Demolito scheletro sull'arco azzurro: diventerà un belvedere sul mare

Demolito scheletro sull'arco azzurro: diventerà un belvedere sul mare

cronaca
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Ci sono voluti ventisette anni per cancelare una vergogna, un autentico sfregio che un mafioso aveva voluto arrecare al nostro territorio,

pensando di potersi costruire una residenza estiva, in uno dei luoghi più suggestivi di Bagheria, a meno di cento metri da quell’arco azzurro che la pubblicità dei cioccolattini Perugina aveva fatto conoscere in uttto il mondo, se non ricordiamo male con una coppia di sposi ritratti proprio su quella scommessa della natura che è l’Arco azzurro.

Ce ne sono volute di battaglie politiche, legali e burocratiche, che in una altra occasione abbiamo ricordato, per raggiungere un risultato che l’intera comunità auspicava, per l’immagine vergognosa che di Bagheria veniva riportata.
Oltre agli autori materiali, sono stati l’ignavia e la fellonìa degli amministratori democristiani del tempo, che di fronte al nome e cognome di chi stava commettendo l’abuso, una società intestata a Nicola Prestifilippo, boss di cosa nostra di Croceverde-Giardini, trovarono più comodo girare la testa dall’altra parte.

La prima ordinanza di demolizione, ed anche questo va ricordato, fu emanata dall'allora assessore all'urbanistica, oggi consigliere dell'U.D.C. Nino Tomasello, nel 1991.

Siccome non siamo mai stati avari di riconoscimenti, quando meritati, diciamo che questo è un merito che va ascritto a questa amministrazione, ed anche se ovviamente l’iter è iniziato parecchio tempo fa, un grazie all’assessore Pietro Pagano in particolare, sotto la cui responsabilità si è concluso l’ultima parte dell’iter di demolizione.
Secondo una dichiarazione del titolare della ditta che sta realizzando i lavori Vito D’Anna entro il 30 di Aprile saranno completati i lavori che prevedono il rivestimento della piattaforma in pietra e la recinzione.
Il passo successivo sarà di rendere accessibile alla gente l’Arco azzurro, perché non è tollerabile che ancora qualcuno possa arrogarsi un diritto, questo sì mafioso e medievale, di impedire a quanti lo vogliano di visitare un artefatto dalla natura così singolare, e trasformare quindi quello che è stato un orrido scheletro di cemento, per qualche decennio monumento alla arroganza mafiosa, in un belvedere per ammirare uno dei luoghi più incantevoli di Bagheria e della nostra Sicilia.

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Arco Azzuro
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