Politica

È stato presentato oggi, venerdì 31 ottobre, al Dipartimento dell’Urbanistica dell’Assessorato Regionale del Territorio e dell’Ambiente, per l’approvazione definitiva, il nuovo Piano Regolatore Generale.

Ad annunciarlo il Sindaco di Bagheria, Patrizio Cinque, e l’Assessore all’Urbanistica, Luca Tripoli.

Il nuovo Piano di Bagheria è quello adottato dal commissario ad acta regionale, Giuseppe Traina, il 09 ottobre 2013, trasmigrato oggi, alla Regione, dopo il completamento di tutte le attività di competenza a carico del Comune. La trasmissione avviene quindi entro il periodo di dodici mesi dal completamento della fase di pubblicazione del Prg (novembre 2013), e ciò consentirà di potere usufruire della durata massima quinquennale, di applicazione delle misure di salvaguardia.

A questo punto, si dovrà attendere l’emissione del decreto regionale di approvazione dello studio di VAS – VINCA, e ciò consentirà di poter contare finalmente sui tempi certi per l’approvazione del Prg. Infatti, dalla data di emissione del decreto regionale VAS – VINCA, che andrà a completare l’intera documentazione necessaria per l’approvazione del Piano, decorrerà il periodo massimo di 270 giorni, entro i quali, la Regione si dovrà esprimere definitivamente con apposito decreto da pubblicarsi sulla GURS, sulle sorti del nuovo strumento urbanistico e sulle singole osservazioni e opposizioni presentate dai soggetti interessati avverso il Prg. Quanto sopra però, con l’auspicio che il decreto VAS-VINCA non contenga prescrizioni tali da dover comportare la riadozione del Piano.

“L’approvazione definitiva del Piano Regolatore Generale, è per la città Bagheria, un atto di grande interesse economico di indiscussa importanza; il nuovo Piano potrà colmare finalmente quel vuoto urbanistico che ha contribuito in modo rilevante, allo stato di crisi economico-sociale della nostra città” afferma il Sindaco.
Dotare la città di regole certe per gli interventi nel territorio, anche attraverso gli strumenti attuativi di cui il Prg è già corredato, consentirà di poter dare un impulso notevole non solo all’edilizia residenziale, ma anche e soprattutto, a quella produttiva e alle opere pubbliche nel territorio," commenta l’Assessore Tripoli.

Ufficio Stampa del comune di Bagheria

 

L’articolo 34 comma 7 del “Regolamento per il Funzionamento del Consiglio Comunale e per l’esercizio delle Funzioni dei Consiglieri Comunali” recita così: “ l'avviso di convocazione deve precisare se l'adunanza ha carattere ordinario o straordinario e se viene convocata d'urgenza e se la stessa si tiene su determinazione del Presidente o su richiesta del Sindaco o di un quinto dei consiglieri. Il Consiglio è convocato d'urgenza quando sussistono motivi che devono essere indicati dai richiedenti e valutati dal Presidente rilevanti ed indilazionabili che ne rendono necessaria la riunione”.

Premetto ciò, non per una lezione sul regolamento, ma porre l'accento su quanto di seguito esposto e sull'operato della presidente.

Tutto nasce il 5 settembre 2014, quando durante la seduta di un consiglio straordinario e urgente, richiesto dal M5S, sullo stato dei lavori della scuola “G. Puglisi”, è presente, sugli spalti, una delegazione di genitori, di bambini diversamente abili ed operatori del settore, che vedono negato ai propri figli il diritto allo studio (garantito dalla Costituzione Italiana agli artt. 3, 33 e 34), poiché il Comune non provvede ad erogare i servizi essenziali a garantire ciò, ovvero servizio igienico-personale, trasporto ed assistenza all’autonomia ed alla comunicazione.

Si susseguono incontri tra l’Amministrazione ed i cittadini interessati e si giunge al 15 ottobre c.a. quando viene organizzato dai genitori dei bambini ed una delegazione della CGIL, a sostegno dei lavoratori del settore, un Sit-in di protesta presso la sede di Palazzo Butera per manifestare contro la mancata erogazione dei servizi a più di un mese dall’inizio dell’anno scolastico e per alzare la voce sulla “soluzione tampone” proposta dall’amministrazione di garantire per 2 ore al giorno e sino al 20 dicembre 2014 l’assistenza igienico-personale, quest’ultima ritenuta poco incisiva se non “un affronto” ai bisogni di bambini e famiglie.

A quel sit-in, ero presente anch’io, anche perché coinvolto personalmente da tali problemi, constatata la “pochezza” delle risposte date dai rappresentanti dell’amministrazione ho deciso di coinvolgere i miei colleghi consiglieri di minoranza nel chiedere un consiglio straordinario, urgente ed aperto affinchè si affrontasse la tematica nel luogo che più di qualunque altro rappresenta tutta la città ovvero l’aula Consiliare.
La richiesta viene protocollata il 15/10/2014 a firma di 10 consiglieri di minoranza (gli altri 2 non raggiungibili poiché fuori città per lavoro, ma comunque tempestivamente avvisati e assolutamente favorevoli).

altE’ giunti a questo punto che qualcosa non quadra più…….

Già l’indomani dalla presentazione della richiesta, tramite un comunicato sul sito del Comune di Bagheria, si informa la cittadinanza che è stato convocato un “tavolo tecnico” tra l’amministrazione ed i dirigenti scolastici per trattare l’argomento.

Seguono circa 4 giorni di silenzio sino a quando, il 22/10/2014, viene convocata un conferenza di capigruppo dall’Ufficio di Presidenza.
In quella sede assistiamo all’ennesima dimostrazione d’inadeguatezza del presidente del Consiglio comunale nel gestire le dinamiche, le richieste ed i lavori di qualunque riunione istituzionale si svolga sotto la propria direzione.

In quella sede infatti la Presidente sminuisce la nostra richiesta dichiarando che “ci stiamo lavorando”, schierandosi apertamente e mostrando la sua faziosità con quel “CI STIAMO".
Subìto quest’ennesimo affronto alla nostra dignità di consiglieri comunali, proponiamo di convocare il consiglio in seduta straordinaria ed urgente, aggiungendo all’ordine del giorno altre due tematiche urgentissime: 'Contrattisti e Dichiarazioni del procuratore Agueci su possibili infiltrazioni mafiose', nel frattempo pervenute, anch’esse, come richiesta di convocazione di consigli straordinari e urgenti.
La seduta si chiude senza una decisione chiara, ma con l’apparente volontà di dare corso alla nostra proposta.
La stessa sera esce un comunicato del M5S dove si dice che “hanno ritenuto opportuno optare per un consiglio ordinario per affrontare i temi”.

Ora una serie di domande sorgono spontanee:

1. Chi assume le decisioni di convocazione, il presidente (che dovrebbe avere potere decisionale in tal senso), il gruppo consiliare del M5S o il Sindaco?

2. E’ possibile che un movimento che rappresenta 5.243 voti su 28.177 voti validi, corrispondenti al 18,61%, determini in modo assolutistico i tempi e le modalità dei lavori consiliari, in ragione di una legge regionale del tutto sbagliata e che rafforza il principio “dell’arroganza dei numeri”?

3. Per quanto la Presidente, supina alla volontà di una “parte”, palesemente attiva militante del Movimento 5 Stelle vuole andare avanti calpestando regole, dignità e diritti di consiglieri di opposizione e di ogni cittadino che non sia militante o simpatizzante del movimento?

Dall’inizio della Consiliatura assistiamo a una grave mancanza di democrazia, una mancanza grave dovuta ad uno “pseudo confronto” fondato sull’arrogate logica dei numeri voluta dalla maggioranza, denunciato tra l'altro in ogni consiglio comunale e da un presidente inadeguato nel proprio ruolo, succube e subordinata al volere del movimento di appartenenza.

L’articolo 20 comma 1 del “Regolamento per il Funzionamento del Consiglio Comunale e per l’esercizio delle Funzioni dei Consiglieri Comunali” recita così: “Il Presidente rappresenta l'intero Consiglio comunale, ne tutela la dignità del ruolo ed assicura l'esercizio delle funzioni allo stesso attribuite dalla legge e dallo statuto".

Ebbene, ad oggi dalla presidenza nulla di tutto questo è stato rispettato!

altNon è assicurato lo svolgimento delle nostre funzioni se la carica istituzionale garante del consiglio (il Presidente del Consiglio Comunale), si permette di ignorare una richiesta di convocazione del consiglio richiesto, oltre che urgentemente anche aperto per dare voce ai diretti interessati, e che per legge DEVE essere convocato cosi come richiesto entro e non oltre 20 giorni.

Per non parlare “del Tavolo Tecnico” casualmente convocato subito dopo la presentazione della richiesta di consiglio, negando la possibilità di partecipare a chi come noi vuole contribuire attivamente e seriamente a trovare una soluzione al problema ma non fa parte, ne è simpatizzante della “movimento”, man mano sempre più esclusivo e settario.

Segue la totale mancanza di comunicazione tra l’ufficio di presidenza ed i consiglieri di minoranza, ogni comunicazione riguardante la vita politica ed amministrativa della città (vedasi recenti cambi assessoriali, nomine ecc…., riunioni cittadine, conferenze stampa per presentazioni di progetti faraonici quanto utopici) delegata a comunicati stampa nonostante quasi giornalmente siamo impegnati in commissioni e quindi facilmente raggiungibili.

In conclusione, questa presa di posizione, ha lo scopo di informare la città su una vicenda che calpesta palesemente i principi di democrazia e la dignità di una parte del consiglio.
Di informare i genitori, i lavoratori del settore (che personalmente ritengo parte integrante del progetto di inserimento di questi giovani, in quanto si instaura un rapporto di fiducia tra bambino ed assistente) e chiunque voglia dire la propria sul tema, che la loro voce è stata strozzata dall’arroganza del M5S che, forte dei numeri d’aula (che ricordiamolo non rappresenta la maggioranza della città), confonde la casa comunale con un “pastificio” di cui si sentono i padroni.

Questo comunicato ha lo scopo di sottolineare che, ai sensi del su citato articolo del regolamento, questo presidente non è in grado di garantire l’imparzialità necessaria per i ruolo che ricopre, non è in grado di tutelare la dignità dei TUTTI i consiglieri comunali e quindi della città tutta, per questi motivi si rinnova la richiesta, già avanzata in consiglio, delle dimissioni da parte del presidente.

Angelo Barone (Cambiare Bagheria); sottoscritto e condiviso da tutti i gruppi consiliari di minoranza.
 

Il sindaco di Bagheria Patrizio Cinque ha ripetuto in tante occasioni pubbliche una frase molto efficace: 'la mafia è una montagna di merda', e tra i compiti che da sindaco si è dato e sta affrontando c'è quello di recidere il rapporto tra la mafia ed un parte della politica, citando il Coinres come frutto avvelenato di questo insano connubio; ma ci si potrebbe dilungare citando la serie interminabile di arresti e processi che riguardano mafia, politica, affari e pizzo, intensificatisi negli ultimi anni, proprio quando secondo Grillo la mafia sarebbe emigrata al Nord.

Beppe Grillo diversamente dal sindaco di Bagheria, dal palco dello 'sfiducia day' di Palermo sostiene invece che 'la mafia (comunque e a modo suo) ha una sua morale'.

Non è come si potrebbe pensare, quella di Grillo, 'voce dal sen fuggita' nella veemenza della retorica comiziale, ma lucido ragionamento rivelatore dell'obiettivo 'politico' che si è dato il capopopolo del MoVimento 5 stelle, e che il presidente Crocetta,  ha ben individuato e denunciato.

Patrizio Cinque è siciliano, e per di più bagherese di padre napoletano, è cresciuto ed è vissuto a Bagheria, ed anche se giovane capisce bene che quando Grillo afferma che la mafia in Sicilia non c'è più perchè se ne è andata al Nord dove ci sono gli sghei, come disse in Sicilia e a Bagheria durante il tour elettorale delle regionali dell'ottobre 2012, in realtà dice, sapendo di dirla, una grande idiozia.

In secondo luogo Patrizio Cinque e i siciliani che ragionano sanno bene  che c'è una profonda differenza tra l'essenza della cosa nostra siciliana e le ingiustizie anche violente di uno Stato, (la vicenda Diaz insegna), le ormai inquietanti e nefaste manfrine dei servizi segreti deviati, le turpitudini di cui è capace chi muove i grandi capitali finanziari, elementi che sono certo espressioni di prepotenza, di prevaricazione, di dispregio della legge e forse anche di mafiosità.

Per farla breve, Patrizio Cinque e i siciliani che ragionano sanno bene che cosa nostra è un'altra cosa, profondamente diversa, più subdola ma anche più aggressiva e violenta, e condizionante dello sviluppo non solo di singole comunità ma dell'intera nostra Sicilia.

E' una associazione criminale che si regge su un vincolo associativo di sangue che ha alla base la segretezza, la mutua assistenza, l'omicidio come regola; è una associazione che succhia il sangue agli imprenditori e ai commercianti siciliani, che è una vera palla di piombo per l'economia siciliana, che ha impedito un reale sviluppo produttivo dell'isola, che ha come strumenti per affermarsi le intimidazioni, le violenze e se il caso anche il delitto.

E' una associazione che ha trovato nelle interazioni e nell'alleanza con la politica quella capacità di costruire un consenso sociale ed una forza di condizionamento senza pari, impensabile fuori dalla Sicilia.

E' vero che la mafia insegue i soldi, gli affari, i grandi appalti, i loschi traffici che ci sono anche e soprattutto al Nord, ma è anche vero che se i tentacoli arrivano e si insediano a Roma, in Emilia e in Lombardia, la testa della piovra è sempre in Sicilia. Il consenso e il controllo sociale e fisico del territorio, la commistione con la politica, rendono la mafia fenomeno criminale e politico-sociale endemico in Sicilia da oltre 150 anni.

Fuori dalla Sicilia la mafia è 'semplice' fenomeno criminale come tanti altri e non si può confondere con le illegalità dello Stato e dei poteri forti.

Non capire queste differenze vuol dire non avere capito nulla della storia del nostro paese.

altNoi crediamo invece che Grillo queste cose e queste differenze le conosca e le capisca, e non ci venga a raccontare la favoletta che la mafia di una volta era altra cosa 'morale': la mafia che nel 1947 spara sui braccianti di Portella delle ginestre, che uccide nel dopoguerra decine e decine di politici e sindacalisti di sinistra, la mafia che nel 1963 fa saltare in aria sette carabinieri a Ciaculli, la mafia che ha lucrato e costruito imperi economici sugli omicidi e sulle grandi speculazioni edilizie degli anni '60-70, la mafia che ha mortificato la politica e i governi siciliani, imponendo i suoi rappresentanti al governo della regione e a sindaci dei comuni condizionando pesantemente la politica, la mafia che negli ultimi trenta anni ha dato vita a Palermo al più grande massacro mai visto al mondo in una nazione progredita di magistrati, politici, esponenti delle forze dell'ordine, giornalisti, bambini e uomini di chiesa, testimoni di giustizia  e loro parenti (oltre cento in trenta anni), è in Sicilia che riesce ancora ad esplicare la sua forza di intimidazione e di controllo capillare della società.

Era forse questa la mafia 'buona ' quella che aveva in qualche modo una morale di cui parla Grillo? la mafia che malgrado tutto avrebbe una 'morale' corrotta dal grande capitale e dallo Stato, l'onorata società dei film -caricatura sulla Sicilia?

Ma siamo seri ! Grillo sarà un comico, ma non è uno scemo.

In realtà quella di Grillo vorrebbe essere un gran furbata politica: lui sa bene che c'è tanta parte dei siciliani che considera il solo parlare della presenza della mafia e dei mafiosi in Sicilia reato di lesa maestà, disdicevole per il buon nome della nostra terra; ne è riprova recente anche il voluto fraintendimento della battuta di Patrizio Cinque pronunciata alla kermesse del MoV 5 stelle a Roma, che letta come è giusto che sia, è stata intelligente nella forma ( il richiamo ai cento passi che cattura immediatamente l'attenzione) ed incisiva e positiva nella sostanza ( l'antimafia che prevale sulla mafia).

Ed è a quelli che pensano, (e tanti sono in buona fede), che il buon nome della Sicilia si difende con il silenzio sulla mafia, che sostengono che la vera mafia è a Roma, che i veri mafiosi stanno al Nord per togliersi dalla mente e dalla coscienza questo fastidioso tarlo, i siciliani a cui Grillo strizza l'occchio, con una sorta, questo sì, di baccagghiu, linguaggio che noi siculi intendiamo al volo.

Come dire: 'voi siciliani non avete colpe, i veri mafiosi stanno nei palazzi del potere', cosa solo in parte vera.

Ed è a questi siciliani che Grillo liscia strumentalmente il pelo per il verso giusto a fini elettorali ovviamente.

Fa Grillo quell'operazione politica che fecero negli anni '80 i socialisti nei confronti del terrorismo, quando in qualche modo sostenevano che occorresse trattare con le Brigate rosse, perchè sapevano che il terrorismo, certo violento e sanguinario, aveva comunque proseliti o simpatizzanti tra strati importanti di popolazione, tra gli operai, gli studenti e gli intellettuali, e il PSI voleva in qualche modo intestarsi, rappresentare e dare forma politica ( ed elettorale) a questo radicalismo, a queste forme di protesta estreme presenti nella società; o come quando i radicali protestarono vibratamente contro l'inasprimento delle misure carcerarie e le norme di legge che punivano i reati di mafia.

Il messaggio- baccagghiu fu capito e raccolto e dalle carceri partì l'ordine di premiare, cosa che avvenne puntualmente alle elezioni, il partito socialista e il partito radicale. Per questo il ragionamento di Grillo è ambiguo e pericoloso, perchè incoraggia una tendenza tutta nostra di scaricare sempre sugli altri, su Roma, sul Nord, sul grande capitale e le lobby finanziarie, i poteri forti, responsabilità e compiti che riguardano sì l'intero paese, ma che essendo tipicamente nostrani debbono vedere a battersi in prima fila soprattutto i siciliani.

Angelo Gargano

 

Mi preme comunicare il mio totale disappunto in merito all'operato di questa Presidenza del Consiglio e prendere le distanze da qualsiasi decisione fino ad oggi adottata dalla stessa.

In primo luogo è deprecabile che dall'inizio di questa consiliatura non si sia mai provveduto alla convocazione dell’ufficio di presidenza e che non sia mai stato consultato ufficialmente il terzo componente dello stesso.
Ciò è tanto più grave se si pensa che secondo regolamento, la carica di uno dei due componenti dell'ufficio di presidenza spetta all'opposizione e ciò, ovviamente, per esigenze di rappresentanza democratica.

Inoltre rammento al Presidente del Consiglio di Bagheria quanto stabilisce lo statuto del comune all' art. 41 punto 1, più volte violato, secondo cui l’ufficio di Presidenza ha il diritto e il dovere di adempiere a queste funzioni: 
• organizza l’attività del Consiglio e coordina quelle delle Commissioni;
• provvede alle esigenze dei gruppi consiliari, coadiuva il presidente per l’ordinato svolgimento dei lavori d’aula, cura l’istituzione e l’organizzazione dell’ufficio studi e documentazione;
• decide sulle questioni di interpretazione dei regolamenti interni, acquisito il parere della conferenza dei capigruppo.
• predispone e propone al Consiglio comunale le modifiche ai regolamenti interni, acquisito il parere dell’organo collegiale sopra citato.
disciplina l’organizzazione, la gestione e il funzionamento della sala consiliare durante le sedute del Consiglio.

In secondo luogo ritengo doveroso sottolineare che, circa l'utilizzo dell'aula consiliare, questa Presidenza cambia sistematicamente idea rispetto la disponibilità degli orari, in funzione dei colori politici del richiedente, atteggiamento questo del Presidente palesamente di parte, e in contrasto con il tanto declamato risparmio dei costi di gestione.
È chiaro che qualora il Presidente decidesse di non cambierà rotta, mettendo il consiglio e tutti i consiglieri nelle condizioni di poter espletare il loro mandato,sarà mia cura fare ricorso a tutti i rimedi statutari e regolamentari per far si che le regole vengano rispettate.

 

  Il Vice-Presidente del Consiglio di Bagheria
             Maurizio Lo Galbo


 

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