafiosi sanguinari e terribili, in cui però tanti altri semplici e umili cittadini, magistrati, politici, giornalisti, uomini di chiesa, hanno offerto la loro esistenza per lottare contro la mafia.

Bagheria è questa, come la Sicilia, terra di forti contraddizioni. Piena solidarietà quindi al sindaco per avere affidato all'intera comunità nazionale questo forte messaggio di speranza nel cambiamento, reso più comprensibile dal rimando filmico della citazione. E di questo dobbiamo essergli grati.

Detto questo il sindaco e la sua amministrazione, ma ne accenniamo solamente perchè è nostra intenzione tornare sull'argomento, stanno prendendo una serie di scivoloni, che rischiano di bruciare in poco tempo quel patrimonio di credibilità accumulato nella campagna elettorale, e che ha portato alla sua elezione pressocchè plebiscitaria.

Due esempi per tutti: il corso Umberto riaperto d'imperio al traffico automobilistico dopo la solenne e pubblica promessa di avviare una consultazione tra la gente  e l'idea insensata e cervellotica  di ricavare un parcheggio per le auto negli atri delle scuole 'G.Bagnera' e 'G.Cirincione' , fatta balenare dall' assessore alle attività produttive Tomasello.

Nel primo caso la domanda che facciamo al primo cittadino è semplice: per tutta la campagna elettorale Patrizio Cinque parlò di nuovi strumenti di partecipazione dei bagheresi al suo progetto di cambiamento; "l'alleanza - ripeteva spesso - non la vogliamo fare con i partiti, vogliamo farla con i cittadini di Bagheria". Gli organi elettivi avranno un ruolo secondario, conteranno di più i cittadini attraverso nuove forme di protagonismo civile ". Giustissimo.

Ma perchè su un tema, tutto sommato secondario, quale quello della diffusione cartacea dei volantini di promozione di attività commerciali, fu addirittura promosso un sondaggio sul web, risultato peraltro un fiasco, e su un tema sicuramente più coinvolgente, quale quello del corso Umberto chiuso o aperto alle auto, non si tenta quantomeno di tastare il polso alla popolazione ?

Non pensa Patrizio Cinque di stare creando una frattura, forse insanabile, con una parte di popolazione e con il suo stesso MoVimento ?

Ed ancora: ma il MoVimento 5 stelle a Bagheria, pensa di cambiare veramente la cultura e la mentalità dei bagheresi, di fare cioè la rivoluzione, così come si è proposto,  o si è già rassegnato ad assecondare biecamente e strumentalmente alcune becere e nefaste inclinazioni  nostrane ? 

Angelo Gargano

Nell’ultima seduta di Consiglio Comunale abbiamo potuto assistere a tutta l’improvvisazione ed inadeguatezza politica del M5S, in particolare delle sue figure istituzionali più importanti.

Incredibilmente il Presidente del Consiglio, in seguito alle dimissioni del consigliere Fabio Atanasio, ha provveduto al giuramento del primo dei non eletti del M5S, Paladino, ed ha consentito allo stesso di partecipare ai lavori d’aula senza avere provveduto preventivamente, così come previsto dalla legge alla surroga del suddetto mediante votazione del Consiglio Comunale.

Sebbene le rassicurazioni del Presidente e del Segretario comunale, è evidente che un tale grossolano errore, riconosciuto solo successivamente dal M5S, rischia di invalidare la seduta con effetti pregiudizievoli per gli atti approvati.

La conduzione dei lavori d’aula è sempre incerta, confusa, di parte e foriera di continui scontri tra gruppi consiliari. E’ ormai sotto gli occhi di tutti coloro che seguono i lavori d’aula che il Presidente Claudia Clemente – persona che stimiamo sul piano personale – sia assolutamente inadatta a svolgere il ruolo di Presidente del Consiglio Comunale.

Per le ragioni suddette ed il comportamento tenuto nelle sedute scorse tutti i gruppi consiliari della minoranza hanno chiesto le dimissioni del consigliere Claudia Clemente dalla carica di Presidente del Consiglio. Nessuno dei consiglieri del M5S ha avuto “il coraggio” di avanzare uno straccio di difesa sulla conduzione dei lavori d’aula ed intervenire in favore del Presidente da loro votato.

Certamente va riconosciuto che nel M5S vi sono consiglieri che si sforzano, in seno al Consiglio Comunale ed alle Commissioni, di collaborare e di trovare un punto di incontro, sui diversi argomenti in discussione, con le forze di minoranza. Purtroppo, in occasione di quasi ogni Consiglio Comunale, ogni sforzo di dialogo e di confronto viene spazzato via da interventi politicamente aggressivi ed al limite dell’offensivo delle più alte cariche del Movimento, prime fra tutti il Sindaco, il quale sistematicamente aggredisce ed offende i Consiglieri Comunali di minoranza, così come avvenuto nel Consiglio Comunale di ieri.

A tal proposito invitiamo i cittadini a guardare le ripresa del Consiglio Comunale per rendersi conto che quanto denunciato da tutti i gruppi della minoranza corrisponde a verità.

Troviamo inaccettabile tale comportamento che ieri ha visto bersaglio il capogruppo della lista Sarà Migliore Piero Aiello ed a giorni alterni vari consiglieri dell’opposizione.

E’ così spiegabile la decisione del M5S di non volere contribuire al costo per la trasmissione televisiva delle sedute consiliari, ad oggi a carico di tutti i gruppi, tranne che di quello del M5S. La verità è che la maggioranza non vuole la tv in consiglio proprio per evitare che i cittadini possano vedere con i propri occhi l’inadeguatezza del Presidente del Consiglio, l’aggressività politica del Sindaco e, più in generale, l’approssimazione dell’azione politica dell’Amministrazione. Molto più semplice leggere i comunicati dell’addetto stampa del M5S!

Noi, però, non ci rassegniamo. Confidiamo, ancora, che la parte moderata e dialogante del M5S (ad oggi minoritaria) riesca a farsi ascoltare dal Sindaco e dai suoi fedelissimi e riesca a far comprendere che il suddetto atteggiamento offensivo e discriminatorio verso tutti e tutto (in particolare nei confronti degli oppositori dell’Amministrazione) avvelena gli animi e costituisce un ostacolo al proficuo e sereno svolgimento dei lavori d’aula e soprattutto al raggiungimento dell’interesse generale della città.

Infine una chiosa sulle dimissioni dell’assessore al bilancio Mastrolembo, qualche settimana fa già destituito da Vicesindaco.

In un Comune al dissesto finanziario troviamo incredibile che l’assessore al bilancio, figura che avrebbe dovuto essere il perno dell’azione amministrativa di questi primi mesi, dopo solo quattro mesi lasci la giunta in rottura con il Sindaco e addirittura dichiari di voler uscire dal Movimento 5 stelle.

Ce ne rammarichiamo ancor di più perché riecheggiano nelle nostre orecchie le parole pronunciate dal Sindaco Cinque solo quattro mesi fa durante un dibattito tra candidati alla carica di primo cittadino. “Nico Mastrolembo sarà il migliore assessore al bilancio che Bagheria abbia mai avuto”.

E così, dopo le dimissioni ad appena un mese dall’insediamento dell’assessore Parlatore, colui che avrebbe dovuto risolvere il problema rifiuti a Bagheria, e dopo il mai pervenuto assessore Troiano, italo americano portatore di finanziamenti indicato da Luttwak, l’A.C. ed il Sindaco perdono un altro importante protagonista della loro gestione amministrativa.

E siamo solo al quarto mese.

SaràMigliore.

 nella foto di copertina  Patrizio Cinque abbraccia Claudia Clemente appena eletta presidente del consiglio


Un tema che divide. Quello del corso Umberto I chiuso o aperto al traffico veicolare è un tema che divide la cittadinanza bagherese nei due blocchi dei “pro” e dei “contro”. Una questione nei cui confronti la cittadinanza si trova letteralmente spaccata a metà, una questione che vede i cittadini contrapporsi su più fronti: quello economico, quello della ecosostenibilità, quello della mobilità urbana, quello culturale, quello turistico, quello più squisitamente commerciale. Tutti sintomi, questi, che indicano chiaramente quanto sia sensibile e insidioso il tema in questione e quanto sia indispensabile che le soluzioni da adottare siano condivise, siano frutto di incontri, dibattiti, assemblee cittadine aperte.

Sei mesi. E poi? L’apertura del corso Umberto – ha reso noto l’Amministrazione – è soltanto in via sperimentale e tale sperimentazione durerà sei mesi. Mesi durante i quali presumiamo che l’Amministrazione vorrà adoperarsi per raccogliere una serie di importantissimi dati, ad esempio: valori di inquinamento nel centro storico (e quindi, la preventiva installazione di centraline di rilevamento), intensità del traffico nelle strade adiacenti, usura della pavimentazione della carreggiata, consistenza del fatturato degli esercenti del corso Umberto (di tutti, s’intende: dal negozio di mutande al bar), solo per citarne alcuni. Ricordiamo, per inciso, che si è ancora in attesa di sapere con certezza se il collaudo del corso sia effettivamente avvenuto e se, quindi, ad esempio, lo spessore delle basole sia sufficiente a sopportare il transito continuo di autovetture, dal momento che molte di esse presentano già adesso evidenti fratture.

Monitoraggio ante quem e post quem. I dati raccolti in questi sei mesi di apertura, però, perché non rimangano soltanto dei valori assoluti, dovranno essere messi in relazione e comparati con dati analoghi raccolti, ovviamente, in un periodo precedente a quello dell’apertura sperimentale.
Più semplicemente: cosa accadrà al termine di questi fatidici sei mesi di apertura del corso? i dati che l’Amministrazione avrà raccolto in questo periodo che funzione avranno, con quali altri dati verranno messi in relazione? in base a che cosa si deciderà di mantenere chiuso o aperto il corso Umberto?

In altri termini. Trattandosi di un’apertura sperimentale, essa dovrà servire a raccogliere dati necessari a stabilire, trascorsi i sei mesi, se confermare il provvedimento di apertura o ripristinare lo status quo.
Quindi, è opportuno che innanzitutto l’Amministrazione monitori la situazione attuale per tre, quattro, sei mesi, raccogliendo adesso i dati da comparare con quelli raccolti successivamente nei tre, quattro, sei mesi di apertura sperimentale.
Deliberata senza premesse né prospettive di questo tipo, quella di riaprire il corso Umberto appare proprio una decisione esageratamente ed esasperatamente affrettata e più che altro non pianificata, dettata esclusivamente dalla volontà di cedere una buona fetta di sovranità collettiva ad una sola parte della cittadinanza, rappresentata in questo caso da una parte (non tutti) di commercianti.

Conosciamo bene i disagi che subiscono gli abitanti dei quartieri adiacenti al corso Umberto, che hanno visto riversarsi sulle loro stradine tutto il traffico in transito dalla parte a monte a quella a valle del corso. Conosciamo bene la triste realtà dei commercianti costretti a chiudere, le cui cause però sono da individuare nella crisi economica, nel calo dei consumi, nell’apertura dei vicini centri commerciali e nello spropositato costo degli affitti dei locali (come dimostra la chiusura di decine di altri esercizi commerciali anche in altre zone della città).

La nostra proposta. Sinistra Ecologia Libertà, pur avendo una chiara posizione in merito, non contrappone barricate ideologiche alle decisioni dell’Amministrazione purché esse siano deliberate con criterio e nell’interesse di tutti. E, nel caso specifico, così non è. L’invito che ci sentiamo di rivolgere all’Amministrazione comunale è, quindi, di revocare la determina di apertura, impegnandosi ad affrontare ogni altra discussione sul corso Umberto I non senza aver previsto prima un attento monitoraggio dello stato attuale (sia dal punto di vista dell'eco-sostenibilità che delle condizioni socioeconomiche) del corso Umberto e del centro storico nel complesso, nell’ottica della mobilità sostenibile. Questo passaggio è indispensabile per rapportare i dati emersi dalla fase sperimentale dei sei mesi con quelli relativi alle condizioni attuali.

Disattese queste procedure preliminari, riteniamo che ci siano le premesse per impugnare la delibera municipale al T.A.R. e rendere nullo il provvedimento, come avvenne già lo scorso anno a seguito della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale del giugno 2013.


Paolo Zarcone
direttivo Sinistra Ecologia Libertà - Bagheria

 

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