Riflettete amministratori di ieri, oggi e domani, riflettete! Perché tra una minchiata e l’altra sono trascorsi 3772 giorni.
C’è chi dice che Guttuso rubava i gialli e i rossi dei tramonti di Bagheria per dipingere i cieli dei suoi paesaggi, anche quando era lontano dalla Sicilia. Questa è una bella notizia per la sua arte e pure per Bagheria.
Altri dicono che le scene erotiche, passionali, antifasciste, comuniste, aristocratiche, proletarie, di prostitute, prelati e politici dei suoi dipinti, sono autobiografici, questa notizia non è ne bella ne brutta e interessa solo agli appassionati dell’arte di Guttuso.
E ci sono pure quelli che attribuiscono a Guttuso tante amanti e questi sbagliano, perche le donne col privilegio di aver amato ed essere state amate dal Maestro sono soltanto tre: la duchessa Topazia, la marchesa Mimise e la contessa Marta, tutti gli altri o sono millantatori o confondono l’amore col semplice godimento.
Infine, ci sono quelli che pensano che quando si parla di Guttuso si dovrebbe parlare solo della sua arte e non della sua vita privata, questi non sanno quello che dicono, perche la vita privata di Guttuso è la sua arte sono inscindibili.
Chi conosce bene Guttuso sa che è stato l’emblema della incoerenza e questo lo ha caratterizzato per tutta la vita, ad esempio, passava dagli ambienti culinari aristocratici alle trattorie proletarie col piatto di spaghetti alla pescatore e un doppio litro di vino che, come amava dire, per l’ubriacone il vino è tutto buono.
Chiudo con una riflessione: immagino Guttuso seduto al tavolo di lavoro intento a scrivere alla sua Martina: “Miele mio, sangue mio, respiro mio, tremito mio, lacrima mia, mio fiato..“ e mentre scriveva questa litania aveva di fronte, sulla parete dello studio, la massima di Michelangelo: “Grato m’è ‘l sonno, e più l’esser di sasso, mentre che ‘l danno e la vergogna dura; non veder, non sentir m’è gran ventura; però non mi destar, deh, parla basso”.
Per questa sua complessa personalità Guttuso è un mito! Un mito che dobbiamo ancora capire sino in fondo e per questo è necessario che alla guida del “Museo Guttuso” di Bagheria ci sia un grande direttore.
Sciascia che fino ad un certo punto fu suo amico, scherzando diceva: “Guttuso, un uomo di facili costumi”, io, amico di entrambi, scherzando un po’ meno, dico: “Guttuso, questo grande sconosciuto”.
Riflettete Amministratori di ieri, oggi e domani, riflettete! Perché tra una minchiata e l’altra sono trascorsi 3772 giorni senza direttore e non si intravede ancora la luce del nuovo direttore.
Ezio Pagano