Il 3 Agosto scorso sono passati esattamente 150 anni dalla nascita di Onofrio Tomaselli, pittore nato a Bagheria, guida di generazioni di artisti (tra cui Renato Guttuso che più volte confessò, rispetto al lavoro del maestro bagherese e della sua lezione verista: «Io sono partito da qui.»), ritrattista prediletto della Belle Époque siciliana e non solo.
Della sua prolifica e longeva produzione artistica, basti ricordare la celebre tela raffigurante «I Carusi», esposta per la prima volta nel 1906 in occasione dell’Esposizione internazionale di Milano ed oggi fiore all’occhiello della Galleria d’Arte Moderna di Palermo(foto di copertina).
Sarebbe morto, Tomaselli, il primo giorno di primavera del 1956, alla veneranda età di 90 anni. Nel 1986-87 le ultime celebrazioni degne di nota, con mostre dedicate e pubblicazioni.
Questo 2016, giunto al giro di boa, avrebbe avuto effettivamente tutti i titoli per essere decretato «anno tomaselliano», con celebrazioni pubbliche, l’allestimento di una mostra ed eventi a cura del Comune che gli ha dato i natali, certamente in collaborazione con enti quali la Galleria d’Arte Moderna di Palermo, l’Assessorato Regionale ai Beni Culturali ed il Governo nazionale.
Tuttavia, come facilmente prevedibile e previsto (si legga quanto scrissi in occasione dei trecento anni dalla fondazione di Palazzo Aragona Cutò), anche in questo caso l’amministrazione comunale e la sua assessora alla cultura (o meglio sarebbe da precisare ai “festini di capodanno”), ha dato l’ennesima prova di tutta l’incompetenza, il disinteresse, il pressappochismo e l’ignoranza di cui questa novella (si fa per dire!) classe politica (di maggioranza e di presunta opposizione) è portatrice in-sana.
Mentre la stampa regionale espone al pubblico ludibrio le tragicomiche vicende legate a certi domini internet abbandonati al loro destino e finite in mani non proprio fidate, nella ridente, oggi addirittura stellare, cittadina che fu patria di cotanti artisti, fioccano le consulenze (a titolo gratuito?) a sedicenti esperti, tuttologi, appassionati, amici e compari folgorati sulla via...lattea. Eppure non si riesce a trovare nessuno, in questo elefantiaco corteggio bizantino, che abbia avuto l’intuito di verificare con un’agenda una tanto importante scadenza.
Gianfranco Scavuzzo