“La rosa di Guttuso” è un progetto di libro per far conoscere meglio Renato Guttuso, quello che realmente è stato e non quello che si vuole far credere.
Il destino non ci volta le spalle e lascia che l’energia dell’Universo arrivi a noi, attraverso enigmi e meraviglie. Basterà tradurre questi segnali in patrimonio intellettuale, per trasformare una qualsiasi emozione nella trama di un libro.
Può accadere che durante la scrittura del libro sia la stessa trama a muovere la penna dello scrittore, o che la mano preferisca ricamare la scrittura piuttosto che lasciarla sobria. Questo è quello che accade ne “La rosa di Guttuso”, un racconto dai contorni esornati che riduce il mio ruolo a quello di autore dell’idea e non della stesura della trama, che intanto si è romanzata.
Ad ogni modo, la storia rimane vera e nemmeno lontanamente può essere considerato un lavoro di fantasia. Piuttosto è un atto di devozione nei confronti del Maestro, che a fronte della sua vita ambigua ci lascia un insegnamento chiaro: “Vorrei arrivare alla totale libertà in arte, libertà che, come nella vita, consiste nella verità“. Un concetto che assieme alla massima “non fare agli altri quello che non vorresti venisse fatto a te”, mi ricorda le vicende di Palazzo del Grillo, sulle segregazioni misteriose dei due Guttuso.
Ovviamente del libro al momento non svelerò null’altro, tranne l’aneddoto che segue: So di una giornalista che invitata a pranzo da Mimise e Renato, davanti ad un tavolo imbandito in stile regale con piatti Meissen antichi, sottopiatti d’oro e maggiordomo con guanti bianchi, gli contestò un suo affresco perché non si armonizzava con l’architettura moderna che lo accoglieva; Renato visibilmente urtato da tanta insolenza la freddò replicando: ”Cara amica, la politica è un oggetto misterioso che mescola tutte le carte, sono d’accordo con Ugo (Sissa), il mio affresco ha scassato il ritmo di quello spazio prezioso, ma ho anche preso un sacco di soldi ed è stato il mio lancio. - chiudendo poi con un perentorio - Fine della storia”.
Sono solo pochi righi ma svelano tanto sulla personalità di Renato Guttuso.