Una riflessione che chiarisce la “Questione bagherese” …
Quel giorno come tanti altri del mese di settembre, dal mio rifugio estivo nelle campagne di Aspra, il cielo era nuvolo e l’aria frizzantina. Mi alzai al sorgere del sole con minimi pensieri e l’immaginazione che vagheggiava tra le sfumature della vita.
Fu così che realizzai la “Questione bagherese”, pensai alle tante eccellenze sparse per il mondo: Maria Rosaria a Zurigo, Elena a Losanna, Mariella a Pechino, Rossella a Bilbao, Emiliano a Roma, Tommaso a Bologna e altri. Pensai anche all’abbondanza d’intelligenze in Città che provano ad affermarsi qui: Tony, Lia, Tommaso, Nico, Piero, Filly, Rosalba, Michele, Francesca, eccetera; poi mi guardai intorno e a parte il solito blaterare non c’era nulla da toccare con le mani che potesse far presagire una nuova epifania. Quindi il pensiero è volato agli emigranti, sono i nostri padri e madri, fratelli, figli e in qualche caso i nostri nipoti, e mi dispiaceva pensarli lontani, ma per fortuna c’è lo smartphone e inoltre non nascondo l’invidia che provo quando penso alla fortuna che hanno di vivere la cultura progressista europea nel loro habitat.
Ma il mondo cambia e con la globalizzazione potrebbe cambiare anche da noi. Basta volerlo. Per questo non smetterò mai di sognare una nuova Bagheria, dove si possa lavorare e vivere bene, anche grazie al telelavoro che tra l’altro aiuta a pensare da cittadini del mondo.
Nel frattempo però mi vien voglia da “assaporare” quel poco che c’è nella mia nobile Bagheria, quindi smetto di sognare ad occhi aperti per guardare in faccia la cruda realtà che mi circonda. Non l’avessi mai fatto, intorno alle sontuose ville barocche, lo scenario che si presenta è desolante: marciapiedi dissestati da molesti pini impropriamente piantumati, aiuole ornate come nei piccoli centri rurali, murales da corridoi di scuole materne, presentazioni di libri da tempo libero e, in genere, iniziative culturali da dopo lavoro ferroviario. Una situazione che costringe gli intellettuali baharioti agli “arresti domiciliari” o in alternativa a vivere la Palermo della Red Bull Racing.
“Minchia, quanto è alto il prezzo da pagare se vuoi rimanere nel tuo paese”.
Meno male che vengono in soccorso dei volenterosi privati con iniziative degne di una città come la nostra: parlo del murales di Ennio Morricone, della presentazione dei libri di Francesco Michele Stabile ed Emiliano Morreale o di Animaphix, festival del cinema d’animazione, solo per fare qualche interessante esempio.
Benedetto sia il programma del Sindaco se saprà gestire le risorse del Recovery fund. Sì, perché qui si gioca la partita pro o contro Bagheria: o vincono gli interessi della Comunità e ci sarà una svolta epocale, o vincono gli interessi dei soliti personaggi e il declino della nostra città sarà inevitabile, proprio come ai tempi delle Repubbliche marinare.
Ezio Pagano
La foto: Shooting fotografico del Brand filly biz al Museum- Collezione PE.2020 - PH. Francesco Arena, 2019