Un amante della vita è quasi sempre un fumatore di pipa, perché la pipa aiuta a scandire il tempo per vivere meglio.
In questo mondo siamo tutti di passaggio, uno ad uno ce ne andremo e solo in quel momento comprenderemo appieno la nostra fragilità. Una circostanza che ci ricorda che sulla terra siamo arrivati nudi e nudi ce ne andremo. Questo è l’obolo da pagare dagli abitanti della terra di “Adamo ed Eva”, ma anche un principio di mesta uguaglianza tra gli uomini.
Infatti, la mia riflessione riguarda tutti, come dire: mi faccio i fatti vostri! Per questo compito delicato mi prendo tutto il tempo necessario, alla maniera di quando si gioca a scacchi.
So che non siamo tutti d’accordo sul principio di uguaglianza, personalmente preferisco l’”uguaglianza della differenza”, proprio come il marchese Antonio de Curtis, in arte Totò, che non tenendo conto della vulgata popolare, riferendosi al momento del trapasso scrisse nella sua opera poetica “a livella”: “Ma chi te cride d'essere ... nu ddio? / Ccà dinto, 'o vvuo capi, ca simmo eguale? ... / ... Muorto si'tu e muorto so' pur'io; / ognuno comme a 'na'ato é tale e quale”.
Ora lasciate che dedico questa riflessione a tutti i “Totò Termini” che conosco e se qualcuno leggendola si dovesse irritare, sappia che non è colpa mia, perché io non pensavo a lui quando l’ho scritta, casomai la colpa è sua perché si rivede in “Totò Termini”.
A queste persone consiglio comunque di fumare la pipa, giocare a scacchi e praticare il rito del tè, in modo da avere più tempo per riflettere e diventare migliori.
La foto: Opera di Raffaele Rossi “Cristo Pantocratore” 2021, affresco e tecnica mista su tavola, cm 95x125. Collezione Ezio Pagano