Giovedì 22 Febbraio, alle ore 21, la rassegna cinematografica Dogma ’18 proporrà la visione di ‘Una pura formalità’ di Giuseppe Tornatore. L’evento, che avrà luogo presso il cine-teatro Roma, sarà impreziosito dall’intervento del professore Domenico Aiello e del professore Maurizio Padovano, entrambi appassionati e studiosi di cinema.
Gli organizzatori del cineforum Dogma ’18 hanno deciso di dedicare il quarto appuntamento cinematografico al concittadino Giuseppe Tornatore “Un omaggio al grande regista ci sembrava doveroso” – dichiara Angelo Aiello, organizzatore insieme a Caterina Bevilacqua del cineforum – “Per noi è importante aprire uno spazio agli autori siciliani e Tornatore è sicuramente uno dei maggiori esponenti di questo gruppo di artisti”. La scelta di proiettare ‘Una pura formalità’ deriva da diverse riflessioni che Angelo e Caterina condividono: si parla di un film poco conosciuto rispetto ai grandi successi di Tornatore, in cui la storia non ha nulla a che vedere con la Sicilia. È un film particolare per certi versi, che però non si discosta completamente dalla tradizione cinematografica del noto regista. “Tengo particolarmente a ringraziare Mediaset che ci ha fornito il film” – precisa Angelo Aiello – “e i professori Aiello e Padovano che sono un po’ i padrini di questo neonato Dogma ’18, e come tali lo hanno sostenuto all’inizio e continuano a farlo. Grazie di cuore”.
“La scelta di proiettare ‘Una pura formalità’ è una scelta ben ponderata e che trovo intelligente” – dichiara il professore Aiello – “Il lungometraggio, come La Sconosciuta o La Corrispondenza, appartiene a quel genere di film filosofico che Tornatore sa fare molto bene. L’intera storia si svolge in una stanza durante una notte; l’unità di spazio e di tempo proposta però cela una dimensione più complessa che si presta a più letture. È un film che per certi versi ricorda le novelle pirandelliane che trascendendo diventano altro rispetto a come vengono presentate. ‘È possibile girare un film giallo in cui vittima e carnefice coincidono?’: questa potrebbe essere una delle domande che hanno dato vita al film e a cui il regista risponde magistralmente”.
“Una pura formalità è probabilmente il film più consapevolmente letterario di un cineasta che trasuda letteratura” – commenta il professore Padovano – “È cinema "fantastico", nel senso che, come certa letteratura, mette in scena cose e situazioni che sembrano sfidare le leggi newtoniane. È un film sulla indecidibilità tra vita e morte. Una tesi onomasticamente riassunta dal nome del protagonista: Onoff, On -off: acceso e/o spento. Ancora vivo o irrimediabilmente dall'altra parte del varco? O il confine è quello che separa la memoria dalla smemoratezza? Probabilmente l’opera letteraria che maggiormente ha ispirato Tornatore durante la scrittura di questo film arriva dall’opera letteraria Pedro Paramo di Juan Rulfo; la storia narra di un vivo inconsapevolmente in viaggio nel mondo dei morti: una specie di Dante che nel mondo dei morti non ha conferma della grazia divina, ma della irrimediabile mortalità dei vivi. Forse solo Faulkner, che io sappia, è stato capace di altrettanta visionarietà.”
Stefania Morreale